E dopo il lancio del suo ultimo singolo,
il brano intitolato “Come cambia il vento”, ecco che abbiamo finalmente di
nuovo qui con noi Stefano Mordenti, il cantautore toscano, da molti conosciuto
semplicemente come Mor reduce da una una lunga serie di interessanti eventi…
Ben ritrovato caro Stefano, allora
iniziamo proprio da questo, ovvero dalla finale di Sanremo Rock che ti ha
visto protagonista l’8 settembre al teatro Ariston di Sanremo dove ormai sei di
casa…
Ciao Sonia! E' un piacere ritrovarti! Colgo
l'occasione per salutare tutti i lettori e chi mi segue ormai da anni.
Finalmente ci rivediamo e ci riscriviamo! Sì l'8 Settembre sono salito per la
terza volta su uno dei palchi più importanti d'Italia: quello del Teatro
dell'Ariston di Sanremo. Per me è stato un onore poter partecipare alle finali
nazionali di Sanremo Rock dove gareggiano circa 250 band selezionate tramite
live che si sono svolti in giro per il nostro Belpaese, su migliaia di richieste
che ogni anno provengono dall'Italia e dall'estero.
Se dovessi tornare indietro alla tua
prima esibizione in quel palco... Scommetto che ancora ricordi le emozioni….
Certo. Ho tutto ancora ben presente: l'adrenalina, il
cuore che batte forte, i pensieri che vanno e vengono, la paura, la tensione,
ma nello stesso tempo una gran voglia di esprimermi e di farmi conoscere. Poi
quando parte la musica, tutto cambia. La paura scompare. Almeno a me è successo
così. Quando sali sul palco del Teatro dell'Ariston, tempio della musica
nazionale e internazionale dove sono saliti i più grandi cantanti e i più
grandi musicisti, non puoi far altro che portare grande rispetto.
Ma concentriamoci ora sul tuo ultimo
singolo, il brano intitolato “Come cambia il vento”, un pezzo molto
particolare, con dei rintocchi musicali nostalgici e capace di suscitare
davvero forti emozioni…
Esattamente come hai premesso, sono fresco di
pubblicazione. Come sempre, non c'è niente di pianificato che riguarda la mia
musica e il mio spirito libero mi ha portato a scrivere una canzone pensando a
quelle situazioni in cui nostro malgrado, prima o poi ci ritroveremo tutti o ci
rivediamo tutti: in quel momento in cui entriamo nella casa ora vuota dove
avevamo vissuto la nostra infanzia. Rifioriscono i ricordi, le sensazioni, le
voci passate, in quell'ambiente così familiare che adesso non c'è più, dove nei
cassetti si nascondevano i nostri sogni. “Come cambia il vento” è una canzone
che mi ha fatto pensare, che fa pensare.
Nonostante il brano sia stato
pubblicato ormai due mesi fa, in radio è ancora una delle canzoni più suonate
tra i brani indipendenti…Così come i tuoi singoli precedenti, che hanno destato
da sempre un grande interesse da parte sia del pubblico che della critica….
Sono molto contento che le radio e il pubblico stiano
apprezzando la mia musica. Anche perché quando non scrivi e pubblichi a
tavolino, risulta tutto più difficile e soprattutto come nel mio caso, quando
non hai una casa discografica che ti supporta. D'altra parte a me i vincoli non
piacciono granché, soprattutto fino ad ora, ho sempre scritto i testi e la
musica quando avevo qualcosa da dire. Prima devo essere io ad emozionarmi. Poi
cerco di trasmettere al pubblico le mie emozioni.
Ascoltando “Come cambia il vento” si
intuisce come lo sguardo verso il passato e verso il miglior cantautorato
italiano, non trascuri per nulla la scena più contemporanea del pop, ovvero
questa nuova onda indie pop che spinge verso l’elettronica…
Nei miei brani (anche quelli
di vent'anni fa) non ho mai precluso il fatto di utilizzare synth per dare un
tocco di freschezza a brani che inizialmente suonavano rock. Poi a me piace
sperimentare strizzando l'occhio agli anni 80', anni in cui mi ci ritrovo in
pieno non solo nella musica. Di quel periodo mi piace la purezza, la freschezza
e la leggerezza in cui abbiamo vissuto.
Sonorità anni 80' si retro', ma
che diventano contemporanee nel momento in cui le ritroviamo al giorno d'oggi e
che quindi risultano sempre attuali. A tal proposito, vorrei citare solo un
esempio, quello di una grande successo planetario di oggi: il brano “As it was”
di Harry Styles.
Suoni moderni e accattivanti ma una
predilezione per testi riflessivi, un marchio di fabbrica ormai per te caro
Stefano…Che cosa ti ispira maggiormente quando scrivi e che cosa in particolare
ha ispirato la scrittura di “Come cambia il vento”… ?
Prendo ispirazione da tutto ciò
che mi circonda, che mi trasmette un'emozione, che mi lascia qualcosa e che mi
fa riflettere. I miei testi come dicevi tu, sono riflessivi ed è grazie alla
musica che riesco a proiettarmi e a materializzarmi in una determinata
situazione che sia presente, passata o futura.
Nel mio ultimo brano ho preso
ispirazione da racconti di amici e parenti che si erano trovati nella
situazione di entrare, come dicevo sopra, nella casa vuota dove avevano
trascorso gli anni felici della loro infanzia.
E' stato come aver visto un film
che poi ho proiettato su di me.
Il titolo di questa canzone
“Come cambia il vento”, racchiude un significato profondo, un modo di essere
che non cambia nonostante il tempo scorra e il vento provi a portarsi via
tutto.
Prima di salutarci volgiamo uno
sguardo al futuro… Che cosa ha in programma Mor nei prossimi mesi..? Qualche
anticipazione da dare al pubblico e ai nostri lettori?
Ho il desiderio di tornare sul palco perché il
contatto con il pubblico è semplicemente magico, anche se non è facile portare
in giro i propri brani.
Per il resto posso dire che ho in programma nuovi
singoli da pubblicare, nuovi video e mi piacerebbe far uscire uno di questi per
il mio compleanno che coincide con il mio onomastico e chi lo sa che tra i
regali da aprire non trovi...la data del mio prossimo live???
Un caro saluto a te Sonia e a chi ci segue.