Diamo
il benvenuto ad una giovanissima ed intrepida cantante emergente, che in questi
giorni esordisce in radio con il suo primo inedito…si tratta di Alice
Sansebastiano e l’abbiamo intervistata per porle qualche domanda….
Ben
trovata Cara Alice,
Iniziamo dunque proprio da questa tua nuova avventura, “Punto di
partenza”… un brano tutto nuovo che hai deciso di far uscire in radio… ti va di
raccontare agli ascoltatori di che cosa parla la canzone e che cosa l’ha ispirata…?
Certamente, e con piacere.
“Punto di partenza” è un brano
intenso che racconta di un amore tormentato che f male e distrugge e che
però, dà anche una certa consapevolezza di quello che sta avvenendo alla
protagonista. Si parte dall’innamoramento idilliaco e quasi accecante, per
arrivare ad una conclusione in cui la protagonista tira fuori anche una certa
grinta e lo si sente oltresì dalle note e dalla musica che prende sempre più
spazio.
Hai
dichiarato che il brano nasce dall’esigenza di concretizzare un sogno nel
cassetto rimasto li tanto tempo..che cosa ti ha portato a dire…”ebbene, è
giunto il momento di pubblicarlo…?
Ottima domanda, in realtà mi sono
chiesta il perché io avessi fatto questo grande progetto, così importante per
me, per poi non finirlo e lasciarlo a metà; inutile amare una cosa alla follia
e non poterla donare agli altri no? Quindi ho detto, ora voglio scoprirmi,
voglio che tutti possano godere di questa musica e di questo brano, anche
perché credo che possa arrivare al cuore della gente; in fondo abbiamo quasi
tutti attraversato dei momenti di buio nella vita no? Quindi ho voluto ridargli
nuova vita, soprattutto registrandolo con la voce più completa e matura che ho
oggi.
Parliamo
ora invece di quando hai deciso che volevi fare la cantante… un’idea che ha
cominciato a girarti per la testa quando eri molto piccola..e che poi i tuoi
genitori hanno appoggiato...
Effettivamente si, la musica mi ha
sempre appassionato. Ricordo di aver sempre cantato in cameretta, io da sola o
con le mie amiche; cantavamo qualsiasi cosa, oltretutto con microfoni
immaginari o ricreati con oggetti di recupero e ci si divertiva davvero tanto. Ricordo che percorrevo il cortile di casa mia, in bicicletta,
cantando messaggio d’amore… ( meno male che eravamo in campagna ahhahah e
nessuno ci sentiva). All’epoca ballavo anche ed un giorno, durante un saggio di
danza, sentii una ragazza cantare…li dissi…. Io voglio cantare! E un bel
giorno mi sono trovata l’impianto con microfono e casse a casa, acquistato dai
miei genitori, è stato il regalo più bello che potessi ricevere. Sentivo
l’esigenza di cantare, di raccontarmi e oggi ancora di più, ogni singolo
momento della mia giornata è contornato da musica. Quando posso, mi metto le
cuffiette e via, mi immergo in questo mondo magico…
Hai raccontato poi di come l’hip hop è stato per diverso tempo
il genere che meglio rappresentava la tua attitudine musicale..oggi è ancora
così o, nel frattempo sono altri, gli stili che meglio definiscono la tua
fisionomia artistica…?
La danza si è stato un capitolo
importante e bello della mia vita e adolescenza. Mi ha permesso di fare anche
diverse conoscenze e stringere nuove amicizie.
Però sentivo che mi mancava qualcosa,
perché io volevo regalare emozioni e nella danza forse non riuscivo ad
esprimermi al meglio, quindi direi che la forma d’arte che mi rappresenta
meglio rimane il canto assolutamente anche oggi. Si gli altri sport e passioni
che coltivo, mi arricchiscono molto, ma come il canto e la moda non ce ne sono
davvero.
Sono diversi i concorsi e le manifestazioni a cui hai preso
parte e attraverso le quali hai avuto modo di farti conoscere, hai partecipato
poi ad un videoclip musicale e al famoso Cet di Mogol….Raccontaci un po’ di
come quest’ultima esperienza ha arricchito il tuo background musicale…
Diciamo che la partecipazione al Cet
di Mogol, è stata davvero un’esperienza arricchente dal punto di vista musicale
e personale. Sono stati tre giorni davvero emozionanti, ovunque si
respirava musica, in ogni angolo c’era un pianoforte, un qualcuno che provava,
che suonava, che regalava note insomma.
Abbiamo avuto la possibilità di incontrare anche Mogol, ed
è stato impagabile. Durante i tre giorni al Cet, abbiamo fatto diverse lezioni
sull’interpretazione, sulla scrittura di brani e ovviamente vocalità. Alla fine
abbiamo registrato una cover in una delle diverse sale d’incisione presenti
nella struttura. Un’esperienza unica davvero.
Prima di salutarci, prospettandoci un nuovo incontro in
vista dei tuoi progetti futuri, ti chiedo… Quali altri sogni nel cassetto ti
proponi ora di estrarre, per continuare questa intrigante avventura….?
Intanto approfitto per ringraziarti
per l’intervista e per il tempo che mi hai dedicato. Nei progetti futuri,
sicuramente c’è l’idea di voler incidere un nuovo brano, mi piacerebbe anche
una collaborazione con una figura maschile, magari per incidere proprio un
duetto, che è da sempre un vero e proprio sogno nel cassetto.
Poi, periodo permettendo, spero che
riaprano i vari concorsi canori, per poter continuare a mettermi in gioco,
perché io vivo di musica.
Sonia Bellin