Uscito il 29 settembre in tutti i digital stores e nelle radio, “Kids of the dragon” è il titolo del primo singolo degli Start, band ma più propriamente duo, composto da Andrea Vettore (voce) e Riccardo Fazion (tastiere), che hanno unito le loro passioni e la loro amicizia per dare vita ad un progetto innovativo e intraprendente.
Gli stArt si propongono come una nuova frontiera nella musica rock, specializzati in un genere che attinge all’hard rock degli anni ‘80 e ‘90, con influenze che vanno dagli Europe a Bon Jovi, si contraddistinguono per un uso massiccio delle tastiere e dei sintetizzatori, creando uno stile inconfondibile…
Uno stile dove la stasi di un pensiero colto sul nascere, porta a dare uno sguardo approfondito a ciò che li circonda, incontrando il movimento incessante e ineluttabile del rock e caricando di ritmo brani che perseguono tale dualismo stilistico, come anche nei testi, i quali conciliano la musicalità della lingua inglese, con le sfumature semantiche dell’italiano, apportando significati tangibili alle loro canzoni, in linea con un rock targato Italia.
Un genere, quello del rock, che sta riprendendo piede in questi ultimi anni , specie nelle nuove generazioni che intravedono fiduciosamente nel rock, un modo di essere e di porsi nei confronti della società, oltre che di essere. Il farsi sentire nonostante il clamore di tanta e troppa offerta di musica, la cui essenza è spesso e volentieri messa in discussione, contro chi magari necessita di “non pensare” e di vivere la musica come un momento di leggerezza. E… tra esigenze e concezioni tra loro opposte, ecco gli Start, il connubio perfetto tra la musica intesa come sano divertimento, e il bisogno di dare un messaggio, di comunicare un “qualcosa” al pubblico in ascolto. Ed ecco anche il motivo di questa loro scelta di miscelare la lingua inglese, con quella italiana, dando così la possibilità al loro rock di marcare le sonorità da cui il loro sound prende ispirazione, senza dimenticare la loro origine e caricando di significati concreti i loro testi, i quali diventano anche degli interessanti spunti di riflessione.
E’ il caso del loro primo singolo, il brano che Andrea e Riccardo stanno promuovendo in queste settimane con ottimi risultati e la cui potenza del rock si arricchisce di una ferma e attenta riflessione sull’equilibrio sempre più precario tra creatore e creato in un’era dominata dall’intelligenza artificiale. La storia di un uomo che utilizza software avanzati per dar vita a un’immagine di un drago artificiale. Questo drago, però, soffre in silenzio, confuso sul suo ruolo e dal suo stesso esistere, mentre il suo creatore umano lotta per mantenere il proprio posto in un mondo in veloce cambiamento.
E’ questo quello che racconta “Kids of the Dragon”, un brano che si interroga sul senso e sulle conseguenze di una tematica molto discussa in questi tempi e che mette in evidenza questioni etiche e filosofiche anche urgenti. Ma più che una critica, la canzone degli StArt vuole essere un punto di partenza per riflettere sul ruolo dell’uomo e sulle sue possibilità: si tratta davvero di un beneficio quello che l’intelligenza artificiale può apportare… o le conseguenze e le questioni sollevate sono più dannose che altro…? A chi giova veramente questa innovazione tecnologica?
Riprendendo anche uno dei film cardini sul tema, ovvero Matrix, gli StArt in questo brano affrontano il paradosso esistenziale di un mondo in cui l’uomo e la macchina sono intricatamente intrecciati. “Creare o essere creati?” E’ questo il dilemma! Si potrebbe oggettivamente asserire; a che cosa porterà questo progresso tecnologico che crea contraddizioni inequivocabili riguardanti l’etica e la condotta umana che si interfaccia con la realtà…? E ancora… se Dio ha creato l’uomo, e ora l’uomo crea a sua volta un “qualcosa “, ne derivano molti interrogativi riguardanti l’essenza umana che vuole trasferire su di sé, modi e principi divini. Quale sarebbe dunque il ruolo dell’uomo…Il suo scopo esistenziale in un’epoca contrassegnata da questo tipi di ingerenze morali. Si tratta di domande senza risposta, che sollevano dubbi e discussioni perchè, nonostante il progresso proceda a perdifiato, quello che solleva rimane sospeso, come lo sono le incertezze delle persone, le quali non sanno più distinguere nettamente, ciò che è giusto da ciò che è sbagliato…
E’ la questione etica e filosofica che “Kids Of The Dragon” pone, incanalando le ansie e le speranze di un’epoca in cui la distinzione tra creatore e creato è sempre più sfocata. Con il lancio ufficiale di “Kids Of The Dragon”, gli stArt non solo dimostrano la loro ecletticità e talento musicale, ma aprono anche un dialogo cruciale sulle sfide etiche e sociali che attendono l’umanità. Grazie ad ogni membro della band e all’apporto speciale di Jonathan Gasparini, questo singolo non è solo un tormentone da cantare, ma un invito a confrontarsi con le questioni più urgenti del nostro tempo, tutto attraverso il medium evocativo della musica.
Sonia Bellin