Abbiamo con noi Marco
Di Turo e Gianni Di Roma, per alcuni due nomi nuovi, per molti due nomi già noti, si tratta infatti di
due componenti della punk-rock band MONARKAOTIKA, ma che in questa occasione,
hanno deciso di presentarsi in una veste leggermente diversa….
Ben ritrovati,
Cominciamo dal nome che
avete scelto, giusto per ritornare alle origini di quando vi chiesi perché
avevate scelto il nome Morkaotika, vi chiedo ora, perché I figli di Eva…?
La decisione
di chiamarci Figli di Eva è stata presa un pò per gioco, molti ci scambiano per
fratelli e non lo siamo. Poi ci piaceva anche perché, nelle nostre canzoni,
raccontiamo con si rapporta l’ uomo nei confronti della vita e i figli di Eva,
Caino e Abele sono i primi uomini sulla terra, dopo Adamo ed Eva a scoprire che
nella vita esiste il bene e il male che si manifestano anche in stati d’ animo.
La competizione, l’ essere servili, la gelosia, l’ invidia e altro, loro, hanno
vissuto queste sensazioni senza che nessuno le spiegasse, diventando così il
primo martire, la prima vittima, il primo assassino sulla terra, le storie di
vita sono conseguenze e a noi piace raccontarle…
Avete definito questo
come un progetto parallelo nato durante il lockdown…un modo per esprimere nuove
idee ed essenza musicali, dando libero sfogo all’immaginazione sonora….In
particolare, cosa distingue questo nuovo progetto da quello precedente…sia dal
punto di vista musicale che da quello dei testi e delle tematiche affrontate….
Definiamo questo progetto così, proprio perché esce
praticamente insieme al secondo album dei monarkaotika, infatti
"psicanalisi", uscito un paio di mesi fa ci sta dando molte
soddisfazioni, abbiamo molta voglia di suonarlo dal vivo. La differenza dei due
progetti è netto, dal punto di vista musicale, i figli di Eva è un progetto più
casalingo, di confronti con l’ arrangiatore Giampiero Frulli, il fonico Galoppa,
a differenza dei monarkaotika dove la musica fuoriesce da incontri on la band
in sala prove. Fondamentalmente è spiritualmente diverso, per quanto riguarda i
testi, la penna è sempre la stessa. Le musiche dei figli di Eva, nascono da
Gianni di Roma arricchite dalla collaborazione di Giampiero Frulli, mentre ai
monarkaotika le idee musicali possono nascere da Luca Palminteri alla chitarra
e dallo stesso Gianni al basso e con la partecipazione immensa di Michele Marzulli
alla batteria
A proposito delle
tematiche, GALERA è il singolo con cui esordite come Figli di Eva, e qui, la
tematica è molto forte e anche delicata per certi versi…
Galera è il
primo singolo, nasce durante il periodo del lockdown, ma giriamo di non aver
avuto nessun ispirazione dal periodo, che alla fine ci calza a pennello, anche
se si parla di una galera più introspettiva, dove l’ uomo è vittima delle sue
problematiche, lasciando le stesse, nel proprio segreto, creando una barriera
verso gli altri. L'emancipazione è il desiderio crescita dell’ uomo, che si forma intorno anche ai propri ostacoli, ma gli errori si superano e si può migliorare; il
gesso rappresenta il passato che non lascia il segno perché quello che scrivi
sulla lavagna, che rappresenta in questo caso la propria vita è facilmente
cancellabile …
Oltre ad un singolo
che andrete a promuovere in radio, ci sara’ un videoclip del brano? E se si …cosa avete scelto come idea per
rendere ancora di più il senso del disagio derivato da uno sentirsi schiavo di
un sistema spesso non condiviso…?
“Galera”, ha come nucleo una riflessione sul concetto
della prigionia mentale e sociale. la detenzione è la condizione che ogni
personaggio subisce ,è una vera e propria trappola che perlustra e scava nelle
manie e nelle ossessioni di ciascun prigioniero. Non esistono sbarre o porte a
delimitare gli spazi dei reclusi ma delle videocamere che riprendono in maniera
costante ed opprimente i loro comportamenti, le loro ossessioni, una sorta di
Grande Fratello violento e cinico. Il videoclip, pensato come un vero e proprio
cortometraggio, racconta una storia divisa sommariamente in tre parti: la
cattura, la detenzione e l'esecuzione; al tutto fa da sfondo la vicenda di due
ragazze che trovando una videocassetta per curiosità decidono di vederla per
poi trovarsi direttamente coinvolte nelle dinamiche degli eventi, finendo per
essere intrappolate in una prigione senza via d'uscita. La visione è il tema
centrale del video, lo spettatore, dunque, suo malgrado, si trova imprigionato,
intrappolato nello stesso meccanismo “a matrioska” che lo inserisce nelle trame
del film. Lo spettatore intrappolato, vittima della visione e dell'ascolto del
brano ,diverrà esso stesso non solo fruitore ma vero e proprio protagonista del
video. Svariati sono gli omaggi filmici e registici , da videodrome a the
experiment. (solo per citarne alcuni). Un altro tema ( essenzialmente ne è
anche il fulcro) è il concetto di libertà, cosa è davvero e cosa invece ci
rende prigionieri. I protagonisti, i due musicisti, riescono a salvarsi per
mezzo della musica, che rende l'uomo immune al tempo e alla morte; quasi una
sorta di resurrezione. Il finale, carico di simbolismo, vuol rappresentare
l'immortalità dell'arte e della musica , unico grado per elevare l'uomo ad essere
immortale, qualcosa che può elevare il “recluso” ad “essere libero”
Avete in programma un
album o un ep. Quali altri temi avete affrontato durante questi i mesi del
lockdown?
L’ idea è quella di far uscire, per il momento,
singoli con videoclip, le tematiche ci piacerebbe affrontarle ogni volta che
uscirà il singolo. Più in là uscirà un album che raccoglierà tutti i singoli…
E per finire…in “Galera”
parlate di un segreto che ogni essere umano serba dentro di sé…quanto è utile
mantenere questo segreto tale, piuttosto che renderlo accessibile a tutti…?
Ci sono segreti che conviene non svelare, il
messaggio del brano, non vuole invitare a svelarli tutti, anche perché, i
segreti, li hanno tutti gli uomini, sono come gli scheletri nell’armadio,
possono essere sogni o incubi e altro. È un invito più all’ altra parte a non
cercare di entrare nei miei pensieri, perché saranno sempre diversi da persona
a persona…