mercoledì 30 luglio 2025

“I AM FREE” E’ L’ULTIMO SINGOLO DI MIRKO COLOMBARI”

 



Un grido di libertà che risuona attraverso le fugaci note di un rock trasversale, capace di oltrepassare qualsiasi barriera per contaminare ogni genere e di insinuarsi nelle storie di viaggi, scoperte e di nuove sfide.

 Suoni immaginifici ma intrisi di realtà, con svolte verso ideali celati dietro angoli di strade ancora da raggiungere; note che si dispiegano attraverso la vocalità unica di Mirko Colombari, la cui timbrica graffiante sembra poggiare su di una roccia scabrosa, per diffondere nell’etere suoni duri e decisi, dirompenti, la cui intensità si esprime anche attraverso l’approccio stesso con il quale il cantautore, racconta una storia di rock e di libertà.

“I am free” è non a caso il titolo di questo brano che ritrae i fotogrammi di un viaggio senza una precisa meta,  ma solo con l’idea di abbandonare i pensieri per vivificarli attraverso la musica.

Un brano che può essere ascoltato ovunque, ma che esprime in maniera perfetta la voglia di viaggiare e di scoprire luoghi, persone ed emozioni. Il rock che incontra i sentimenti veri per poterli esprimere nella maniera più intensa ed evidenziarli attraverso un sound trascinante che impersonifica l’ebbrezza umana del vivere il presente, senza volgersi indietro ma solo gustandosi ogni instante del vissuto attuale godendosi ogni momento, ogni scatto, ogni singolo suono che solo il rock riesce a rendere in modo ineccepibile. Il videoclip rappresenta bene questa idea e d è stato  realizzato da Fre Perez, con  la partecipazione e collaborazione della Ducati di Reggio Emilia e i Desmoboys Motoclub. Ritmo fluttuante e colori sgargianti per un rock d’impatto che infrange ogni barriera. Cantautore rock influenzato dal mondo della chitarra, Mirko Colombari ha prodotto cinque album in lingua italiana e vinto numerosi premi, tra i quali il premio Cantautori della via Emilia. Finalista per tre volte a Sanremo Rock, gli ultimi lavori di Colombari vedono la scrittura in lingua inglese, determinata anche dal trasferimento dell’artista nei Paesi Bassi.

Dopo la pubblicazione di "Ibiza Man" per la Major Sony/Virgin Music Group, pubblica "I AM FREE" con la label PMS Studio e la distribuzione di Sony Music,; il brano  è stato prodotto registrando la band in presa diretta come si faceva negli anni 60/70, è stato candidato al Tour music Fest Autori ed è ora trasmesso nelle radio e  in tutte le piattaforme digitali, oltre che nei digital stores.

 

Sonia Bellin

 

Link digital stores:

 https://sonyorchard.lnk.to/iamfrees Motoclub.

giovedì 17 luglio 2025

INTERVISTA A SAVINO VALERIO

 

 


 


E ritroviamo con piacere il fondatore di Plaza de Mundo Project, compositore, produttore musicale e ingegnere del suono che risponde al nome di Savino Valerio e che anche in questa estate caldissima non smette di sfornare un successo dopo l’altro…

 

Hai raccontato come “Let me steal the time”, sia un brano nato in realtà parecchi anni fa, scritto da te, ma previsto anche per Sanremo, e che poi è rimasto nel cassetto per un bel po' di tempo, prima di uscire allo scoperto…

 

Si è proprio così ... è stato un po' per caso… sai sono di quelle cose che non programmi o si decidono. Credo che l’imputata sia stato il conservatorio , in questo caso il G.Verdi di Milano, ho sempre avuto un bel rapporto con il conservatorio mi sono sempre sentito a casa anche se non ci ho mai abitato effettivamente ma ero sempre il benvenuto e ben accolto . Nella sala dell’Auditorium c’era uno Stainway & Sons per me ambito . Stavo curando una registrazione live e al termine nel attesa e nel completo silenzio ero rimasto io e lui …una telefonata del mio socio B.Alberto che esclamando : Hai suonato il piano?. ..Beh quella frase mi fece riflettere e come sempre con riverenza e rispetto verso il re degli strumenti, mi sedetti, posai le mani e partì l’incipit di quello che era il brano che avevo prodotto per Sanremo. Poi…come per magia… e credo per l’energia che c’era in quel momento nacque Let me steal the time, il cui titolo altro non è, che le prime parole del testo del brano rimasto nel cassetto.

 

 

Quali emozioni ti fa vivere la consapevolezza che quel tempo trascorso, ha fatto si che il brano, parlasse proprio di tempo e di come questo sia capace di apporre cambiamenti….?

 

Oggi sembra che il tempo non basti mai, ma penso che in realtà non è vero perché il tempo è una grandezza che abbiamo scelto noi sin dagli albori…Per avere un riferimento, quel riferimento che serve a non farci sentire smarriti o senza direzione lungo il cammino di questa vita. E’ vero ha un’ unica direzione: quello dell’andare avanti  però, dentro di noi lo possiamo plasmare per viaggiare con la nostra anima tra passato , presente e futuro. Quindi la possibilità di ricordare, raccontarci e sognare.

 

 

 Il tempo è una componente fondamentale del nostro vissuto, tuttavia oggigiorno ci ritroviamo a rincorrerlo a non poterlo vivere come vorremmo…quanto nel brano tale emozione viene rilasciata…? E quanto l’ha ispirato..?

 

Come ho già detto e come giustamente affermi… è una componente importante e credo che non siamo noi a rincorrerlo lui è lì, ma bensì è la società attuale e i cambiamenti importanti e avvolte drastici che avvengono nel mondo a farci perdere la consapevolezza che lui è li. Let me stealthe time per me ne è la prova era lì nel cassetto dovevo solo trovare il momento giusto per tirarlo fuori…ma il tempo non ha fatto nulla… Lui ha continuato a scorrere sono stato io a decidere  l’istante. Tutto ciò è per me molto emozionante e spero che sia riuscito a trasmetterlo in questo brano.

 

Con il nuovo singolo “You make me live”, siamo in un territorio confinante con il precedente e c’è un collegamento netto anche con le soglie emotive dove, se prima era il tempo ad essere il legame fondamentale con le nostre scelte, qui ci sono le scelte che danno un senso alla nostra vita…

 

Esatto “You make me live” , nasce perché volevo omaggiare la musica . Si, colei che mi ha accompagnato sin dalla nascita indirettamente con mio padre e poi direttamente. E’ colei che è stata ed è compagna di vita.

 

Il brano vede la collaborazione con il tuo amico e chitarrista Carime Migliore che ha dato al pezzo un'impronta rock, quanto tale genere rende ragione di una componente rivoluzionaria del tuo modo di essere e di fare musica…?

 

Come dice il progetto che porto avanti da anni e PDM Plaza De Mondo Project , la piazza del mondo, ebbene si la musica è la piazza del mondo dove tutti si possono incontrare e avere un unico linguaggio. ..il suono…questo fa si che in ogni composizione che scrivo posso sperimentare e coinvolgere come in questo caso …ne colgo l’occasione per ringraziare ancora il mio amico e grande chitarrista Carmine Migliore che da subito è entrato nel modo del brano dando il giusto apporto con sensibilità e professionalità.

Rock ma anche emotività e melodia, senso di un’armonia rarefatta che si evolve a poco a poco…per elargire il tuo senso di appartenenza con la musica…Ora che due brani sono presenti nella Euro Indie Music Chart, ovvero la classifica dei brani indipendenti più trasmessi e ascoltati dalla radio internazionale, come ti stai muovendo verso l’inizio dell’estate.. Quali sono i progetti di Savino Valerio e Plaza de  Mundo project dei prossimi mesi…?

Nei prossimi mesi ci saranno nuovi singoli  e nel frattempo ho iniziato a scrive un libro. Scrivere non era nei miei progetti. Ma la vita, si sa, non ama i piani perfetti. E così, tra una nota e una notte, ho capito che certe cose chiedono di essere dette per non essere dimenticate.

 

Producer and Mixingenginering

Savino Valerio

 

giovedì 3 luglio 2025

L’USCITA DEL NUOVO VIDEO E UN NUOVO ALBUM IN ARRIVO IL 15 GIUGNO: L’INTERVISTA A STEFANO MORDENTI




E dopo aver presentato in anteprima esclusiva sui nostri canali e su sky tg 24  il suo nuovissimo e imperdibile video, abbiamo il piacere di aver qui con noi Stefano Mordenti, in arte Mor…


Ben ritrovato caro Stefano, cominciamo proprio da quanto introdotto, ovvero dall’uscita- avvenuta il 27 maggio-  di “Dove andro’”, il  tuo ultimo singolo- accompagnato dal relativo videoclip- pubblicato su youtube e presentato anche a sky tg24…Quali sono le emozioni nel vedere così tanto entusiasmo, oltre che da parte della critica, anche da parte del pubblico…?

Ciao Sonia, è con vero piacere che ti rivedo. In effetti è sempre una grande emozione poter comunicare con gli altri e sapere che ogni sforzo che fai nel cercare di mandare un messaggio attraverso la tua musica, spesso viene apprezzato.  Sapere poi che un'importante piattaforma televisiva e multimediale come SKY, trasmette e fa girare il tuo video, che è sempre lì a disposizione di tutti, beh devo dirti che mi rende orgoglioso del lavoro fatto. 


Di certo tutto questo, il tuo successo, come il consenso raccolto in questi giorni, è frutto di un lungo lavoro e di una lunga gavetta che ti ha portato a sperimentare suoni, parole e immagini, trasposte ora in questo video….

Il mio lavoro musicale, la ricerca su me stesso e su ciò che mi circonda, dura ormai da molti anni. Per me quando si parla di successo che io non intendo solo quello fatto di numeri, visibilità, risonanza mediatica ecc., si parla di portare a termine una canzone e lasciarla libera di prendere il volo.  Avere successo significa essere soddisfatto di quello che stai facendo. La mia musica si evolve, matura, cambia come del resto cambia il mio corpo.

“Dove andrò” è stato da te descritto come uno sguardo al passato e al presente, ma anche all’incertezza del futuro… Se da una parte ci sono i ricordi, dall’altra c’è il momento che viviamo proiettato su un futuro incerto…Come secondo te sono vissuti ora questi tempi nel nostro vissuto?

Credo che stiamo vivendo in un periodo molto contrastante. Se ci guardiamo intorno, vediamo molto caos, una società senza valori,  il brutto che va di moda in molti settori. Ci sono guerre che anziché finire aumentano. Vedo una società sempre più violenta, ignorante e retrograda. 

Però niente è perduto. Con la nostra bellezza e la nostra forza interiore, possiamo contribuire a salvare il mondo anche attraverso piccoli gesti, dalle brutture che ci circondano. Vedo anche molti giovani che hanno voglia di lentezza, di lasciare un mondo più pulito, più bello, più rispettoso. Vedo che aumenta la voglia di apprezzare le piccole cose, di tornare a vivere pienamente la vita, quella reale…Perché la vita non è un panino da consumare in fretta, ma è un piatto che va gustato, con calma. 

Nonostante le paure affrontate, il brano si chiude con un abbraccio rassicurante alla speranza, lasciando ai nostri occhi un lampo di luce che irradia la nostra vita, è possibile dal tuo punto di vista pensare al futuro, senza avere paura …? 

Si, Il brano è un viaggio che racchiude il mio pensiero e lascia appunto aperta la porta della speranza di vivere un domani, in un mondo migliore, migliore di come lo stiamo vivendo adesso. …Ritorno a dire che dobbiamo diffondere positività e bellezza a partire da adesso che è l’esatto contrario di quello che in molti stanno facendo. Va di moda lo “zero sbatti”. Questo perché realizzare un sogno, ottenere un bel risultato in ogni ambito, costa sacrificio. Al contrario le cose brutte, superficiali e vuote, non richiedono impegno. Dobbiamo agire ora riempiendo la nostra vita di cose belle. Essere più responsabili. Io, nel mio piccolo, ci sto provando, a partire dal mio ruolo principale e più importante che ho nella vita che è quello di esser Babbo (o padre se preferisci) della mia meravigliosa Stella.


 Il pezzo, dal punto di vista musicale, ben rappresenta il tuo stile, dove il rock più autentico incontra il cantautorato, raccogliendo spunti che dal pop, raggiungono anche la new wave e qualche richiamo dark…

E’ esattamente così cara Sonia... Questo brano rappresenta il mio stile e il mio spirito libero, dove la voglia di fondere più generi musicali è sempre dominante, fa parte del mio percorso musicale. Diciamo che mi viene tutto naturale, non pianifico mai nulla. Così dovrebbero nascere le canzoni, in modo naturale senza forzature. Se sono ispirato bene, sennò non scrivo, non compongo, mi dedico ai miei hobby.


 Il video ha anticipato l’uscita dell’album omonimo, uscito il 15 giugno 2025 su maggiori store musicali e che raccoglie 13 brani inediti e 1 bonus track (cover version), che cosa ha ispirato le varie tracce e cosa ti ha portato a scegliere “Dove andro’”, come singolo apripista dell’album…?

Ho fatto un post sul mio profilo Facebook personale, dove presento ogni canzone del mio album, con una breve descrizione.  Il post è lungo e non vorrei esser lungo anche qui ( ride ). Sostanzialmente l’album è una sorta di raccolta dei miei singoli usciti negli ultimi anni , più una cover dei Litfiba (Tziganata) e due nuovi singoli: “il Mare” e “Dove andrò”. I temi affrontati sono molteplici e fanno parte della nostra vita dove ognuno di noi si può ritrovare. Ho scelto di dare all’album il nome del singolo “Dove andrò”, perché mi sembrava il brano che rappresentasse maggiormente il momento in cui sto vivendo.

Riguardo ai live, so che è arrivata una bella notizia! Aprirai con la tua band ai Bunker44, il 14 Agosto in occasione della prima edizione del “One night summer hits” che si terrà a Sanremo, un evento importante dove si esibiranno altri artisti big come Rose Villain, Nina Zilli, Sarah Toscano, Dj  e band emergenti.

Quando sono stato contattato per partecipare alla prima edizione del “One Night Summer Hits” che sarà un grande ed importante evento musicale dell’estate Sanremese, per aprire ai mitici e toscanacci come me Bunker44, ho accettato con molto entusiasmo!  Non vedo l’ora di salire sul palco insieme alla mia band e far ascoltare il nostro sound alle tante persone che saranno presenti. Ne approfitto per ringraziare ancora una volta la produzione, lo staff tutto e le persone che ci seguiranno, anche solo con il pensiero fin lassù, a quella che oramai è diventata la mia casa musicale: Sanremo. 

 E prima di salutarci parliamo di un futuro non troppo lontano, ovvero di questo settembre, quando, Mor parteciperà al Sanremo Rock , celebre evento di richiamo nazionale dove, nelle precedenti edizioni l’artista aveva  già raccolto innumerevoli successi, arrivando nel 2023 alle finali , e dove quest’anno, precisamente a  Settembre, tornerà ad esibirsi al Teatro Ariston per le finali nazionali della 38^ edizione…hai già in mente il brano che presenterai in occasione dell’evento..?

Come sempre, per me è un onore partecipare a questo evento unico e potermi esibire su un palco così prestigioso come quello del Teatro dell’Ariston! Tutte le volte che torno a Sanremo mi vengono in mente momenti bellissimi vissuti insieme ai miei amici, agli artisti, alla mia famiglia. Per me sarà come se salissi su quel palco per la prima volta,  nonostante lo abbia già fatto per tre volte: nel 2020, nel 2021 e nel 2023. E anche qui ne approfitto per ringraziare ancora una volta tutto lo staff e la produzione di Sanremo Rock che crede fortemente negli artisti emergenti e nella musica di qualità. 

Detto questo, che dire: ancora GRAZIE SANREMO, ti voglio bene!

A tutti voi, ci vediamo là.


Sonia Bellin


giovedì 26 giugno 2025

IZA E SARA PRESENTANO : “SCIVOLA VIA”

 




 

Si intitola "Scivola via” il nuovissimo singolo di Iza e Sara, progetto musicale composto da Elisa Babini e Sara Valgimigli, duo musicale formatosi nel 2012, capace di fondere l’indie pop con generi tra loro molto diversi e che ogni volta riescono a rivelare una chiave di lettura inedita e originale.

“Scivola via” è un brano che dimostra questa capacità di scindere il pop nelle sue varie forme: profondità, leggerezza, armonia e semplicità, dando ad ognuna di queste componenti, un valore fondamentale. Le voci di Iza e Sara sono le vere protagoniste del pezzo, che risuona leggiadro, vivido e multiforme, grazie ai chiaroscuri sonori che le loro timbriche riescono a trasmettere. Il brano è infatti un viaggio tra le insenature vocali delle due cantautrici capaci di fondere i raccordi sonori espressi tra le note, ma “Scivola via” è soprattutto un viaggio dell’anima che vuole lasciare andare tutto ciò che la appesantisce: aspettative, pregiudizi, bisogni di controllo- come si evince dal testo- sono bagagli inutili da gettare via… Sono pesi incommensurabili che lasciano “sos-pese” le nostre scelte, lasciandoci in balia di incertezze da arginare per non essere trasportati via dalla corrente.

La sinestesia con la quale il brano si presenta, racchiusa nel titolo, sintetizza in maniera essenziale il messaggio di fondo del brano e l’intento con la quale è stato scritto: il suono stesso di queste parole coinvolge i nostri sensi e li proietta verso un sentire “altro”, evocando in noi la sensazione dell’acqua cristallina che scorre e sgorga da un torrente in alta montagna, portando via tutto ciò che inquina il nostro presente, per poterci specchiare nel nostro riflesso e vedere quello che veramente siamo, senza alcuna copertura, ma essendo soltanto noi, trasparenti come quell’acqua. La fluidità vocale e sonora con la quale Iza e Sara, trasmettono un testo profondo, emerge anche dall’immagine stessa che viene percepita dall’ascoltatore e che amplifica il significato stesso del brano, ovvero la capacità e a volontà di poter vivere il presente nella sua interezza, lasciando andare la paura, i dubbi e il rancore che  possono deteriorare la bellezza di un tempo che non ritorna: “Ogni ricordo persistente, voglio vivermi il presente!”.

Iza e Sara sono due cantautrici immerse da diverso tempo nel settore musicale e tanti sono i contest e gli eventi che le hanno viste protagoniste di svariati festival e concorsi. Il loro percorso ha inizio con rivisitazioni di brani, per poi, approcciarsi alla scrittura di pezzi  inediti.  Nel 2014 infatti, avviene l’incontro con Giuseppe Anastasi che, invita il duo a produrre melodie e testi autentici e personali. Nel 2016 arriva la svolta: il contratto con l’etichetta discografica indipendente PMS Studio a cui segue, l’anno successivo, il primo singolo “Dalla cenere” e ad aprile 2018 REBIS, un concept album di 8 brani che vede Iza&Sara nelle vesti di autrici e compositrici. Ad oggi le due cantautrici, dopo aver pubblicato un paio di nuovi singoli, stanno ultimando il loro secondo album.

 

Sonia Bellin

 


Link digital store: 

https://ingrv-uni.lnk.to/scivolavia


venerdì 30 maggio 2025

DOVE ANDRO’” ANTEPRIMA NAZIONALE DEL NUOVO VIDEO DI STEFANO MORDENTI

 



 

Uscirà IL 27 maggio 2025 il nuovissimo e attesissimo videoclip di Mor, realizzato in stile VHS anni ’90, con qualità SP!

Girato interamente dallo stesso Stefano Mordenti, in arte Mor, il video ha voluto utilizzare tale tecnica-volutamente imperfetta- per evocare la dimensione del ricordo, come se ogni fotogramma fosse tratto da un diario emotivo consumato dal tempo ma ancora vibrante.

Il video è un’analogia del tempo e di come la prospettava di esso si riflette nel protagonista. Chiaro-scuri tesi a simboleggiare l’antitesi tra buio e luce, tra paura e speranza, tra passato e futuro.

Un passato fatto di ricordi, filtrati dalla lente emotiva del nostro Io che abbellisce ogni fotogramma esistenziale, adornandolo con una cornice di valore inestimabile, come se ogni sogno diventasse realtà e come se il tempo, su quelle immagini, si fosse fermato per lasciare intravedere soltanto i sorrisi. Una luce irraggiante, capace di penetrare lo sguardo dell’anima, che incerta, posa l’obbiettivo su scenari di vita rimasti immortalati tra le pagine di un diario scritto a mano. Una mano tremante, come quella che ritrae i volti e le persone e nei loro occhi, le emozioni. Ma poi ecco irrompere il futuro, uno scroscio temporale ignoto e per questo tale da incutere paura...Un buco nero scavato dentro di noi che non ha un inizio né una fine….ombre che si susseguono mentre il raggio d’azione si sposta abilmente, come a cercare un riparo, un rifugio da queste tenebre che sembrano assorbire ogni squarcio di luce. La cupezza emotiva si riflette in quest’ambientazione tetra, dove le penombre si alternano a passaggi labili, dove le maschere oscure che compaiono, rappresentano i sensi di colpa, i pensieri che vorremo cancellare....come se la paura volesse arrivare alla fine del tunnel, per abbracciare la speranza. Ed eccolo lì quel raggio di luce che avvolge lo stato d’animo la cui paura è dileguata, perché tale tunnel, altro non è che la proiezione visiva del nostro cammino e della necessità di superare le nostre paure per poterle vincere e ritrovare la luce del sole.

 

Sonia Bellin

 

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Sito web: http://www.stefanomormordenti.com/

 

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Facebook artistico:  nuovo profilo in fase di registrazione

 

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venerdì 23 maggio 2025

L’ONDA INNARESTABILE DI SAVINO VALERIO

 



 

Dopo un primo e un terzo posto, eccolo di nuovo irremovibile presente nella Euro Indie Music Chart, la classifica dei brani più passati dalle radio europee; stiamo ovviamente  parlando di Savino Valerio, fondatore del progetto Plaza de Mundo project e che, dopo aver conquistato il primissimo posto con “Let me steal the time”, in queste ultime settimane, l’ultimo singolo  intitolato “You make me live”, si guadagna il meritatissimo terzo posto. Un successo incredibile per l’artista che ha riportato in auge in tutta Europa e nel resto del mondo, la bellezza della musica strumentale. In questi tempi frenetici e difficili, dove il tempo diventa un baluardo da raggiungere e non più il mezzo per raggiungere i nostri sogni e soddisfare i nostri desideri, Savino Valerio ritaglia per noi un lembo di tempo, per dipingerlo di colori nuovi, attingendo dalla sua tavolozza e giustapponendo le tinte in modo che queste diventino la sfumatura sonora perfetta, per esprimere sensazioni impercettibili. Il tempo che i suoi colori ricalcano è infatti un tempo “senza tempo”, dove le immagini scorrono a perdifiato e dove le emozioni si susseguono una dopo l’altra, squarciando vuoti ineludibili, che la frenesia quotidiana ci impedisce di vedere ed osservare, ma poi, ecco quelle note, diffuse nell’etere e pronte a sprigionare una quieta melodia, mentre i colori accostati riversano la loro luce, assumono  forme ora frastagliate, ore più decise…. E’ il suono indeciso della nostra anima, immersa in questi spazi ineluttabili, che si fa spazio anche lei, per emergere e cercare un senso al proprio esistere, e quella musica accorda emozioni, memorie trascorse, sogni irraggiungibili che ritroviamo li… nascosti ma presenti nel nostro Io più profondo. “Vorrei rubare il tempo per plasmarlo come argilla....”, parole riportate anche poi nel titolo e tradotte in inglese  dal videomaker Mario Marco Farinato, il quale ha diretto poi il videoclip ufficiale del brano.

Un viaggio ad occhi aperti nel tempo, ma anche un tempo da vivere per non disperdere quella parte di noi che ci permette di essere noi stessi, di sentirci vivi…ed ecco “You make me live”, che persiste in questo assemblamento di immagini, di colori, di suoni…la musica che rende vivi, come vuole esprimere questo brano, che vede la collaborazione di una grade chitarrista, nonché amico di Savino Valerio, ovvero Carmine Migliore, che ha apportato al pezzo un tocco rock, rendendo il pezzo energico e facendolo sviluppare seguendo la linea emotiva di un amore incontrastabile verso la musica.

 

Sonia Bellin

lunedì 17 marzo 2025

“LA BALLATA DELLE VIGLIACCHE” È IL NUOVO SINGOLO DI SAMUELE ESALTATO


 


L’ironia è la  protagonista indiscussa di questo brano dai toni amari, con punte agrodolci che toccano discorsi sospesi e frasi taglienti. Un gioco linguistico che rincorre immagini grottesche per trasporle in parole e poi in  musica creando effetti speciali straordinari…

“La ballata delle vigliacche” è una canzone che prende spunto dalla quotidianità delle relazioni, per affrontare l’argomento in modo sarcastico, ma allo stesso tempo pacato, senza puntare il dito contro nessuno, senza misoginia o senso di arroganza, ma soltanto con l’intento di esprimere un senso di rassegnazione dilagante, apportato dal crescente cinismo che spinge le persone a non esporsi, rimanendo” barricate” dietro a dei luoghi comuni che poco hanno a che fare con una scelta.

Scegliere è infatti sinonimo di” prendere una posizione”… di stare da una parte  piuttosto che dall’altra…di orientare il proprio senso in una direzione precisa, con un obbiettivo da perseguire e una meta da raggiungere, ma tutto questo, genera ansia e soprattutto responsabilità, senso del dovere e imposizione… Tutte cose che la nostra società rifiuta e tenta  di rimandare o, ancora più spesso, evita a priori, finendo così per accontentarsi di una scelta che non è tale.

La scelta di “non scegliere” e quindi di procrastinare una posizione da prendere e un percorso che deve ancora definirsi, con persone esuli di una loro identità che appare dispersa; tale è la società di oggi e la vigliaccheria diventa quindi la definizione di chi non ha il coraggio di scegliere.

Del resto, lo stesso Dante Alighieri nel III canto dell’inferno ha dato una  poetica descrizione di che cosa fossero per lui gli “ignavi”, lasciando emergere tutto il disprezzo e il suo disappunto per chi fosse troppo vile per prendere una posizione.

Quanto al presente, allo stesso modo  anche il cantautore Ron ha apportato il suo punto di vista in merito attraverso  brano “Cambio stagione”, dove la frase “Se avrai calma e lucidità, non subirai il fascino di comode scelte….” Risulta in questo caso emblematica e direttamente collegate al senso trasmesso dal nuovo singolo di Samuele Esaltato  , dove il codardo, il vigliacco… è colui che è incapace a scegliere.

Le "vigliacche" in questa ballata  sono descritte come donne che spezzano cuori senza spiegazioni, lasciando dietro di sé uomini disillusi, i "poverissimi gallinacci" che cercano amore senza trovarne. Nell’inciso del brano, tali persone sono ricordate come “dannatamente sfuggevoli", in quanto a loro risulta facile svanire senza lasciare traccia, dal momento che non hanno una forma definita ma vivono nell’ombra…  “La ballata delle vigliacche” è quindi una canzone che con  toni a tratti drammatici, ad  altri grotteschi , affronta la quotidianità  delle relazioni in modo analitico, ponendo un’ attenzione disarmante nei confronti dell’essere umano e di come questo viva la società di oggi.

 

Sonia Bellin

 



Link digital store: 

https://pmsstudio.lnk.to/ejsaltatolaballatadellevigliacche


sabato 15 marzo 2025

INTERVISTA ALLA SCRITTRICE LUCIA SPEZZANO

 



 

Diamo il benvenuto a Lucia Spezzano, scrittrice di origine calabrese, la quale collabora con diverse case editrici, sia in Italia che all'estero, e che in questi giorni sta promuovendo i due nuovi libri in uscita, ovvero "Cuntami na romanza, la Fiaba di Pompagranita" e "L’Orsetto Tuttovaben e la Gallina Scopaviola"...

 

Benvenuta cara Lucia, allora iniziamo partendo proprio da queste due nuove uscite imminenti, la prima delle quali, "Cuntami na romanza, la Fiaba di Pompagranita" è una fiaba molto antica, tramandata da secoli e che tu hai appositamente scritto, perché non venga dimenticata...

 

Pompagranita è una fiaba molto antica, ricca di significati, tramandata oralmente da generazione in generazione, quando nelle famiglie c’era ancora la buona abitudine di riunirsi alla sera davanti al focolare domestico; ci si ritrovava dopo una faticosa giornata di lavoro per chiacchierare, raccontare e ascoltare, davanti alla fiamma di un camino, nelle fredde sere invernali, oppure sull'uscio di casa, nelle calde serate estive.

C’era tanto calore umano e ai bambini si raccontavano le "romanze", storie fantastiche e fiabe che erano e sono veri e propri patrimoni culturali.

Sin da piccina, i miei genitori e la mia cara sorella più grande Tommasina, che ricordo con immenso amore, mi hanno raccontato tantissime "romanze"; specie quando era ora di mangiare, chiedevo sempre di poter ascoltare una fiaba; sicuramente Pompagranita era e rimane la mia preferita, non mi stancavo mai di ascoltarla!

Ho deciso di scriverla affinché possa essere raccontata ancora e non vada mai dimenticata! E’ una fiaba della tradizione calabrese, oltre al lato fantastico presenta anche una ricchezza di contenuti, spunti e chiavi di lettura che rimandano a usi, costumi e saggezze antiche!

  Passiamo ora all'altro libro, il cui titolo riporta "L’Orsetto Tuttovaben e la Gallina Scopaviola"..., una favola sui valori della famiglia e su come questi siano fondamentali per tenere unito un legame di coppia, qualunque sia il

sentimento che lega le due persone, valori oggi forse dimenticati ma anche diventano imprescindibili da serbare...

 

Possiamo dire che è una favola per piccini, ma sarebbe utile che la leggessero anche i "grandini", fidanzati e sposi; racconta le incomprensioni che inevitabilmente si creano nella vita di coppia, attraverso gli avvenimenti di due simpatici personaggi con caratteri estremamente diversi, come l’Orsetto Tuttovaben e la Gallinetta Scopaviola; con le loro vicissitudini faranno riflettere i lettori su come superare, con un pizzico di ironia, le difficoltà e le monotonie della quotidianità. E’ una favola che trasmette allegria, ma che attraverso i profondi disagi dei personaggi ci fa capire che nella vita di coppia ci vuole tanta, tanta, tanta pazienza, cercando di andare oltre le apparenze e di superare,  con umiltà e buona volontà, i problemi che inevitabilmente si creano nella vita di tutti i giorni.

L'Orsetto e la Gallinetta vivono una bellissima storia d'amore e di affetto, ma incomprensioni, gelosie, sospetti e dispetti prendendo il sopravvento.

E' una favola coinvolgente, umoristica, con personaggi surreali che parlano di fatti molto reali.

Il libro è stato illustrato dal celebre Maestro del fumetto Antonio Terenghi che ha apprezzato tantissimo il mio racconto tanto da realizzare delle splendide e coloratissime tavole, ricche di particolari.

A breve uscirà una nuova edizione, dedicata agli Orsi, per conoscerli, proteggerli

ed aiutarli, con l'aggiunta di tre disegni realizzati appositamente dall’illustratore Piero Tonin.

 

Parlando ora in generale dei tuoi libri, ricordiamo ai lettori come questi siano stati tradotti in varie lingue, dando quindi testimonianza di come il tuo successo non sia riconducibile soltanto all'Italia, ma abbia anche un incontro internazionale, aspetto che lega il tuo curriculum artistico a diversi argomenti e ambiti raccontati poi nei tuoi libri....

 

Far leggere i miei libri, in Italia ma anche all'estero, è sempre stato un mio sogno.

Il mio percorso, d'altronde, è iniziato proprio con la pubblicazione della versione bilingue, Italiano Tedesco, del mio primo libro, “Tredici Favole da Raccontare”, stampato in duemila copie, vendute tutte in breve tempo.

Ciò mi ha dato molta fiducia e mi ha portato a contattare addirittura il grande Jacovitti e successivamente anche altri noti Fumettisti italiani, che hanno accettato di illustrare i miei libri.

“Tredici Favole da Raccontare” e “La Cascina dei Gobbi” sono stati tradotti in spagnolo e, in accordo con il Ministero della Pubblica Istruzione di Bogotà, vengono distribuiti, con kit scolastici, ai bambini senza risorse di alcune scuole della Colombia e di alcuni villaggi dell'Amazzonia.

Inoltre, tre delle Tredici Favole, unitamente al libro “Piumetta Pettirosso Coraggioso” sono stati tradotti in Inglese ed anche in Esperanto, una lingua che mi ha sempre affascinata, perché si propone di promuovere la pace tra i popoli eliminando i nazionalismi.

Recentemente “Cuntami na Romanza, la Fiaba di Pompagranita”, ad un anno dalla sua pubblicazione, è stato tradotto in albanese e pubblicato in Albania, con il contributo dell'Istituto Italiano di Cultura a Tirana. Il volume è stato presentato alla Fiera del Libro di Tirana e viene letto e studiato in diverse scuole dell’Albania. Che dire! Sono molto orgogliosa di questi apprezzamenti che superano i confini della nostra bellissima Italia.

 

Straordinario e interessante è il rapporto che ha la tua scrittura con il mondo del fumetto...ti va di raccontare questo aneddoto ai lettori?

 

Sin da piccina sono sempre stata attratta dai fumetti; mi piacevano e mi piacciono ancora, soprattutto i fumetti Disney e quelli dei grandi disegnatori italiani, come Jacovitti.

Ho sempre avuto una grande fantasia, alimentata dalle bellissime fiabe e “romanze” che ho ascoltato sin da piccolissima e successivamente dalle letture; tutto ciò mi portava a creare e inventare storie tutte mie.

Le illustrazioni del mio libro “Tredici Favole da Raccontare”, realizzati da Jacovitti, che ha illustrato grandi classici come “Pinocchio”, “Alice nel Paese delle Meraviglie” ed “Il Flauto Magico”, è stato per me un grandissimo traguardo; Jacovitti, nonostante i suoi numerosissimi impegni, mi ha dato ascolto, ha letto le mie favole che sono piaciute tantissimo sia a lui che a sua moglie Floriana Iodice, tanto da decidere di illustrarle.

 

 

Recentemente hai pubblicato un libro tradotto in albanese, il quale reca il contributo del Ministero italiano degli affari esteri...Ti va di parlare di questa tua iniziativa interculturale...?

 

La Fiaba di Pompagranita ha diversi punti di contatto con la fiaba di Raperonzolo dei Fratelli Grimm, pur essendo sostanzialmente diversa; è una fiaba della tradizione e della cultura popolare calabrese, in particolare di alcuni paesi italo albanesi dell'Alto Jonico Cosentino; di conseguenza era ed è molto collegata con la cultura albanese; anche per questo, probabilmente, il destino ha voluto che fosse tradotta e pubblicata in Albania, tramite il supporto dell’Istituto Italiano di Cultura a Tirana.

Gli Istituti Italiani di Cultura nel mondo sono impegnati a promuovere all'estero la cultura del nostro paese; Il libro “Cuntami na romanza, la Fiaba di Pompagranita” ha partecipato ad un bando di concorso promosso proprio dall'Istituto Italiano di Cultura a Tirana; dopo un'attenta selezione è stato scelto per essere tradotto e pubblicato da una Casa Editrice di Tirana, con il contributo del Ministero Italiano degli Affari Esteri.

Sono fiera di essere un’autrice italiana apprezzata anche all’estero e soprattutto sono felicissima che i miei libri vadano nelle scuole, non solo italiane.

 

Prima di salutarci, ti chiedo se ci sono in programma per questo 2025 altre iniziative o pubblicazioni...

 

Ci sono diversi progetti e nuove favole. Se vorrai ne parleremo volentieri, dettagliatamente, non appena si concretizzeranno.

Un grazie immenso a te Sonia per questa bellissima intervista e un caro saluto a tutti i lettori. Ad maiora!

 

 

Intervista a cura di Sonia Bellin

venerdì 7 marzo 2025

“TUTTO PERFETTO” È L’ULTIMO SINGOLO DEI NETRI E LAREDO

 




E dopo il grandioso successo dell’album “Nati sbagliati”, ecco un altro estratto e un nuovissimo video pubblicato dai Netri e Laredo, band toscana che nasce nel 2015 su suggerimento di Federico Poggipollini (chitarrista di Litfiba e Ligabue), dall’unione del cantautore Riccardo Netri e dei musicisti Simone Manescalchi, Daniele Bulleri e Roberto Ferretti, tutti con diverse esperienze musicali alle spalle in ambito rock. Da questo progetto viene realizzato il primo singolo intitolato "Per niente facile" prodotto da Nicolò Fragile e Davide Bosio e che ottiene fin da subito ottimi riscontri.

Nel Febbraio del 2019 i Netri pubblicano il loro primo album “Sogni di Periferia” su etichetta Latlantide e distribuzione Edel, dal quale vengono estratti tre singoli :“Amore tattile”, “Il mio monolocale” e “La pioggia d’estate”, il cui video esce in esclusiva per “La Repubblica”.
Nel 2021 si unisce alla band, come chitarrista, Andrea Ramacciotti, che fino ad allora lo aveva visto solo in veste di produttore e arrangiatore insieme agli altri membri della band.

Ed ecco che, sempre nel 2021, la band inizia a collaborare con la Pms Studio, pubblicando con l’etichetta di Raffaele Montanari, il singolo “Regina Triste Mai”, il cui relativo video esce in anteprima su Sky TG 24. I Netri proseguono pubblicando il secondo singolo “Finalmente ti manchi” sempre su etichetta PMS Studio edizioni BMRG s.r.l., fino a quando, nel Giugno del 2023, con l’uscita di Andrea Ramacciotti e di Simone Manescalchi, entra in formazione il giovane e talentuoso batterista Leonardo Corridori, già presente nelle registrazioni del nuovo album dal titolo “Nati Sbagliati”.

Prodotto da Raffaele Montanari per PMS Studio, l’ultimo album dei Netri e Laredo raccoglie diversi singoli di successo della band e diverse sfaccettature del rock, dove il denominatore comune è la capacità di elargire messaggi profondi, attraverso suoni e parole semplici, ma che arrivano in modo chiaro e diretto all’ascoltatore. La voce acuta e stridente di Riccardo infatti, fa breccia sulle sonorità armoniche della band, creando un contrasto unico con la morbidezza delle chitarre  e delle percussioni, le quali sembrano abbracciare ogni nota per elevarla. Ma i  contrasti vocali sono solo una delle tante striature che compongono la musica dei Netri e Laredo, la quale arriva spontanea, nitida, rilasciando un’energia sorprendente, sprigionata dai solchi sonori che attraversano gli assoli e che conferiscono ai brani una patina rock davvero originale. Ma il rock non è solo un suono da sperimentare… E non è nemmeno soltanto uno stile di vita… Nel caso dei Netri e Laredo il rock è anche uno stato d’animo che osserva il mondo e lo trascrive attraverso le immagini. Immagini che scorrono anche nell’ultimo video pubblicato dalla band, intitolato “Tutto  perfetto” e dove è evidente una cura del dettaglio nel legare le storie alle canzoni e le canzoni alla realtà.

Se già nei singoli precedenti i Netri ci avevano abituato a spaccati di vita nati da sensazioni vissute e poi esternate in musica, con emozioni affacciate da estremismi vocali e suoni labili in grado di suscitare tali sensazioni anche nell’ascoltatore più distratto, in “Tutto  perfetto”, tale obbiettivo è perseguito in modo atipico a partire dal testo, dal momento che , la storia raccontata,  viene narrata dal punto di vista di quello che- oltre ad essere il suo ragazzo-potrebbe essere anche il suo potenziale assassino; per non parlare poi della durata, dove in meno di tre minuti, il brano è capace di stravolgere le visioni, capovolgendo la prospettiva e quindi anche il nostro modo di vedere le cose. L’apparenza è infatti soltanto uno dei punti di vista e si rivela il più ingannevole, proprio perché manca di profondità e resta soltanto in superficie: la leggerezza che intravediamo non è altro che il riflesso distorto di ciò che vorremo vedere, ma che esiste solo nella nostra mente o nelle idee che il mondo intorno a noi vuole farci credere. “Da lontano sembra tutto perfetto, agli occhi degli altri è tutto perfetto!” Canta Riccardo Netri, la voce smagliante della band che riverbera tutti i chiaroscuri di una realtà ambigua, dove niente appare come sembra e dove uno sguardo spento non è soltanto motivo di sgomento, ma di una realtà molto più dura da accettare…

 

Sonia Bellin

 

Link al video del brano:

 

https://youtu.be/hOvKUlK81qA

martedì 4 marzo 2025

“SOLCHI INVISIBILI” È L’ULTIMO SINGOLO DI FEDERICO OSSANI

 


 




La memoria di un viaggio, un viaggio che è anche una storia d’amore e che percorre angoli remoti della nostra mente, mettendo in luce “aspetti inaspettati”, dei veri “solchi invisibili” che soltanto un’attenta analisi dentro noi stessi è in grado di rivelare. Aspetti e momenti prima nascosti, celati dal nostro conscio e che poi, come d’incanto, compaiono lì, davanti a noi, pronti a indicarci la via e a puntellare di meraviglia la scenografia della nostra vita.

Federico Ossani inizia a suonare la chitarra a 5 anni alla Scuola di musica Sarti di Faenza. Nel 2012 e 2013 suona  come musicista e solista insieme al cantautore Federico Aicardi in tanti locali bolognesi, tra cui il Bravo Caffè e la Cantina Bentivoglio. Tornato a Faenza, comincia a girare per la Romagna proponendo spettacoli chitarra & voce dal suono genuino e diretto, fino a quando, avviene il fortunato incontro con la Pms studio, l’etichetta di Raffaele Montanari, firmando un contratto che gli permette dopo una serie di singoli, di uscire nel 2023 con  l’album “StraVagante”.

“Solchi invisibili è una canzone tipicamente pop, dal sound leggero , travolgente e spensierato dove le rime affiorano come fiori variopinti in una verde vallata, dipingendo un quadro impressionista della vita e dei ricordi che vengono raccontati.

Come ”Solchi invisibili” è uno sguardo dentro al passato del protagonista, il quale rivive e racconta attraverso suoni ed immagini, la propria storia d’amore. All’interno del testo del brano, il  passato è descritto come una vertigine dove il confronto con l’altro diventa il preludio per un rafforzamento di tale legame. Nel testo scorrono immagini di varia natura, ma tutte correlate a scenari concreti, dove ad esempio un prato, può fungere da specchio delle proprie  emozioni, entro cui poterle osservare e conoscerle; come la gelosia, la quale  diventa quasi un gioco per scoprire se stessi.

 “Andare a fondo per poi riaffiorare…” canta l’artista: interiorizzarsi, per poi ridestarsi, cadere per poi rialzarsi, confondersi per poi meglio discernere… Un   gioco di metafore e di immagini che diventano figure  poetiche e dove è possibile  vedere quel fiore crescere rigoglioso, per  colorare un paesaggio nitido mentre i suoni di una chitarra inebriano una strada lunga fatta di avventure, di giornate perse a curiosare tra le insenature di un sentimento mai programmabile ma sempre inaspettato e sorprendente , dove gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo.

 

Sonia Bellin

 

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“DAL PRIMO SGUARDO” È L’ULTIMO SINGOLO DI SAMUELE VIALE

 


 



La forza della poesia, dell’immedesimazione e del saper frapporre alle parole le emozioni, è questo e molto altro ciò che rappresenta l’universo artistico di Samuele Viale, cantautore originario di Monselice, in provincia di Padova, il quale inizia molto presto il suo percorso musicale, per poi avvicinarsi, durante il periodo delle superiori, a tutti gli strumenti che aveva a disposizione: chitarra, piano, armonica e l'ukulele. Successivamente si iscrive in diverse scuole di musica per approfondire alcune tecniche, accorgendosi però che in realtà, l'unico strumento che non era in grado di utilizzare al meglio era la sua voce, perciò si iscrive ad una scuola di canto e, mentre prosegue gli studi, tenta di dare vita al suo sogno: emozionare con i suoi arrangiamenti e con i suoi testi.

“Dal primo sguardo” è un brano dalla forte intensità emotiva, dove l’amore è raccontato dal punto di vista di un giovane ragazzo innamorato della vita e della persona al suo fianco. Un amore pressoché giovanile ma la cui sensibilità  sentimentale, lo fa apparire in tutta la sua maturità e consapevolezza.

All’interno del testo la bellezza della vita è paragonata a quella dell’amore condiviso con la propria amata, dove ogni momento diventa motivo di gioia e serenità. La maturità di come viene analizzato il legame è evidenziato dalla stessa premura con la quale il ragazzo espone non solo i pregi, ma anche i difetti che l’altra persona apporta con sé, trovando anche in questi, un modo per equilibrare il rapporto ed esporre il proprio Io in modo spontaneo, senza paura verso l’altro, in una condivisione pura di ogni parte di sé.

Il brano è infatti un’analisi profonda di come viene vissuto il sentimento amoroso nel momento in cui ci troviamo a proprio agio con chi abbiamo accanto: il senso di appagamento dato dalla presenza dell’altro, la comprensione tra gli sguardi e i sospiri, l’empatia nel capire quando uno necessita del supporto dell’altro, come il desiderio di donare se stessi e la propria anima. Non mancano poi i riferimenti ai momenti bui, a quegli attimi di fragilità che possono riflettersi sull’altro oltre che dentro di noi, quei momenti di vulnerabilità che appaiono in modo naturale nel corso della vita di coppia ma che, quando l’amore e il rispetto è forte vengono superati, come gli stessi episodi di incomprensione e di avversità, che dopo una discussione possono unire ancora più di prima le due persone. Perché anche la stessa distanza, la lontananza che può separare per un periodo la coppia, può rivelarsi anche un modo per fortificare il legame, in quanto la mancanza dell’altro diventa bisogno, poi desiderio e quindi ricerca di conforto in chi fa parte della nostra anima e siamo disposti a tutto per ritrovare quell’amore perduto.

 

Sonia Bellin


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venerdì 28 febbraio 2025

E’ USCITO “ A VOLTE PENSO…” IL PRIMO ALBUM DI NOMEDARTE

 


 

 


Al secolo  Francesco Golfari, Nomedarte è un  giovanissimo cantautore che canta  e compone musica da circa 5 anni, collaborando anche con "Disputa", un rapper compaesano, per l'uscita di qualche album e live. Grazie a Valentina Rambelli, insegnante di canto,  Francesco si approccia presto in modo più professionale al mondo della musica e lavorando con PMS STUDIO di Raffaele Montanari, con il quale compone il suo primo album. Un album i cui brani destrutturano i canoni musicali, senza seguire la consueta ripartizione tra strofa e ritornello, sorprendendo  l’ascoltatore, non soltanto per una raffinatezza nell’uso delle parole scelte, ma proprio nella struttura stessa di ogni pezzo, in cui il “ritornello” non si ripete, dove le rime non combaciano e dove le parole rincorrono melodie distorte ma allo stesso tempo ammalianti…. Luci che si rifrangono, ombre che si nascondono per poi poggiarsi dietro l’angolo, per oscurare quel lembo di emozioni trattenuto ma presente….la musica di Nomedarte sfoggia colori dipinti a mano, lasciando vedere i chiaroscuri, mentre si formano scenari opachi su un paesaggio nitido. I contrasti sono un vero e proprio simbolo nell’universo musicale di Francesco che saggiamente sceglie dalla sua tavolozza i colori più decisi, frapponendoli a sfumature appena visibili.

 E’ questo il contesto di “A volte penso” un flusso di pensiero indeciso che scorre sfuggevole su domande incerte, su risposte mai avute, su silenzi trattenuti e sorrisi concessi

A volte penso... “ è il primo progetto musicale di NOMEDARTE, ‘’album si pare con la title track che descrive un periodo incerto per l’artista, dove quelle domande, concepite dentro di sé, diventano poi un modo per esternare il suo stato d’animo, una sorta di sfogo e allo stesso tempo di analisi dell’attuale vacuità sociale che l’essere umano si trova a vivere e a cui deve “sopravvivere”…. Una sorta di denuncia sociale, svolta però dall’interno e proiettata verso il mondo esterno, verso quel mondo che lacera i sentimenti e ne impedisce la loro ingenuità. Le frasi appaiono quasi spezzate, le parole arrivano quasi di soprassalto come lo stesso finale spiazzante e lacerante, quasi che l’autore volesse far percepire quel senso di disagio che la società lo porta a vivere , esternandolo.

In “Sogni di luce” vengono riprese alcune delle riflessioni iniziate nella prima traccia, anche qui infatti, si analizza il comportamento umano, ma la luce che viene catturata non è quella esterna e fredda, ma una luce calda, tenue e dolce, ovvero la luce dei nostri sogni… Sogni che- seguendo l’analisi effettuata in questo brano- sembrano essere più veri della realtà stessa, in una sorta di scambio “simbolico”, dove la parte irrazionale dei sogni, appare secondo l’artista più reale della realtà stessa; come se i nostri sogni, i nostri desideri inconsci, fossero la parte più vera di noi. Quanto infatti -se ci pensiamo- la sfera del subconscio, è capace di guidare non solo i sogni, ma la realtà stessa che viviamo ogni giorno, dirigendoci verso una scelta piuttosto che un’altra, o lasciandoci guidare da emozioni di cui non sapevamo l’esistenza e che investono poi il nostro modo di rapportarci con la realtà…?

E dopo questi “Sogni di luce” arriva il singolo con cui Nomedarte si era presentato  alle radio e al pubblico, “Loop”, un brano che , a partire dal titolo, fa percepire quella sensazione di “ripetitività” a cui l’essere umano è indotto. L’intento del brano è quello di criticare una ben precisa categoria di persone, ovvero quella di chi si accontenta della routine, rifugiandosi in essa, con la profonda consapevolezza  che- tale schema prefissato- altro non fa che inaridire la vera essenza umana, impedendole di fuoriuscire ed esprimersi. Tuttavia l’artista stesso si accorge poi, di appartenere anche lui stesso a tale categoria e di vivere in questo Loop, dove è più facile trovare riparo dall’incertezza.



La quarta traccia sembra essere la conseguenza naturale della precedente, o meglio, il suo sviluppo e la sue evoluzione. Qui il tema si approfondisce e se in “Loop” la routine quotidiana diventa una sorta di gabbia dorata dove l’essere umano trovo la propria “comfort zone”, ecco che “Interno”, imprigiona ancora di più l’uomo e la identità: quell’essere umano, sembra perdere del tutto il senso di “essere”, facendo venire meno quindi anche l’aspetto umanitario, ovvero ciò che lo rende tale.

Se nella terza traccia si avvertiva un disagio sul nascere non ben contraddistinto, se non da quella vacuità interiore di chi si accorge di ripetere se stesso in modo costante, ecco che qui tale disagio, si interiorizza ed è proprio-come il titolo ci suggerisce -dall’interno che l’artista parte per descrivere tale sensazione, prendendo spunto da un utilizzo spasmodico del telefono che ci sta letteralmente “consumando”. Senza accorgercene annulliamo infatti quel nostro “essere umano”, ossia quel senso identitario che ci appartiene secondo natura, in quanto uniformiamo i nostri pensieri a quello che vediamo, senza avere il tempo nemmeno per pensare o criticare un qualche fatto o aspetto perché le informazioni sono così veloci, che non abbiamo il tempo per rifletterci, formando una nostra opinione.

Un fatto che riguarda tutti e di cui l’artista stesso, parlandone, guarda prima di tutto proprio all’INTERNO di se stesso, ravvisando quanto nessuno cerchi una via di scampo, preferendo perpetuare tale comportamento, piuttosto che cercare una soluzione che dia una qualche svolta alla nostra vita e in particolare alla nostra consapevolezza, perché oltre ad essere più comodo, siamo così inseriti in questo meccanismo come degli ingranaggi  fissi, che diventa quasi impossibile sbloccarne qualcuno per poi ricostruire il tutto.

E dopo questa lettura attenta di sé e del mondo, Nomedarte riprende il percorso dentro di sé: da quello che in “Loop” era una sguardo dall’alto, ad uno sguardo più generale e approfondito in “Interno”, ecco in “Sollievo” uno sguardo più profondo, uno sguardo che è un faccia a faccia tra lui e la sua interiorità, ma con gli occhi sempre rivolti al mondo attorno a sé; in particolare l’artista si sofferma sul senso della vita e sullo stato d’animo malinconico che tale concetto genera dentro di lui, prendendo ispirazione anche dalla poesia. Una malinconia che si desta da un sonno profondo, cercando si schiudere gli occhi e di superare tale stato angosciante, ma che in pochi istanti, si accorge di come quel senso di vuoto, di delusione, sia radicato in quell’essere umano, che mai è appagato nonostante gli attimi di felicità. Ma ecco che interrogando se stesso e guardando dentro di sé, l’artista si accorge come i momenti di gioia coesistano con quella desolazione interiore che soggiace al suo stato emotivo nella quotidianità: scrutando dentro di sé egli intuisce come la solitudine possa essere la chiave per riflettere, in quanto quando si è da soli l’unica immagine che vediamo è la nostra e tale immagine altro non è che lo specchio di noi dentro al mondo; ma occorre cercare la solitudine in questo mondo caotico dove il Loop che viviamo ci riporta di continuo ad un’immersione costante entro quel marasma sociale che prosciuga il nostro Io e lì è davvero difficile scorgere il riflesso di noi…

 

Sonia Bellin

 

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venerdì 7 febbraio 2025

“TROPPO POCO TEMPO” E’ IL PRIMO SINGOLO DI ELENA FONTANA

 




Una voce nitida e avvolgente, un morbido abbraccio fatto di note delicate che poggiano su di un pianoforte i cui rintocchi, liberano una leggiadra poesia…Una poesia sul tempo e sull’importanza di custodirlo e di serbarlo, senza sprecarlo.

La frenesia quotidiana, le nostre corse interminabili e un tempo che, appare sempre effimero. “Troppo poco tempo” è il singolo con il quale si presenta in radio Elena Fontana, giovanissima artista nata il 2 maggio 2004 a Legnago, in provincia di Verona. Elena  coltiva la sua passione per il canto e per la musica fin da piccola. Ha cominciato a studiare canto pop all’età di 9 anni all’Accademia delle arti vocali e musicali di Paola Mattiazzi, direttrice anche del coro Gospel, "Damavoci Gospel Singers", e da circa un anno canta in un gruppo chiamato "Stade". Giunta alla maturità decide di iscriversi al conservatorio per studiare canto jazz, per poi partecipare a diversi concorsi canori, ottenendone buoni riconoscimenti, tra i quali la vittoria al ‘’Borgo music Festival’’ di Tribano, dove PMS Studio la premia con una produzione in studio e gli permette di avvicinarsi allo straordinario mondo della creatività musicale.

“Annientati dalla clessidra mentre tutto scorre su una linea che veloce fugge via”  racconta Elena spiegando come le emozioni liberino un’energia positiva audace e incontrastabile…“Troppo poco tempo” per pensare per riflettere, per ritrovare se stessi con le nostre domande senza risposta, per monologhi imbarazzanti che spesso nascondiamo dietro inutili frasi di convenienza, eppure…

Eppure permane la voglia di ritrovare il tempo, il Nostro tempo, quel tempo rubato e lasciato lì, a fremere come il fragore di una porta che cigola e che apre davanti a noi una soffitta piena di ricordi; ma alla fine poi, se avessimo tutto quel tempo che tanto cerchiamo, avremmo davvero il coraggio di sfruttarlo per conoscere meglio noi stessi?

Forse queste corse interminabili sono anche il frutto del nostro volere inconscio che rifugge il confronto e teme di scoprire una verità amara…Forse diventa facile difendersi dal dolore da scudi creati da noi stessi, attraverso un’agenda intrisi di impegni dove il tempo per noi e per riflettere su no istessi diventa raro o inesistente….

L’inesorabilità di un tempo veloce rapido e sfuggevole risulta  apportata dallo stesso sviluppo del brano, che pare scorrere, ma contemporaneamente rilascia una miriade di spunti per riflettere, proprio come il tempo, che non risparmia mai un’introspezione dentro il nostro Io. La stessa voce di Elena, nella sua sfuggevolezza, esprime un senso di leggerezza, rilasciando una tempesta di emozioni sovrapposte ma distinguibili: una dopo l’altra queste si schierano davanti a noi, raccogliendo ogni istante di vita vissuta e poi riletta in una chiave più profonda.

 

Sonia Bellin


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lunedì 27 gennaio 2025

“IBIZA MAN” È L’ULTIMO SINGOLO DI MIRKO COLOMBARI!




Una vacanza tra amici, un’avventura che si prospetta entusiasmante, una nottata all’insegna della trasgressione… è quest’ondata di freschezza e perdizione che caratterizzano l’ultimo singolo pubblicato da Mirko Colombari.

 

Nato  a Castelnovo ne' Monti, in provincia di Reggio Emilia, il 17 dicembre 1977,  fin da bambino Mirko si avvicina alla musica, iniziando a suonare la chitarra acustica per gioco. A soli 6 anni viene iscritto al conservatorio, dove si dedica alla musica classica per diversi anni. Da adolescente inizia poi a coltivare l'interesse per la chitarra elettrica, accompagnato da un approfondimento degli stili dei grandi chitarristi rock, mentre a 17 anni inizia a scrivere testi e, a 20, decide di dedicarsi anche al canto, intraprendendo il percorso di cantautore.
Nel corso della sua carriera, Mirko studia e collabora con insegnanti e produttori che lo introducono a vari generi musicali – dal rock al blues, dal funky al folk, fino alla musica latina – influenze che si riflettono nei suoi brani. Le sue prime esperienze musicali avvengono con band locali: a 16 anni forma il primo gruppo con amici, mentre a 20 entra nei NAOS, con cui suona cover riarrangiate nei locali e nelle piazze. Successivamente, fonda gli Elemento Naturale, una band con cui inizia a esibirsi live con brani inediti e a registrare in studio.

Risale invece al  2004  il suo primo album omonimo, Mirko Colombari, un lavoro volutamente grezzo e vicino all’atmosfera live, arricchito da sperimentazioni in studio, mentre nel 2008 esce il suo secondo album, C219, un progetto di indie rock italiano con influenze anni ’70 e ’80, in cui le chitarre giocano un ruolo centrale; l’album viene presentato attraverso i media locali e in concerti live nella provincia.
Il 2013 segna un'importante evoluzione artistica con l’uscita di BOK, un album dal sound folk rock inglese, realizzato con musicisti di fama nazionale, un progetto che riceve recensioni positive dalla critica, passando in rotazione su alcune radio regionali, ottenendo riconoscimenti e arrivando alle fasi finali dei premi Pierangelo Bertoli e Augusto Daolio.

Nel 2017 arriva il suo esordio radiofonico con Amsterdam, un brano autobiografico dal sound pop rock orchestrale che ottiene il primo posto nella classifica Airplay Beginners. L’anno successivo pubblica SS 63, un omaggio al Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano, e Paese del Sole, un inno all’Italia in stile reggae-rock, che sancisce una partnership con Eko Chitarre grazie alla collaborazione con Massimo Varini. Nel 2019 esce In Viaggio, un album che raccoglie i singoli precedenti e quattro inediti, tra cui Si va, un brano folk rock che conquista spazio nei circuiti indie nazionali. Nel 2020 firma con Artistionline e pubblica nuovi singoli, tra cui Tequila sale e limoneNottestate e Un giorno storto, continuando a esplorare generi che spaziano tra rock, pop e folk con accenni di elettronica.
Il 2021 vede l’uscita del suo quinto album, Pezzi di Vita, completamente autoprodotto e trainato dal singolo Zappa Wifi, che gli vale una nomination al Tour Music Fest. Nel 2022 si apre a nuove prospettive componendo Citizens of the War, un brano in inglese che lo porta alle fasi finali di Sanremo Rock e del Premio Bussola. Nel 2023 e 2024 si distingue nuovamente con i brani Ibiza Man e I Am Free, ancora finalisti di Sanremo Rock.

 

Un successo davvero straordinario per l’artista ma soprattutto una carriera davvero ricca dove, album dopo album e collaborazione dopo collaborazione, fanno si che il confronto e la sperimentazione siano aspetti centrali e imprescindibili del modo di porsi nei riguardi della musica, come in questo ultimo “Ibiza Man”, un  brano dalla forte carica esplosiva, dove il sound scalfisce ogni tempo e ogni battuta, arrivando alle radici del rock, per insinuarsi in un blues vecchio stile con rimandi oltreoceano… La timbrica grezza di Mirko pare graffiare le note che si rincorrono una dopo l’altra per ergersi contro un uragano di possibilità; possibilità di trasgredire, di potersi lanciare a perdifiato, per poi perdere la cognizione del tempo in uno spazio sospeso dove la realtà si confonde con i sogni e dove i sogni non sono altro che desideri inconsci riapparsi dopo tanto tempo nel più profondo di noi….

 

Sonia Bellin

 

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venerdì 17 gennaio 2025

“PERDIFIATO” E’ L’ULTIMO SINGOLO DI LANE

 


 


 

E’ questo il titolo dell’ultimo brano di Lane, nome d’arte di Giorgia Tamburini, giovanissima artista che, dopo il successo del brano “Tik Tak" -che ci ha tenuto compagnia nelle radio per tutta l’estate- ritorna con un nuovo singolo disponibile già da diverse settimane in tutti  i digital stores.

 

Classe 1999, Giorgia nasce a Faenza, dimostrando fin da piccola una forte propensione per la musica, studiando solfeggio e canto in una scuola media ad indirizzo musicale. Inizia quindi a perseguire questa passione, prendendo lezioni private e impegnandosi a capofitto per coltivare il proprio sogno. Si avvicina dapprima al bel canto, per poi intraprendere un percorso volto a perfezionare tecniche per lo più moderne, fra cui l’hip hop, l’indie pop e in generale il pop leggero. La dedizione non manca, né la voglia di mettersi in gioco e di dare una svolta alla sua carriera che non tarda ad arrivare, grazie all’incontro con Raffaele Montanari e la firma del contratto con la PMS Studio, che decretano l’uscita del primo singolo di Lane dal titolo “Stupido Cliché". Uscito nel dicembre del 2019, il brano è solo l’incipit di un percorso artistico davvero ricco di spunti, presso cui l’artista raccoglie momenti di riflessione, per poi elargirli attraverso le parole dei testi e le note delle musiche che compongono le sue canzoni. Da allora, ha rilasciato diversi singoli: "Prendimi l’anima" con Matteo Bartolotti (28 febbraio 2020), "Nelle fiabe non è male" (18 luglio 2020), "Non è tutto oro" (20 novembre 2020), "Motivetto" (4 luglio 2021), "Un po’ come Romeo e Giulietta" (29 maggio 2022), "Grovigli" (13 settembre 2023), "Normale" (22 marzo 2024) e il già ricordato "Tik Tak". In ogni pezzo è presente la maestria del produttore  della PMS Studio Raffaele Montanari che  ne è autore del testo e della musica, ma dove ovviamente non manca mai l’ispirazione inziale e la sorgente emotiva di Lane, che apporta poi con la sua voce la magia finale.

 

Ed ecco che nell’appena inaugurato il 2025, arriva un brano pronto a farci riflettere sull’importanza di valorizzare ogni singolo aspetto della nostra vita, anche quando questa non diventa altro che una corsa frenetica a “perdifiato”, e dove risulta più che mai necessario ed imprescindibile “prendere fiato”. Ed è da  questo gioco di parole ossimorico che nasce l’idea per il suo ultimo singolo, il brano che da una di queste parole prende appunto il titolo: il bisogno di respirare, di lasciarsi sfiorare dal vento, sentendo la nostra pelle a contatto con esso e assaporando tale momento come se fosse l’ultimo.

L'artista ha scritto il brano ispirandosi a quelle persone care che ci invitano a rallentare, a vivere il presente e a coglierne l'essenza. Troppo spesso siamo concentrati sul traguardo finale, come se solo raggiungendo questo, potessimo finalmente essere felici, a discapito però di perderci il bello di ciò che viene prima, ovvero del cammino e delle mille avventure per raggiungere tale traguardo, senza darci l’insostituibile libertà di lasciarci andare, godendo appieno ogni singolo istante. In “Perdifiato” Lane descrive come in questa corsa frenetica verso un traguardo che appare sempre più lontano, perdiamo il vero senso della nostra esistenza e quindi la vera gioia che vive dentro  di noi, ma che non riesce ad esprimersi, in quanto troppo concentrata su un qualcosa di tangibile, anziché focalizzarsi sul nostro Io. Ecco allora come appare importante a volte, fermarsi, riflettere e capire che cosa davvero ci fa stare bene e che cosa ci renda così forti. Trovare il tempo da dedicare a noi stessi, alla nostra ricchezza interiore e coltivarla.

 

  Sonia Bellin




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