Una voce nitida e avvolgente, un morbido abbraccio fatto di note delicate che poggiano su di un pianoforte i cui rintocchi, liberano una leggiadra poesia…Una poesia sul tempo e sull’importanza di custodirlo e di serbarlo, senza sprecarlo.
La frenesia quotidiana, le nostre corse interminabili e un
tempo che, appare sempre effimero. “Troppo poco tempo” è il singolo con il
quale si presenta in radio Elena Fontana, giovanissima artista nata il 2 maggio
2004 a Legnago, in provincia di Verona. Elena coltiva la sua passione per il canto e per la
musica fin da piccola. Ha cominciato a studiare canto pop all’età di 9 anni
all’Accademia delle arti vocali e musicali di Paola Mattiazzi, direttrice anche
del coro Gospel, "Damavoci Gospel Singers", e da circa un anno canta
in un gruppo chiamato "Stade". Giunta alla maturità decide di
iscriversi al conservatorio per studiare canto jazz, per poi partecipare a diversi
concorsi canori, ottenendone buoni riconoscimenti, tra i quali la vittoria al
‘’Borgo music Festival’’ di Tribano, dove PMS Studio la premia con una
produzione in studio e gli permette di avvicinarsi allo straordinario mondo
della creatività musicale.
“Annientati dalla clessidra mentre tutto scorre su una
linea che veloce fugge via” racconta
Elena spiegando come le emozioni liberino un’energia positiva audace e incontrastabile…“Troppo
poco tempo” per pensare per riflettere, per ritrovare se stessi con le nostre domande
senza risposta, per monologhi imbarazzanti che spesso nascondiamo dietro
inutili frasi di convenienza, eppure…
Eppure permane la voglia di ritrovare il tempo, il Nostro
tempo, quel tempo rubato e lasciato lì, a fremere come il fragore di una porta
che cigola e che apre davanti a noi una soffitta piena di ricordi; ma alla fine
poi, se avessimo tutto quel tempo che tanto cerchiamo, avremmo davvero il
coraggio di sfruttarlo per conoscere meglio noi stessi?
Forse queste corse interminabili sono anche il frutto del
nostro volere inconscio che rifugge il confronto e teme di scoprire una verità
amara…Forse diventa facile difendersi dal dolore da scudi creati da noi stessi,
attraverso un’agenda intrisi di impegni dove il tempo per noi e per riflettere
su no istessi diventa raro o inesistente….
L’inesorabilità di un tempo veloce rapido e sfuggevole risulta
apportata dallo stesso sviluppo del
brano, che pare scorrere, ma contemporaneamente rilascia una miriade di spunti
per riflettere, proprio come il tempo, che non risparmia mai un’introspezione
dentro il nostro Io. La stessa voce di Elena, nella sua sfuggevolezza, esprime
un senso di leggerezza, rilasciando una tempesta di emozioni sovrapposte ma
distinguibili: una dopo l’altra queste si schierano davanti a noi, raccogliendo
ogni istante di vita vissuta e poi riletta in una chiave più profonda.
Sonia Bellin
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