E dopo l’uscita in tutti i maggiori digital stores del suo album d’esordio, ecco qui con noi per una piacevole chiacchierata l’autore di Sicilia Vacanti”, ovvero Alessandro D’Andrea Calandra che ha accettato di raccontarci qualche curiosità e aneddoto su questo suo interessante progetto musicale.
Benvenuto innanzitutto caro Alessandro.
È un vero piacere averti qui con noi, cominciamo subito con il titolo del tuo album d’esordio, dieci tracce che raccontano la Sicilia in dialetto siciliano, ma soprattutto che raccontano la storia della tua terra natia…
“Sicilia Vacanti” è il titolo del brano che ha dato inizio alla mia avventura cantautoriale e mi è sembrato giusto, oltre che, emozionante, dare questo titolo al mio primo album.
“Sicilia Vacanti” significa “Sicilia Vuota”, vuota delle risorse più preziose: i giovani che sono costretti ancora oggi a lasciare la propria terra per trovare un lavoro dignitoso.
Un tema certamente ispirato dalla mia condizione di siciliano che vive al Nord, nel bellissimo Veneto, ormai da più di vent’anni. La Sicilia manca da morire e forse è per questo che le mie canzoni appartengono al Folk Siciliano e le scrivo sempre nella Lingua Siciliana.
Una regione quella della Sicilia che offre paesaggi e frammenti culturali davvero unici e che la tua poesia in musica ha permesso di omaggiare…da che cosa è partita tale ispirazione e come interpreti sia recepita dal pubblico la scelta della lingua siciliana….?
La Sicilia è ricca di Storia, di Paesaggi Naturali, Umani e Artistici: una vera miniera d’Oro per chi la vuole vivere e raccontare in musica e parole. La mia infanzia (anni ’70-‘80) l’ho passata a casa di mia nonna Carmela che era un’amante del Folk Siciliano Tradizionale: passavamo ore e ore ad ascoltare insieme ad altissimo volume la nostra Radio locale (di Agrigento), “Radio Concordia”, specializzata proprio nel genere Folk Agrigentino.È stato questo certamente a darmi l’imprinting Folk, dentro il quale ho inserito, certamente in modo naturale, le influenze degli ascolti fatti successivamente: Cantautori Italiani degli anni ’70-’80 e, naturalmente, il Pop e il Rock degli anni della mia formazione.
La scelta della Lingua Siciliana è il modo per sentirmi ancora parte della mia terra: è vitale per me sentirmi ed essere ancora, e per sempre, siciliano!
Spesso qualcuno mi consiglia di scrivere anche in italiano, ma non è un’esigenza che sento in questo momento (in realtà un brano, Brividi Giurgintani, è scritto in italiano ma ho comunque scritto il ritornello in siciliano).
Proprio quest’anno abbiamo visto quanto in un palco come quello di Sanremo la lingua tradizionale. Il dialetto…sia un manifesto importante per l’espressività musicale, ma anche per tutta una serie di rimandi culturali, che intersecano le vite stesse di chi ascolta… ritieni che forse siamo arrivati in un periodo talmente incerto e confuso per le persone, da far diventare indispensabile riconoscersi in un Qualcosa…in questo caso in un dialetto…?
Certamente! Il Sanremo 2024 ha visto trionfare il brano a tinte Folk di Angelina Mango e il brano in Lingua Napoletana di Geolier. Quindi Folk e Lingue Locali: scherzando con i miei amici ho detto che i miei Santi Protettori mi hanno voluto aprire la strada! Effettivamente, c’è molta voglia di riscoprire le Radici, le Tradizioni Popolari, le Storie Locali, le Terre.
”Sicilia Vacanti” è il tuo album di debutto, nonostante questo dimostri una preparazione e una sicurezza tale, da sembrare un veterano del settore.. si tratta ovviamente di una propensione alla musica, che da sempre coltivi, ma credo anche di una passione che ti spinge a scrivere e cantare per comunicare un messaggio e per dare forma e colore alla storia del nostro paese…
Veterano, certamente, per età anagrafica e anche per gli ascolti che mi hanno accompagnato sin da bambino in questo mondo meraviglioso che è la Musica. Ho praticamente vissuto “in diretta” la musica prodotta sin dagli anni ’70 (periodo d’Oro, anzi, di Platino!) passando poi per tutti i periodi successivi. Inoltre ho voluto recuperare i “decenni perduti”, gli anni ’50 e ’60 che rappresentano il Papà e la Mamma della Musica che si produce e si ascolta ancora oggi. E poi, lo studio della batteria e del pianoforte mi hanno certamente fornito gli strumenti necessari per scrivere le mie canzoni. E, naturalmente, lo studio continuo, direi maniacale, della Storia Siciliana e delle Sue meravigliose Leggende che si sono narrate per millenni nelle diverse lingue dei Popoli che hanno vissuto in Sicilia. Diverse lingue e anche diversi stili musicali, musica araba e spagnola soprattutto, con nuances nordeuropee che poi si sono fuse in questo meraviglioso genere che mi dà l’emozione più piena e più totale.
Ho parlato prima di storia appositamente volendo comunque mettere in rilievo quanto i testi dei brani non siano soltanto lo specchio di una cultura e della sua lingua- ovvero quella siciliana- ma anche di come essi siano uno spaccato storico del nostro paese dove si susseguono racconti di coraggio, di lotte per l’indipendenza, non soltanto quindi una disamina sociale, ma quasi un libro aperto che descrive in musica il nostro passato….
Raccontare la Sicilia mi permette di affrontare i diversi temi che da sempre accompagnano la Storia Umana. Si parte da storie nate nella realtà siciliana, che è quella che io racconto, per poi, naturalmente, avere un respiro più universale.
Nel brano “Danza Saracina”, ad esempio, immagino una jam session tra musicisti Arabi e musicisti Normanni, a Palermo, alla Corte dell’Imperatore Federico II. Due Popoli lontani per cultura e per credo religioso che si trovano fratelli nella Musica “quannu attacca ‘a musica ci avemu lu stessu Patri” (quando parte la musica, abbiamo lo stesso Padre). Un messaggio di fratellanza tra esseri umani, quindi, che parte dalla Sicilia per poi volare alto a ogni latitudine.
Prima di chiudere ti chiedo se ci sono già dei live in programma per la prossima stagione e se hai già qualche altro brano in cantiere o comunque nuovi progetti che ti va di anticipare…
Scrivo moltissimo, ho molti brani in cantiere e molti già realizzati. Questo è ciò che al momento mi prende di più. Rendere disponibile la mia Musica all’ascolto di chi la può apprezzare è il passo che sto per compiere adesso. Naturalmente anche il live farà parte di questo progetto. Sono appena partito e qualcosa mi dice che non mi vorrò più fermare!
Sonia Bellin
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