Si intitola così il nuovo album rilasciato dalla band toscana che risponde al nome di Netri e Laredo, il cui sound fonde il rock con il pop e il miglior cantautorato italiano, sprigionando testi profondi distesi ora su ballate malinconiche, ora su brani dal ritmo più avvincente.
“Nati sbagliati” è un disco di dieci brani, tra i quali anche diversi singoli pubblicati precedentemente sia in radio, che nei digital stores.
Racconti accesi su tematiche molto diverse tra loro, a cominciare dalla traccia di apertura, che richiama il significato stesso dell’album e in parte anche del titolo. Una generazione sospesa perché priva di riferimenti certi, dove da un lato, si è catturati dalla ribellione e dalla voglia di emergere, di poter essere se stessi, senza conformarsi alla massa, mentre dall’altro lato, il bisogno di certezze, di stabilità… I dubbi , le ansie e l’illusione di poter contare solo su se stessi.
Un concetto chiave dell’album che però presenta anche un altro focus, ovvero quello dell’amore e di quel romanticismo malinconico di cui il rock mostra la sua apoteosi nelle ballate.
“Regina triste mai” racconta di come sia facile, ma allo stesso difficile, essere normali e speciali allo stesso tempo; il brano spiega come la bellezza di una donna sia equiparabile al suo sentirsi Regina, pur non avendo compiuto azioni eclatanti e pur non essendo una donna famosa, ma rimanendo semplicemente lei: una donna la cui essenzialità pone in risalto bellezza nella quotidianità.
Ma oltre all’amore e al desiderio di una rivoluzione interiore, ecco anche un tema attuale e molto delicato, quale quello del cyberbullismo che, in “Tutto è perfetto” qui viene vissuto da parte di una ragazza, ma raccontato dal punto di vista di quello che potrebbe essere il suo ragazzo, ma anche il suo assassino. Brano che i Netri definiscono atipico proprio in questo stravolgimento di vedute ma anche nella durata stessa (meno di tre minuti) ma con una travolgenza tale in fatto di sound e di vocalità, da essere paragonabile ad un uragano o ad un fiume in piena.
Un momento molto intenso e dalle prospettive diverse che incrociandosi, trovano diversi stati d’animo in un confronto acceso e diretto soprattutto alle nuove generazioni.
Altro tema importante quello di “Malacarne”, un brano che parla di rivincita e di voglia di emergere, di sconfiggere quel senso di disagio di chi nasce nelle periferie e si ritrova poi costretto a vivere una condizione di emarginazione di fronte alla società con tutte le conseguenze dell’essere accettato come un comune cittadino da un sistema contraddittorio e ignaro di tutto. Un sound aggrovigliato da chitarre che scalfiscono una batteria possente, mentre la voce di Riccardo, come al solito, puntella il ritmo, elargendo un’emotività unica, quasi fosse anch’essa parte integrante della strumentazione. “Con l’incertezza del futuro e la paura del presente”.
Un pezzo con tratteggi rap, a confermare il senso ultimo del brano e che lo rendono ancora più vicino al panorama musicale odierno, senza per questo conformarsi alle esigenze del mercato ma mantenendo una sua fisionomia musicale originale.
“Sono qui per te, sarebbe facile farti aiutare…potrei anche convincerti che ha ragione lo specchio..” un brano il cui significato va ben oltre l’accettazione di se stessi parlando di un disturbo alimentare con un linguaggio diretto e allo stesso tempo pacato e delicato, con l’impossibilità di rimanerne del tutto staccato perché troppo forte è l’emotività che trascende il respiro di ogni nota. “Un gioco di specchi che ti fa a pezzi”: l’apparenza che ruba l’autenticità e la capacità di mostrarsi come si è, di volersi bene e di sapersi accettare, tuttavia è proprio nel saper cogliere un problema che la strada per risolverlo si erge di fronte a noi.
Nostalgie “incoscienti e sfrontate senza età” in “Estate 90” che ripercorre gli anni dell’adolescenza dei componenti della band; “abbiam vissuto noi senza fermarci mai”: l’idea sempre fissa di chi non si ferma di fronte a niente, quelli sono e rimarranno gli anni migliori per chi li vive in quel periodo fatto di sogni, aspettative, ideali da portare avanti nonostante tutto, senza remore. Il tempo dell’innamoramento, dei primi baci… di illusioni ancora da dispiegare…mentre a fare da sfondo, c’è solo la musica e un panorama che scorre fuori dal finestrino di un auto in corsa come il cuore che batte.
Tra il rock sfrontato e la voglia di ribellione, arriva “Amantemantide”, un brano accattivante che racconta di una relazione d’amore tra un ragazzo ed una giovane escort, con tutta la trasgressione che comporta tale contesto senza contare che il ragazzo desidererebbe che lei terminasse con quella vita per vivere pienamente la loro storia d’amore.
Il brano utilizza la metafora della vita come avversario da battere in un immaginario ring, nel quale a volte si vince, ma molto spesso si perde, ed è allora che è importante chi hai al tuo fianco.
“La vita picchi duro ma io ho spalle al muro, resto in piedi e la affronto qui..” canta Riccardo in “Come un pugile” che nel pezzo diventa la metafora del nostro quotidiano;
la vita che ti può gettare a terra, con tutte le incertezze e l’inadeguatezza che si susseguono una dopo l’altra, proprio come in un ring, dove occorre risollevarsi dopo ogni caduta, senza mai cedere. L’importanza di avere un amico, una spalla su cui piangere e una mano tesa verso di noi.
Ricordi che affievoliscono la loro immagine, il tempo che passa e che lenisce dolore, ma anche momenti vissuti, persone vicine… Nello scomparire con il tempo, il dolore sembra volerci ricordare di chi abbiamo di più caro e così, capita di sentirsi in colpa se quel ricordo diventa meno vivido… ed ecco quindi come “Male più” esprime questo contrasto di emozioni che emergono dentro di noi, lasciandoci domande che non hanno risposte.
E in questo viaggio sconfinato, tra corde emotive tracciate con chitarre amplificate da un voce eterea a chiudere come ultima tappa il brano intitolato appunto “Endilings”, ovvero “sopravvissuti”, perché è questo il senso che abbiamo attraversato nel periodo post pandemia, quando di colpo, tutto è cambiato e assieme ad esso, anche le nostre abitudini, con tanti dubbi e una sola certezza: che l’amore delle persone vicine a noi sono l’unico modo per far fronte a qualsiasi difficoltà.
Sonia Bellin
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