martedì 28 maggio 2024

“CREDERE IN UN SOGNO” E’ L’ULTIMO SINGOLO DI MATTEO VENTURI

 

 

 


 

E’ questo il titolo del brano rilasciato di recente da Matteo Venturi, giovane cantautore che, mentre è al lavoro per il nuovo album, si prepara per il prossimo evento di Sanremo Rock che nelle prossime settimane approderà a Riccione.

Reduce da diversi live con ottimi riscontri, Matteo Venturi pubblica il suo album d’esordio  "Tre minuti di canzone", prodotto da Roberto Priori nel 2016, presentandolo attraverso tre singoli “Dentro ai ricordi”, “E Noi due”, “Da quei giorni lì”

 

L'artista partecipa a vari live tra i quali quello al Memo Live Club di Milano selezionato da Antonio Vandoni, direttore artistico di Radio Italia.

Nel 2023 registra “Costruire un ricordo” e “Credere in un sogno” con il produttore Paolo la Ganga - (Collaborazioni con Fiordaliso, Povia, Luca Dirisio, Alan Sorrenti, Marcella Bella, Anna Oxa) per poi pubblicare il brano "Costruire un ricordo" nel dicembre del 2023; il master è stato realizzato da Nicola Fantozzi (Sound & Mastering Engineer – che ha collaborato per i mastering di artisti come Laura Pausini, Cesare Cremonini, Luciano Ligabue, Umberto Tozzi, Paolo Conte, Nek ed altri). A Natale 2023 esce il videoclip ufficiale di “Costruire un ricordo” realizzato e diretto da Oscar Serio, dove nel video assieme a Matteo Venturi, recita Alessia Paglialunga nel ruolo di attrice coprotagonista. Ed ecco quindi il singolo attuale, “Credere in un sogno”, pubblicato  per l'etichetta PMS Studio e tutto dedicato alla musica, alla vita da musicista, al sogno per anni coltivato da chi come lui, desiderava diventare un cantautore.

Un brano dal sound accattivante, fresco e di impatto immediato, il cui andamento si scinde fra le sonorità ricercate e l’estrema profondità del testo. Un testo che intercede passo dopo passo verso la realizzazione di un sogno, partendo dalla base, ovvero dall’onestà intellettuale di chi vuole  coltivare un sogno, per poi passare in rassegna ogni difficoltà, ogni ostacolo e ogni paura che ci può attendere all’angolo.

Capita a tutti di iniziare a credere in un qualcosa, ad avere aspettative verso un ideale, per poi fermarsi aspettando e basta, inerti per paura anche di sbagliare. Come Matteo canta nel brano “Prigionieri di vite in catene in attesa di un momento”, esprimendo proprio quel senso di incapacità di agire, fermi ad attendere la possibilità di un cambiamento.

Tuttavia se la prudenza può aiutarci ad essere più riflessivi e meno istintivi, l’eccesiva insicurezza, la troppa paura, e in particolare il pensare di non possedere quell’unicità dentro di sé, porta all’immobilità verso il movimento interiore del nostro pensiero, che si riflette poi all’esterno, rendendoci schiavi e prigionieri di un apparente giudizio altrui verso il nostro essere.

 

“Non chiederò perdono per essere chi sono” frase che in chiusura del pezzo diventa “Io non chiederò perdono per credere in un sogno”.

 

Non dobbiamo dunque temere, ci invita a capire Matteo Venturi, che la nostra identità sia priva di valore, perché proprio nel coltivare quell’essere noi stessi in modo vero e spontaneo, diventiamo parte di un mondo che ci accoglie e che ci valorizza. Ecco quindi il motivo di quella ricerca della  “verità”, di quell’’aspirazione ad una verità autentica che non scenda a compromessi con accordi vacui e senza suono, incapaci di far risuonare l’armonia auspicata.

 

La capacità e la forza nel rialzarsi e superare gli ostacoli che la vita da artista ti pone davanti, riuscendo a trovare una verità in una vita di valore. Nel coraggio di conoscersi ed essere sempre se stessi, e di credere nel proprio sogno…"Credere in un sogno"

 

 

Sonia Bellin

 

Il videoclip del brano vede la regia e la realizzazione del videomaker Oscar Serio, ed è girato per le vie di Bologna come omaggio agli artisti.

 

 

Link digital store: https://pmsstudio.lnk.to/credereinunsogno

lunedì 27 maggio 2024

“DON’T LOOK BACK IN HANGOVER” E’ IL NUOVO SINGOLO DEGLI YNSANYA

 



Energia, senso del ritmo e un sound ribelle… Sono questi gli ingredienti principali che contraddistinguono gli Ynsanya,  quattro ragazzi calabresi, Matteo Ferraro (voce e chitarra), Manuel De Rose (chitarra), Aurelio Pellicano (batteria) Mario Saccomanno (basso), e tanta voglia di suonare, di sperimentare portando il loro mondo nel panorama musicale italiano.

 

Un suono originale contraddistinto da un punk grezzo e acuto, il quale però si interseca con il rock, sfiorando in alcuni momenti addirittura l’hard rock. Un suono che sprigiona rabbia, indignazione ma soprattutto ribellione e desiderio di emergere. Gli Ynsanya del resto, sono una band dove l'obiettivo principale è fare arrivare la loro musica a più persone, e allora ecco un sound originale e inconfondibile, dove l’idea di proporre brani freschi e dal ritmo sostenuto, incontra il bisogno di comunicare un messaggio concreto. L’approccio musicale degli Ynsanya è spontaneo e dettato soltanto dalla volontà di esprimere se stessi: complicità, passione ed immedesimazione, senza rinunciare a delle sonorità moderne, al passo con i tempi e che facciano sussultare il pubblico sia alla radio che nei live.

Il progetto nasce da Matteo Ferraro (voce e chitarra) e dal suo sogno di coinvolgere un numero sempre maggiore di persone nel suo universo musicale, ecco allora nascere gli Ynsanya:  4 ragazzi  uniti dalla passione per la musica che, nell’estate del 2022 decidono di formare una band. Il loro percorso comincia con i live, dove muovono i primi passi e  iniziano a suonare partendo dai locali presenti sulla costa Tirrenica del cosentino.  Si esibiscono in poco tempo, in oltre cento concerti, partecipando inoltre  ad eventi di spicco come il “Festival Euromediterraneo” di Altomonte e al “settembre Rendese”. Pubblicano quindi il loro primissimo singolo, il  brano  “Amore criminale” autoprodotto e  vincono il festival Giovani Talenti  firmando, successivamente per la label PMS Studio. Con la nuova etichetta fondata dal produttore Raffaele Montanari i ragazzi hanno modo di divulgare ancora di più la loro musica, realizzando ben presto anche un nuovo singolo che incidono con la Pms e pubblicano nei maggiori digital stores.

Qualche settimana fa la band pubblicava ” Phunk”, un brano che parlava  di una tematica sociale molto sentita in questo periodo, ovvero di come la realtà, sia spesso confusa con la finzione a causa dei social network e di altri strumenti (come ad esempio photoshop), che impediscono una vera  veritiera condizione reale. Quando si ha a che fare con i social o con altri metodi attraverso i quali possiamo modificare la realtà “a nostro piacimento” infatti, diventa facile nascondersi e inventare un nuovo “io”, una sorta di alter ego di ciò che siamo, al quale affidiamo le migliori caratteristiche, senza poi tener conto della reale corrispondenza alla realtà, che viene quindi persa di vista, per lasciare spazio ad una nuova realtà definita comunemente virtuale, ma che, com’ è logico che sia, è solo un mondo camuffato, per nulla assimilabile al nostro modo di essere. Ciò che ne consegue è un’interpretazione distorta sia di noi stessi, che di ciò che ci circonda e dove risulta difficile, se non impossibile, distinguere poi la verità dalla finzione, ovvero ciò che è reale e ciò che non lo è. Quello che vediamo diventa l’apparenza delle cose, le quali, se osservate da vicino, sembrano vuote in quanto la loro apparenza è la sola natura con cui abbiamo imparato a conoscerle, senza esserci calati nella loro essenza. “Phunk” è un grido di protesta contro tale visione distorta e questo concetto è ben espresso dalle chitarre, appositamente distorte a più non posso nel pezzo per rappresentare uno sguardo mai diretto, ma sempre distante, perso e  confuso, uno sguardo mai profondo ma superficiale  come lo è la società che viviamo oggi.

Ed ora sulla stessa falsa riga di irriverenza e provocazione a suon di punk- rock, ecco il nuovo singolo della band “Don’t look back in hangover” pubblicato nei giorni scorsi in radio e nei digital stores, dove ovviamente il titolo è un gioco linguistico e sonoro che rimanda al celebre brano degli Oasis. Non  a caso le sonorità brit pop della band inglese hanno influenzato non poco gli Ynsanya, che per l’occasione, hanno deciso di sfoggiare colori offuscati nei suoni e negli arrangiamenti, mantenendo una fisionomia musicale per lo più ribelle e scapigliata, ma con una compostezza e linearità quasi in contrasto con lo stile dei fratelli Gallagher. Un ossimoro capace di stupire e nel contempo di far sentire a proprio agio l’ascoltatore, che non può esimersi dal lasciarsi sopraffare da suoni inediti, variopinti e per certi versi, anche chiaroscurali data l’indeterminatezza che rilasciano.

“Don’t look back in hangover” è la storia di una ragazza che, pur di stare con il ragazzo dei suoi sogni, è pronta a tutto, ritrovandosi a trascorrere una serata decisamente fuori dalle righe all’insegna del divertimento e dove , tuttavia, non è l’eccesso o la trasgressione in sé ad essere la protagonista del brano; al contrario, il poter “esserci” ed essere consapevoli di ciò che ci sta accadendo intorno comporta delle responsabilità anche personali in fatto di partecipazione ad un evento, ed è possibile trasgredire anche semplicemente lasciandoci guidare dal ritmo di un pezzo avvincente come questo e come ci insegnano gli Ynsanya…

 

 

 Sonia Bellin

 

 


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giovedì 23 maggio 2024

E’ USCITO” NATI SBAGLIATI”: IL NUOVO ALBUM DEI NETRI E LAREDO

 



 


Si intitola così il nuovo album rilasciato dalla band toscana che risponde al nome di Netri e Laredo, il cui sound fonde il rock con il pop e il miglior cantautorato italiano, sprigionando testi profondi distesi ora su ballate malinconiche, ora su brani dal ritmo più avvincente.


 


“Nati sbagliati” è un disco di dieci brani, tra i quali anche diversi singoli pubblicati precedentemente sia in radio, che nei digital stores.


 


Racconti accesi su tematiche molto diverse tra loro, a cominciare dalla traccia di apertura, che richiama il significato stesso dell’album e in parte anche del titolo. Una generazione sospesa perché priva di riferimenti certi, dove da un lato, si è catturati dalla ribellione e dalla voglia di emergere, di poter essere se stessi, senza conformarsi alla massa, mentre dall’altro lato, il bisogno di certezze, di stabilità… I dubbi , le ansie e l’illusione di poter contare solo su se stessi.


Un concetto chiave dell’album che però presenta anche un altro focus, ovvero quello dell’amore e di quel romanticismo malinconico di cui il rock mostra la sua apoteosi nelle ballate.


“Regina triste mai” racconta di come sia facile, ma allo stesso difficile, essere normali e speciali allo stesso tempo; il brano spiega come la bellezza di una donna sia equiparabile al suo sentirsi Regina, pur non avendo compiuto azioni eclatanti e pur non essendo una donna famosa, ma rimanendo semplicemente lei: una donna la cui essenzialità pone in risalto bellezza nella quotidianità.


 


Ma oltre all’amore e al desiderio di una rivoluzione interiore, ecco anche un tema attuale e molto delicato, quale quello del cyberbullismo che, in “Tutto è perfetto” qui viene vissuto da parte di una ragazza, ma raccontato dal punto di vista di quello che potrebbe essere il suo ragazzo, ma anche il suo assassino. Brano che i Netri definiscono atipico proprio in questo stravolgimento di vedute ma anche nella durata stessa (meno di tre minuti) ma con una travolgenza tale in fatto di sound e di vocalità, da essere paragonabile ad un uragano o ad un fiume in piena.


Un momento molto intenso e dalle prospettive diverse che incrociandosi, trovano diversi stati d’animo in un confronto acceso e diretto soprattutto alle nuove generazioni.


 


Altro tema importante quello di “Malacarne”, un brano che parla di rivincita e di voglia di emergere, di sconfiggere quel senso di disagio di chi nasce nelle periferie e si ritrova poi costretto a vivere una condizione di emarginazione di fronte alla società con tutte le conseguenze dell’essere accettato come un comune cittadino da un sistema contraddittorio e ignaro di tutto. Un sound aggrovigliato da chitarre che scalfiscono una batteria possente, mentre la voce di Riccardo, come al solito, puntella il ritmo, elargendo un’emotività unica, quasi fosse anch’essa parte integrante della strumentazione. “Con l’incertezza del futuro e la paura del presente”.


Un pezzo con tratteggi rap, a confermare il senso ultimo del brano e che lo rendono ancora più vicino al panorama musicale odierno, senza per questo conformarsi alle esigenze del mercato ma mantenendo una sua fisionomia musicale originale.


 


“Sono qui per te, sarebbe facile farti aiutare…potrei anche convincerti che ha ragione lo specchio..” un brano il cui significato va ben oltre l’accettazione di se stessi parlando di un disturbo alimentare con un linguaggio diretto e allo stesso tempo pacato e delicato, con l’impossibilità di rimanerne del tutto staccato perché troppo forte è l’emotività che trascende il respiro di ogni nota. “Un gioco di specchi che ti fa a pezzi”: l’apparenza che ruba l’autenticità e la capacità di mostrarsi come si è, di volersi bene e di sapersi accettare, tuttavia è proprio nel saper cogliere un problema che la strada per risolverlo si erge di fronte a noi.


 


Nostalgie “incoscienti e sfrontate senza età” in “Estate 90” che ripercorre gli anni dell’adolescenza dei componenti della band; “abbiam vissuto noi senza fermarci mai”: l’idea sempre fissa di chi non si ferma di fronte a niente, quelli sono e rimarranno gli anni migliori per chi li vive in quel periodo fatto di sogni, aspettative, ideali da portare avanti nonostante tutto, senza remore. Il tempo dell’innamoramento, dei primi baci… di illusioni ancora da dispiegare…mentre a fare da sfondo, c’è solo la musica e un panorama che scorre fuori dal finestrino di un auto in corsa come il cuore che batte.


 


 Tra il rock sfrontato e la voglia di ribellione, arriva “Amantemantide”, un brano accattivante che racconta di una relazione d’amore tra un ragazzo ed una giovane escort, con tutta la trasgressione che comporta tale contesto senza contare che il ragazzo desidererebbe che lei terminasse con quella vita per vivere pienamente la loro storia d’amore.


Il brano utilizza la metafora della vita come avversario da battere in un immaginario ring, nel quale a volte si vince, ma molto spesso si perde, ed è allora che è importante chi hai al tuo fianco.


 


“La vita picchi duro ma io ho spalle al muro, resto in piedi e la affronto qui..” canta Riccardo in “Come un pugile” che nel pezzo diventa la metafora del nostro quotidiano;


la vita che ti può gettare a terra, con tutte le incertezze e l’inadeguatezza che si susseguono una dopo l’altra, proprio come in un ring, dove occorre risollevarsi dopo ogni caduta, senza mai cedere. L’importanza di avere un amico, una spalla su cui piangere e una mano tesa verso di noi.


 



Ricordi che affievoliscono la loro immagine, il tempo che passa e che lenisce dolore, ma anche momenti vissuti, persone vicine… Nello scomparire con il tempo, il dolore sembra volerci ricordare di chi abbiamo di più caro e così, capita di sentirsi in colpa se quel ricordo diventa meno vivido… ed ecco quindi come “Male più” esprime questo contrasto di emozioni che emergono dentro di noi, lasciandoci domande che non hanno risposte.


E in questo viaggio sconfinato, tra corde emotive tracciate con chitarre amplificate da un voce eterea a chiudere come ultima tappa il brano intitolato appunto “Endilings”, ovvero “sopravvissuti”, perché è questo il senso che abbiamo attraversato nel periodo post pandemia, quando di colpo, tutto è cambiato e assieme ad esso, anche le nostre abitudini, con tanti dubbi e una sola certezza: che l’amore delle persone vicine a noi sono l’unico modo per far fronte a qualsiasi difficoltà.


 


Sonia Bellin


 


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“CANZONI DI NOTTE” MARCELLO ROMEO CANTA CALIFANO E LA BOLOGNA DEI NIGHTS ANNI ’80 AL TEATRO MODUS DI VERONA

 





E’ tutto pronto per il 25 maggio, quando alle 20.45 si esibirà presso il teatro Modus di Verona, lo spettacolo del cantautore Marcello Romeo dedicato a Franco Califano e alla Bologna dei nights degli Anni 80, di cui Francesco era uno degli indiscussi protagonisti.

Una cornice straordinaria quella che ospiterà uno dei prossimi appuntamenti musicali del cantautore bolognese che ha dedicato lo spettacolo ad un grande artista, ma soprattutto un uomo.

Un uomo con la sua sensibilità che ha saputo affondare nell’essenza emotiva trasformata in musica e che Marcello Romeo ha saputo cogliere per far rivivere in questa serata dove la melodia d’autore incontra la storia. Una storia fatta di incontri, di condivisioni e dove la musica lascia il dovuto spazio all’umanità.

 

Tra il miglior cantautorato che ha percorso Franco Califano, c’è il passaggio tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80, un passaggio musicale ci porta alle storie intrecciate di questo artista che ha lasciato un segno indelebile in quelle che sono voci dell’anima e del cuore.

Accompagnato dalla sua band composta da Roberto Costa al basso, Daniele Bruno tastiere, Massimo Ghisellini alla chitarra , Antonio Rapa batteria e dalla corista Angela Madonia, la serata di Marcello Romeo sarà aperta dal concerto Marco Belluzzo, Chiara Bincoletto e David Cremoni.

“Canzoni di notte da ROMEO a CALIFANO” è un progetto partito nel TOUR 2023 2024, una sorta di viaggio attraverso la Bologna dei Night e dei personaggi di quell'epoca e di cui Franco ne era assiduo frequentatore. Un’epoca caratterizzata da personaggi storici e da una coppia in particolare: Tamarindo e Nevada , ballerini, attori che Marcello conobbe tramite Nick Novecento che era appena reduce dal successo di Una Gita Scolastica di Pupi Avati e delle ospitate al Maurizio Costanzo Show.

Per l’occasione Marcello sarà accompagnato dalla sua band, tra cui Roberto Costa, bassista la cui carriera vanta grandi collaborazioni con i big della musica italiana, tra cui Dalla, Carboni, Stadio, Ron , Mina nonchè bassista di Lucio . Un sodalizio, quello con Roberto Costa che ha permesso a Marcello di confrontarsi con i grandi protagonisti del pop d’autore accrescendo la sua cultura musicale, e apportando al cantautorato della scena bolognese, suoni e colori di diverse provenienze. Non a caso con Roberto Costa abbiamo davanti un musicista multiplatino, senza nulla togliere poi a Daniele Bruno tastierista storico di Carboni, come a Lambertucci batterista di Patty Pravo, un grande chitarrista Ghisle ed una voce bellissima, quella di NYA.

Costa ha curato la maggior parte degli arrangiamenti, alcuni sono stati invece curati da Daniele Bruno, il tutto in una serie di assidue prove iniziate a ottobre del 2022 per poi partire nel 2023 proprio dal Teatro Duse di Bologna e approdare ora a Verona al Teatro Modus, dove Marcello Romeo proporrà le canzoni del nuovo album, riarrangiate appunto da Roberto Costa: "Tamarindo e Nevada", "Lambretta 61", " La grammatica del cuore", " Pericolosa mente", "Via Zamboni".
 

 

Sonia Bellin



INTERVISTA A MARCELLO ROMEO






 


 

 

E ritroviamo qui con noi Marcello Romeo, cantautore della scena bolognese che fra pochi giorni, il 25 maggio, si esibirà presso il teatro Modus di Verona con la sua band, in occasione del suo tour intitolato “Canzoni di notte”, dedicato anche a Franco Califano perchè è una storia di passaggio attraverso le notti nei night negli Anni 80 e Francesco ne era uno dei protagonisti indiscussi.

 

 

 

Ben ritrovato caro Marcello, cominciamo parlando di questo progetto partito nel TOUR 2023 2024 CANZONI DI NOTTE da ROMEO a CALIFANO una sorta di viaggio attraverso la Bologna dei Night e dei personaggi di quell'epoca…

 

 

Sì è stata un'epoca caratterizzata da personaggi storici. Una coppia in particolare , Tamarindo e Nevada , ballerini, attori .

Li conobbi tramite il mio amico Nick Novecento ...che era appena reduce dal successo di Una Gita Scolastica di Pupi Avati e delle ospitate al Maurizio Costanzo Show.

 

 

 

 

 

 Sono note le vicissitudini e le cronache che hanno interessato Franco Califano, tuttavia, quello che intendi portare con queste serate dedicate all’artista, non è tanto la sua immagine controversa e spesso mal interpretata, quanto la sua musica, la sua anima...le sue canzoni…

 

Si chiaramente parliamo del lato artistico, parliamo di aneddoti riferiti al lato artistico per mettere in pari la livella come dice lo stesso Stefano Orlando Puracchio (OLTRE LA MASCHERA) e che gli eccessi smettano di sovrastare i successi del grande Maestro 

 

 

Sono tanti i cantautori che hanno ispirato il tuo modo di scrivere e di suonare, di comporre e di approcciarti alla musica, ma da che cosa deriva la scelta di soffermarsi proprio su Franco Califano…?

 

Perchè ho avuto l'opportunità di conoscerlo personalmente e di apprezzare il suo modo gentile e rispettoso di agire nei confronti di noi giovanissimi musicisti . E poi i testi di Francesco hanno veramente qualcosa di intrigante e speciale.

In effetti alcune mie canzoni lo ricordano , di solito l'esempio è il brano PERICOLOSA- MENTE .

 

 

 

Tanti cantautori quanti le storie che intrecciano le canzoni, specie quella di un personaggio come Francio Califano, sul quale, scrittori come Vito Vita, Giangilberto Monti (Franco Califano vita successi eccessi ) e Stefano Orlando Puracchio (Oltre la maschera) hanno scritto pagine di musica e di aneddoti, cercando di andare oltre l’apparenza di quello che è soltanto il contorno e la rifinitura, di un’essenza ben più importante e pregnante…

 

Cantautori come i poeti maledetti, trasgressivi e provocatori ma allo stesso capaci di scrivere melodie eterne per se stessi e per altri …ma anche cantautori che hanno avuto meno fortuna di altri , in questo concerto porterò sul palco un brano memorabile di Bruno Lauzi, che come lui mi diceva ha fatto tanti amori e tanti bambini....

 

 

 

Assieme a Roberto Costa ad accompagnarti sul palco altri musicisti di grande talento e professionalità (Daniele Bruno, Massimo Ghisellini e Antonio Rapa) dove sarà presente anche la corista Angela Madonia…Come sono state scandite le varie fasi che hanno portato all’allestimento dello spettacolo e che soprattutto rende magico questa armonia di strumenti che incontra la tua voce…?

 

Si tratta di una band di grandi professionisti… dicevi Roberto Costa , in effetti un produttore multiplatino, collaborazioni con DALLA, CARBONI, STADIO, RON , MINA etc etc nonchè Bassista di Lucio . Daniele Bruno tastierista storico di Carboni, Lambertucci batterista di Patty Pravo e un grande chitarrista Ghisle ed una voce bellissima NYA .

Costa ha curato la maggior parte degli arrangiamenti, alcuni invece curati da Daniele Bruno, il tutto in una serie di assidue prove iniziate a ottobre del 2022 per poi partire nel 2023 proprio dal Teatro Duse di Bologna.

 

 

 

Per concludere, prima di salutarci ti chiediamo, caro Marcello…Quanto di te è presente tra questi racconti, tra le peripezie che si nascondono dietro le canzoni di Franco Califano, tra un talento e una maestria che oltre gli eccessi, celava un'inquietudine devastante assieme ad un'emotività molto profonda….?

 

Mi ritrovo nella emotività profonda ed i testi che ho scritto in questi anni richiamano questa mia personalità. 

Per il resto nella mia attività di pianista nei night ho avuto modo di vivere e osservare gli eccessi del mondo della vita notturna che in parte hanno influenzato il mio modo di scrivere 

 

E, prima di chiudere, passiamo il testimone a Marco Belluzzo, cantautore appartenente alla scena bolognese che, come ricordato in apertura, aprirà la serata al teatro Modus e che abbiamo qui con noi, pronto ad esprimere il suo entusiasmo per questa imperdibile partecipazione…

 

Ho condiviso con Marcello più di 120 palchi ! Esibizioni varie in festival e manifestazioni ma soprattutto 3 Format molto originali : “ Le canzoni sussurrate “ , “

Le note del cuore “ e da 5 anni “ Cuore di vinile “. Il denominatore comune era sempre sviluppare qualcosa di originale. I Format contenevano Musica d’autore originale nostra e Cover, poesia, rappresentazioni in forma di Gag! Avventure fantastiche, proposte che hanno ricevuto e ricevono grandi consensi. Ma per la prima volta apro un suo Concerto ! Emozionante .

 

Non è la prima volta che condividi il palco con Marcello Romeo, ma ogni volta ovviamente è come fosse la prima. Come ti stai preparando per l'occasione..? Quali sono le canzoni che proporrai?

 

Porterò alcune Track in acustico con il privilegio di avere con me Chiara Bincoletto ( Cuore di Vinile Quartet con noi da 7 anni ) e David Cremoni fantastica chitarra che per l’occasione ha riarrangiato i pezzi. Io percussioni e chitarra ritmica. Porteremo “ Tutti i brividi della strada “ - “Rimanere in equilibrio “ e “ Prendiamoci un po’ di tempo “ Title track di 3 CD usciti per PMS, “La metamorfosi di Piero “ che fa parte della produzione di un EP di canzoni per i più piccoli ( ma che è amata da un pubblico di tutte le età ) - “ Irene” pezzo rock . Sarà più concerto e poco “ show - Spettacolo “! Diamo priorità alla musica ! È Sold out ! Teatro gioiellino di 96 posti !

 

 

 

Sonia Bellin

domenica 19 maggio 2024

E’ USCITO “DON CHISCIOTTE”: IL NUOVO SINGOLO DI MAURIZIO LUCIANO

 



Da qualche settimana è presente tra i brani trasmessi dalle radio l’ultimo singolo di Maurizio Luciano, cantautore napoletano presente da diverso tempo nel panorama musicale italiano, dal quale, in particolare per quanto riguarda il cantautorato melodico, l’artista ha preso ispirazione per la scrittura e composizione dei suoi brani.

 

Risale al 2016 la pubblicazione dell’album Degli angeli e dell'amore", disco che dal quale il cantautore ha estratto diversi singoli, molti dei quali hanno raggiunto ottimi risultati in termini di ascolti, sia radio che streaming, facendo conoscere l’artista a livello nazionale e decretandolo come un rappresentante del pop italiano d’autore melodico.

 

Come questo nuovo inedito, rilasciato anche nei maggiori digital store e che inaugura il ritorno di Maurizio Luciano nel mondo discografico, i testi rientrano tra quel tipo di brani riflessivi, profondi, capaci di emozionare e, allo stesso tempo far riflettere, sull’amore, i sentimenti o, come in “Don Chisciotte”, su quello che accade nel mondo.

 

"La luce della storia è troppo fioca su un baratro infinitamente buio e profondo",

ovvero non è abbastanza chiaro all'essere umano quanto le tenebre delle guerre hanno devastato l'umanità.

Questo l'incipit del brano, il quale  è un chiaro riferimento al dato oggettivo della poca avvedutezza dell'uomo nei confronti dei tanti corsi e ricorsi storici che, a più riprese, hanno cancellato e continuano a sopraffare tante altre belle pagine di cultura, di arte, di filantropia dell'essere umano.  

 

"Don Chisciotte" è un brano orecchiabile, dalla lirica sobria ma non banale, con un arrangiamento ben curato dal maestro Nuccio Tortora, con il quale l’autore ha già collaborato anche in precedenza. Una linea melodica ben definita che ritaglia momenti di acuta intransigenza nei confronti di un sistema sbagliato e davanti al quale, la sensibilità di Maurizio non può essere messa a tacere.

 

L’autore, prendendo in prestito il personaggio di Cervantes, definisce “Don Chisciotte” quei leader politici che utilizzano pretesti e narrazioni che mistificano la realtà al fine di attaccare una nazione o levare la libertà ad un popolo; insomma intravedendo immaginari pericoli, i “mulini a vento”, proprio come succedeva a Don Chisciotte. La constatazione nelle parole finali del brano è che nelle guerre non c'è mai un vincitore poiché è l’umanità intera che ne esce sconfitta. 

Ecco quindi un modo per non rimanere indifferenti anche quando l’indifferenza e il cinismo, tenta di catturare il nostro modo di guardare, vedere, osservare ma soprattutto vivere, quello che abbiamo accanto a noi….

 

Sonia Bellin

 

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QUARTU SAVONA QUINNICI” E’ IL BRANO CHE ALESSANDRO D’ANDREA CALANDRA DEDICA ALLA MEMORIA DELLA STRAGE DI CAPACI

 



 

 

Ha da poco pubblicato il suo primo album, intitolato “Sicilia Vacanti”, un disco con il quale Alessandro D’Andrea Calandra celebra la sua terra d’origine, la sua amata Sicilia, la cui lingua permane ogni singolo estratto di un progetto che mantiene un contatto emozionale con la tradizione e con un paese, la cui bellezza irrora ogni aspetto della cultura nazionale, apportando colori e suoni unici.

 E tra questi colori, tra questi spazi emozionali, ecco sonorità etniche che, passando per il folk, affondando le radici di un territorio che è la nostra patria, una patria fatta di lotte e di sconfitte, di disfatte, ma anche di rivincita, di resilienza e di rinascita… Un paese che non ha mai dimenticato il suo passato e che lo ricordato in ogni momento, riportando le voci di chi ne ha fatto a storia e di chi anche senza gloria, ha saputo far sorridere il cuore di ha sofferto.

 Un ricordo che non si estingue e che resta vivo quello di “Sicilia Vacanti” e che ora, si ripresenta in questo nuovo lavoro del cantautore siciliano da tempo trasferitosi in Veneto, che, a fronte a che del successo ottenuto sul web ma anche nelle radio, pubblica  il suo nuovo singolo dal titolo QUARTU SAVONA QUINNICI”, brano che l’artista dedica alla memoria della strage di Capaci e che, non a caso, esce proprio nel mese di Maggio.

Un mese infatti, quello di Maggio amato da tutti grazie ai colori che la primavera regala in questo periodo di lunghe giornate di sole, dove la Natura trabocca di ogni meraviglia e dove proprio nella terra natia di Alessandro, possiamo ammirare uno dei più bei paesaggi e delle più belle spiagge del mondo. Ma, purtroppo tutta questa bellezza nasconde una realtà difficile da affrontare; difficile soprattutto se si pensa a quel Maggio indelebilmente macchiato dal sangue delle persone migliori: Padri, Mariti e Figli, per il disegno infame e criminale di esseri, casualmente umani, siciliani e non siciliani, privi di talento ed empatia. Coloro che vivono, hanno messo in atto, nel maggio del 1992, a Capaci, vicino Palermo, un vero atto di guerra contro l'intera Comunità Italiana, un atto criminale contro l'Umanità tutta.

Un messaggio forte, con parole che invitano a riflettere su una memoria da non dimenticare per guardare avanti senza tornare indietro e passare oltre questa tragedia, senza che essa si ripresenti in altre forme, perché la musica ha anche il compito di tenere viva la Memoria, di onorare i figli migliori di questa terra benedetta e maledetta al tempo stesso.

"Quarto Savona Quindici" è il nome in codice dell'auto blindata che per prima saltò in aria in quel terribile 23 maggio e la canzone, è un tributo al dono estremo dei Giudici Giovanni Falcone e Francesca Laura Morvillo e degli uomini della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Finché ci sarà Memoria, avremo la Speranza.

 

 

Sonia Bellin

 

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Link del brano:

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INTERVISTA AGLI E45

 



 

E dopo la grandiosa anteprima ecco qui con noi gli Equarantacinque, una band di nuovissima generazione composta da 5 ragazzi e con tanta, tanta voglia di suonare…li abbiamo intervistati per farci raccontare direttamente questa nuova avventura partita in questi giorni in radio….

 

Benvenuti ragazzi,

 

Allora cominciamo dal lancio del vostro nuovissimo singolo rilasciato proprio in questi giorni in radio e nei maggiori digital stores…Il brano intitolato “Se potessi decidere”, quali sono le emozioni, le sensazioni…?

 

Ogni volta che un brano esce, è come spogliarsi. Mettere a nudo le proprie sensazioni ed emozioni e regalarle alle persone che ci ascoltano è un’emozione unica, difficile da spiegare. Un mix di emozioni contrastanti: la curiosità di sapere cosa pensa la gente che ci ascolta, la paura di non riuscire ad arrivare nel modo sperato.

 

 

 

Il brano che avete proposto al pubblico radiofonico inizia con la congiunzione “se”, introducendo quindi una condizione, una modalità discorsiva utilizzata spesso nelle canzoni, specie nelle canzoni d’amore, dove creare un corrispettivo ideale del pensiero diventa  anche una sorta di rifugio… Qual’era nel vostro caso, l’intenzione comunicativa dietro il titolo del brano…?

 

Col titolo volevamo mandare un messaggio forte, chiaro e sintetico. Racchiudere il significato del brano in poche parole. “Se potessi decidere” per noi rappresenta la forza di capire che non sempre tutto dipende da noi e che questo aspetto va accettato, ma anche la malinconia che comporta non avere sempre l’ago della bilancia.

 

Parlando invece della melodia di “se potessi decidere”, ci si accorge di come il brano ben  rappresenti quella che di fatto siete, ovvero la nuova generazione del pop d’autore, dove le sensazioni più intime si intervallano a momenti più concreti e che hanno una specifica referenza con la realtà vissuta…

 

Noi cerchiamo di portare la nostra musica nel modo più onesto e personale. Per farlo cerchiamo di essere più crudi possibile senza discostarci troppo da quelli che sono gli avvenimenti che caratterizzano la nostra vita di tutti i giorni. Nelle parole e nella musica.

 

 

Questo non è il vostro primo singolo e, nonostante la vostra giovane età, avete alla spalle altri brani pubblicati con i quali vi siete fatti conoscere al pubblico…Vi va di raccontare come sono nati e in che modo di solito alternate le fasi di scrittura e composizione…?

 

“Se potessi decidere” è il terzo brano che pubblichiamo, dopo “Brucio dentro” e “Amore liquido”. Le nostre canzoni nascono spesso dalla spontaneità. La prima fase  si concentra nello scrivere quelle che sono le nostre sensazioni, positive o meno. In questa fase la creatività è al centro, senza seguire schemi o regole. Successivamente le parole vengono sistemate e cucite come un abito su misura, in base alla musica e l’arrangiamento. Creatività e razionalità vanno di pari passo, come musica e testo.

 

 

 Soffermandoci invece sul vostro percorso, ricordiamo che avete da poco iniziato a collaborare con un produttore Antonio Frodella e la sua label “Free Recording Studio”, grazie alla quale avete rilasciato il vostro  secondo singolo “Amore liquido”, un pezzo che intende  spiegare, nel contesto sociale che viviamo oggi,  la rapidità e la conseguente superficialità delle relazioni.. Quanto secondo voi tale modo di intendere i rapporti al giorno d’oggi, è influenzato anche dai media?

 

La vita social sicuramente “avvicina” le persone in modo più facile. Il potersi scrivere e conoscere persone da una parte all’altra del mondo in pochissimo tempo rende affascinante le conoscenze, ma allo stesso tempo fa percepire un senso di fugacità maggiore nelle cose. Forse si va a confondere semplicità e purezza con superficialità, purtroppo. 

 

 

 Il vostro nome prende ispirazione dalla strada statale più lunga d’Europa: la “E45”, da che cosa deriva tale scelta e da che cosa invece trae ispirazione la vostra musica… Quali sono i riferimenti che influenzano il vostro stile…?

La “E45” per noi ha assunto un valore importante quando l’abbiamo percorsa per andare a suonare a Roma per la prima volta. La statale ci ha uniti come band proprio perchè la decisione di diventare un gruppo è stata presa al ritorno da questa esperienza.

Ognuno di noi viene da mondi e influenze musicali diverse. Influenze dettate dalle esperienze personali e di formazione fatte negli anni. Ad oggi cerchiamo di guardare a chi può farci crescere sotto molti punti di vista: interpretativo, di scrittura, di interpretazione e di ricerca di nuove sonorità. E’ importante ascoltare tanta

musica, anche molto disparata.

 

 

Prima di chiudere parliamo dei vostri progetti futuri… sicuramente con l’avvento della bella stagione avete tanti live in programma...ci sarà anche un album..?

 

Siamo molto felici in questo momento! Con l’arrivo dell’estate stanno venendo fuori un bel po’ di live. Per noi suonare dal vivo è fondamentale ed è al centro del nostro progetto. Quest’anno, oltre ad avere un po’ di date nelle nostre zone del veneziano, ci sposteremo un po’ più in là: Vicenza, Treviso e anche Roma.

Al momento non abbiamo ancora pensato al live, ma la vita di produzione continua. Stiamo registrando nuovi pezzi e non vediamo l’ora di poterli far sentire!!

 

 

 


lunedì 13 maggio 2024

“VOCE DELL’AMORE” È IL NUOVO SINGOLO DI ALFONSO OLIVER

 



 

Si intitola così il nuovissimo singolo di Alfonso Oliver, cantautore emiliano che inizia giovanissimo il suo percorso musicale, portando le sue canzoni in giro per tutto il mondo con l’intenzione di far conoscere la musica italiana all’estero, soprattutto in Ucraina, paese che ha accolto con grande entusiasmo Alfonso e che l’artista ha ben saputo ricambiare nel corso degli anni.

 Tanti sono stati i tour in quella terra e i viaggi che lo hanno portato a visitare e conoscere le città più importanti e più belle dell’Ucraina, ma dove soprattutto, Alfonso ha incontrato l’amore.

 E’ proprio durante un viaggio in Ucraina infatti, che Alfonso conosce Lidia Ignatenko, la sua attuale moglie, la quale, oltre che ad ispirarlo nelle sue canzoni, segue il lavoro del marito e partecipa anche nei suoi progetti musicali. Tra questi il più recente riguarda le tragiche vicende che purtroppo hanno coinvolto la terra natia di Lidia e che,  non hanno ovviamente lasciato indifferente Alfonso, portandolo  a scrivere una canzone proprio per sensibilizzare il mondo verso quello che stava succedendo al popolo ucraino. Alfonso  pubblica “SVOBODA”, brano scritto in italiano e in ucraino. SVOBODA si traduce in italiano come libertà e si tratta di un singolo  che inaugura una stretta collaborazione con la moglie Lidia, la quale duetta nel pezzo e nei successivi brani rilasciati dal marito, fino alla pubblicazione con lui dell’EP intitolato “L’amore universale” che raccoglie 5 brani, alcuni dei quali, come il primo singolo, bilingui.

Ma ora ecco un brano dove la presenza di Lidia è invece nell’ispirazione stessa che lo ha concepito, perché “Voce dell’amore” è una canzone interamente dedicata a lei, alla moglie di Alfonso Oliver.

Il nuovo singolo dell’artista emiliano sintetizza  in pochi minuti, tutto l’amore provato  per lei e che ogni giorno rinasce più forte che mai. Un amore maturo, ben diverso dal  sentimento provato da due giovani innamorati, perché in questo brano, ad essere celebrato, è un amore che insegue latitudini anche incerte, soffermandosi sui dubbie, le incertezze e cercando di estinguerle grazie al potere rassicurante di una voce amorevole,  parlando in modo diretto anche delle difficoltà che possono incedere in un rapporto.

“Come stai? E’ da tanto tempo oramai che non parliamo da soli noi due, lontano da guai…”

 In poche, pochissime parole, Alfonso esprime la necessità e il valore del dialogo in una relazione, facendo capire nell’immediato, che si tratta di un rapporto durevole e duraturo. Un brano la cui poesia musicale fa leva sulla semplicità , sia lirica che compositiva, un pezzo pop con un ‘essenza connaturata con la spontaneità, dove il linguaggio diretto, diventa il canale comunicativo ideale per confessare l’amore alla propria compagna.

 

Sonia Bellin


mercoledì 8 maggio 2024

“COMING BACK” DI SAVINO VALERIO NELLA TOP 100 DEI BRANI INDIE PIU’ ASCOLTATI!

 



Un successo strabiliante per uno dei brani più suggestivi composti dal talentuoso Savino Valerio, tecnico del suono nonché compositore di musica strumentale che da qualche giorno, può vantarsi di essere presente in  una delle più prestigiose classifiche internazionali. “Coming back”, infatti, precisamente dal 2 maggio, è nella topo 100 dei brani di musica indie, posizionata al 61° posto dei pezzi più trasmessi dalla radio internazionali!

 

Una soddisfazione dopo l’altra per un artista che, singolo dopo singolo, ha ben saputo tenere alto il potere della buona musica, appassionando gli ascoltatori, anche i più distratti, ad emozioni vere, a momenti di grande suggestione, ad un suono che non può che scaturire da dentro di noi, dalla nostra anima in cerca di risposte e che in questo ritorno, si accinge ad identificarsi nel suo passato e nei valori che questo detiene per noi, per il nostro essere.

 

 “Coming back” esprime infatti un ritorno alle origini, quindi alle nostre radici, a quello che contraddistingue ciò che eravamo, ciò che siamo e ciò che saremo….Un viaggio alla riscoperta di un tempo che fu e, in contemporanea, un viaggio che attraversa il presente, scindendo le nostre impressioni, proiettandosi poi, nell’avvenire incerto che si pone innanzi al nostro orizzonte. E come i contrasti emergono in questo andirivieni sonoro che si interseca con le sensazioni vivide, quelli stessi accordi si apprestano a riunire legami indissolubili, sedimentati dal tempo…Un tempo che il nostro vissuto ha imparato a distinguere, facendo tesoro di valori imprescindibili e che ora, rivivono in noi in questa delicata atmosfera che tali suoni ci riportano…Ossia in quel luogo preciso dove tutto ebbe inizio…Una sorta di luogo primordiale dove la speranza soggiace ai nostri ideali, lambendo di onde cariche di positività, le impronte del nostro cammino. Un cammino che se ora procede a ritroso in questo ritorno, fa breccia nel nostro Io più profondo alimentando la speranza di un amore che in fondo non è mai andato via…

 

 

 

Sonia Bellin

 

 

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