lunedì 18 gennaio 2021

INTERVISTA A RENZO CANTARELLI

 E’ uscito il  27 Novembre 2020 il suo nuovo singolo, stiamo parlando di  Renzo Cantarelli, cantautore e figlio d’arte fin da giovanissimo vicino alla musica ma, come ben esprimono i suoi testi, anche alla poesia e alla magia che le parole riescono ad esprimere….


Benvenuto caro Renzo, 


iniziamo dal titolo quanto mai evocativo del tuo nuovo singolo, ovvero “IL TRIBUNALE DEI SENTIMENTI”, una sorta di disamina dell’essere umano e dei suoi comportamenti contraddittori…


Si, esattamene, comportamenti che diventano normali, quasi non ci accorgiamo più di quanto siamo egocentirci, spocchiosi, egoisti e quant'altro, insomma un vizio da cui dovremmo cominciare a disintossicarci. Anche il modo di non sentirci mai colpevoli di niente ma piuttosto di addossare sempre le responsabilità ad altri, ci rende persone inconsapevoli. Tendiamo sempre ad imitare gli altri nei peggiori comportamenti e quasi mai provare ad essere noi stessi. Il brano è accompagnato da un videoclip interamente disegnato da un'artista molto brava: Giuliana Arena, che ha valorizzato il tutto con la sua matita, offrendo  particolarità e eleganza al progetto.


Non solo il significato, ma la stessa struttura linguistica e la veste in cui si presenta il testo, rendono chiare tali contraddizioni….Attraverso l’ironia e l’uso di termini espressivi sei riuscito a rendere anche per mezzo della forma, il contenuto comunicato dal brano…


Ho sempre pensato che il senso della canzone d'autore dovesse essere quello di non mandare messaggi ma piuttosto sollevare dubbi e fare riflettere. Per questo occorre un linguaggio chiaro, diretto e se vogliamo anche semplice, perché certe forme di intellettualismo fine a se stesso credo che ormai abbiano stancato. Nel “Tribunale dei sentimenti” ho cercato di ironizzare, di affrontare un tema serio in un modo leggero e spero di esserci riuscito.


Ascoltando questo singolo, è inevitabile un confronto con la canzone d’autore e con lo stile richiamato dai più grandi interpreti della musica italiana..primo fra tutti Roberto Vecchioni, ma anche De Andrè, perseguiti anche nella vocalità stessa…


Come ben sai, ho cominciato da piccolo d ascoltare musica e dopo il prog anglosassone e italiano il genere cantautoriale è diventato il mio genere di riferimento. Amo tutti i cantautori italiani che hanno fatto grande la nostra canzone. Hai citato Vecchioni, De Andrè che sono, assieme ad altri, il pilastro di questo genere. Quando mi accomunano a questi , la cosa non può che farmi piacere, anche se  ho sempre cercato una mia strada e lavorato su un mio stile preciso. Nei testi c'è tutto il mio vissuto, le mie passioni, le mie delusioni ma anche tutto quello che la vita mi ha regalato e continua a farlo, riuscendo  sempre a stupirmi.



La conferma della passione per le parole è di sicuro  “Vite Quiescenti” un libro di poesie, quanto è importante per un artista l’uso efficace della lingua italiana e quanto l’ironia può essere un valido strumento?


Amo la lingua italiana che ti permette di essere preciso e di giocare con le parole. Uso pochissimi anglicismi, perché amo il suono dei nostri vocaboli ed è sempre una sfida quando mi accingo a comporre un brano nel ricercare parole che hanno una loro musicalità innata. L'ironia è fondamentale non soltanto nel linguaggio musicale ma anche nella nostra vita. Vivere senza pensare ironico ti invecchia, ti appesantisce e ti isola dagli altri. Nella canzone poi diventa uno strumento essenziale per farti capire, pensa  a Jannacci, Gaber che con la loro ironia sono riusciti a scrivere brani di una profondità che non ha uguali.



Hai dichiarato “Questo brano  è nato  proprio durante il periodo del lockdown e non vedevo l'ora di potere registrare il tutto. Spero che venga apprezzato per la sua leggerezza ma anche che ci aiuti tutti a riflettere sui nostri comportamenti”, quanto a spesso è difficile rendersi conto dei nostri errori e delle ipocrisie mascherate da convenevoli?


E' difficile renderci conto dei nostri comportamenti viziati, ma proprio per questo esiste l'arte che dovrebbe fare riflettere, pensare, ascoltare. La musica è un'arte importante e proprio grazie alla sua immediatezza ed al suo linguaggio universale  svolge a pieno queste funzioni. 


IL TRIBUNALE DEI SENTIMENTI” anticipa il tuo nuovo album “CALEIDOSCOPIO”, quali saranno i colori e i temi sviluppati, ti va di anticiparci qualcosa?


Sarà proprio come dice il titolo un album dove si incontrano vari stili , dalla samba al country, dal pop italiano ad un brano di musica cubana. Mi piaceva ripercorrere un po' tutto il mio passato musicale e farlo attraverso un racconto di quelle che sono state le mie passioni ed il mio gusto musicale. Un album composto da undici tracce, prodotto da Mirko Mangano per Media Wave. Un lavoro che ci ha impegnato molto ma sono sicuro che verrà apprezzato e capito. 



 

venerdì 15 gennaio 2021

INTERVISTA A RAFFAELE FRANKAVILLA


 


Si fa chiamare semplicemente Frankavilla l’autore di “banale” e prima ancora di “Guanti di lattice”, l’artista che alla leggerezza e spensieratezza del pop, sa sapientemente coniugare ironia e, profondità, come dimostra i suoi due ultimi singoli... .

 

Ben ritrovato caro Raffaele,

 

Cominciamo dal tuo singolo precedente, il brano “Guanti di lattice” dedicato a questi tempi un po’ distorti e che sovvertono tutte le nostre certezze

 

Eh già, purtroppo abbiamo perso tutte le nostre certezze, ci è mancato il terreno da sotto i piedi, come si suol dire.

Sinceramente Guanti di lattice, come ho già detto in più occasioni, non era in programma. Dopo aver guardato alcune immagini drammatiche, mi son messo al piano e me la son ritrovata davanti dopo 5 minuti.

E ho deciso di pubblicarla e donarla a tutti quanti noi.

 

”Banale” è invece un brano con un tema del tutto diverso ma con un’atmosfera che sconfina ancora una volta nella profondità.

 

Banale è la canzone più semplice che abbia mai scritto. Anche questa non era prevista, un altro dono.

Un testo semplice che potesse arrivare a tutti.

Non è mai facile parlare dell’ amore, una parola che è ancora un tabù, seppur nel 2020. Io invece credo che l’amore sia alla base di una ripartenza, di una rinascita.

D'altronde la vita di ognuno di noi è frutto dell’ amore.

E amare, dare senza pensare di ricevere, volere bene, fare del bene, sembrano cose scontate, banali, appunto, ma dovrebbero essere il lietmotiv di tutti quanti noi.

 

Hai detto di quanto il brano possa essere letto sotto varie forme inerenti l’amore e di come in musica assomigli alla colonna sonora di un film... .

 

Per capire che in musica assomigli a una colonna sonora di un film, credo che basti mettere due cuffiette, chiudere gli occhi e lasciarsi andare.

Per quanto riguarda invece la lettura del brano, Banale è un inno all’amore. In tutte le sue forme.

L’amore è di tutti e per tutti.

Dobbiamo ritrovare quella voglia di voler bene, la stessa di quando eravamo bambini. Nella nostra ingenua purezza, era nascosta tutta quella voglia di affezionarci, relazionarci, condividere, c era un grande bisogno di amare e sentirsi amati.

In questo momento storico non credo che ci possa essere una lingua più universale di quella parlata dall’ amore.

 Per quanto riguarda il sound invece, “Banale” si caratterizza per un uso della chitarra che tu, personalmente, non avevi mai utilizzato nella tua discografia...


Per quanto riguarda il sound per la prima volta nella mia discografia non è presente alcuna chitarra.

In Guanti di lattice per esempio la chitarra acustica è la colonna portante, con l aggiunta di un solo finale.

Se andiamo a ritroso, in Un pianeta che non c è troviamo il sax del grande Kasra. Diciamo che in ogni canzone provo ad esaltare uno strumento.

Perché sono importanti tutti allo stesso modo e sta a noi dargli il giusto valore.

 Chiariamo poi che il brano, è nato al piano, mentre stavi strimpellando e data l’armonia che esso riporta, si inserisce in modo perfetto nel quadro atmosferico natalizio..

 Verissimo.

Il brano è nato al piano ed ha un richiamo natalizio.

Ho preferito lasciarla così com’ è nata, proprio per questo.

Sarò luna in quelle notti in cui il buio fa paura, sarò il sole che riscalderà i tuoi invemi e quando sarà dura sai sarà uguale per te non cambiare perché sei speciale, l avranno detto in tanti ma non è mai Banale..

Solo il piano poteva sposarsi al meglio con queste parole, o almeno credo.

Voglio ringraziare sia il maestro Leonardo Tamburrano per il suo arrangiamento al piano, che l'amico fraterno Rubino Francesco che ha curato produzione e mixaggio.

Prima del secondo ritornello un omaggio al mio mito Vasco Rossi, con un richiamo ad Albachiara.

 Prima di concludere, parliamo del video di “Banale”, realizzato dal video maker palaggianese Claudio Pugliese, con la presenza del cantante e della sua ragazza. I due camminando per le vie dei borghi antichi di alcuni dei comuni della Puglia.

 Nel video c’ è la mia compagna Sandra, con cui convivo da qualche anno. Per parlare di amore bisogna essere trasparenti. E credo che così facendo, abbia dato la giusta importanza al messaggio che volevo dare con Banale. Sono un puro, un vero, un incredibile e inguaribile romantico, parafrasando Vasco Rossi. E ho preferito mettermi completamente a nudo. Il tutto è stato realizzato dal mio Bro Claudio Pugliese, una persona splendida di cui ho tanta stima, come ho avuto modo di dire in altre occasioni. Anche questa volta, così come in guanti di lattice, ha rappresentato nel migliore dei modi il senso del brano. Ormai Claudio è una grandissima certezza, non più una scoperta. Con lui è nata sin da subito una grandissima intesa. Infatti ha realizzato anche il videoclip di Guanti di lattice, oltre al fatto che è 1 ideatore, nonché regista della nostra Web TV Tutto nasce per caso.

 


Sonia Bellin

 

 

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giovedì 14 gennaio 2021

INTERVISTA A FABIEN: IL NUOVO SINGOLO “BABILONIA”


 


Il lockdown avrà bloccato i concerti, ma non la creatività dato che il nostro Fabien durante quelle settimane, oltre a dedicarsi alla composizione di un nuovo singolo uscito in queste settimane, ha anche intrattenuto i suoi fans e tutti i suoi followers con divertenti stories su instagram dove chiunque poteva in qualche modo rendersi protagonista, andiamo a scoprire perché….

 

Ben  ritrovato caro Fabien,

 

cominciamo intanto dal titolo del tuo ultimo singolo, “Babilonia”, alquanto curioso e in particolare molto simbolico…

 

Metaforicamente Babilonia è una società/stato che racchiude in se tutto ciò che di negativo c’è nella natura umana. Con questo non voglio indossare le vesti del pessimista per dire che viviamo in una società in cui tutto è negativo, al contrario l’intento è quello di mettere in luce alcuni aspetti negativi che nella vita quotidiana passano in sordina e diventano abitudini.

 

 

Nell’introduzione ho anticipato come in questi mesi di silenzio musicale (concerti e manifestazioni musicali bloccati) ti sei divertito a rendere partecipi i tuoi followers del tuo processo creativo e compositivo…vuoi spiegare ai lettori come mai le tue stories hanno avuto così tante reazioni?

 Qualche anno fa facevo freestyle per le varie vie della periferia milanese e un po’ per divertimento un po’ per sfida mi facevo dare degli argomenti su cui improvvisavo ho deciso di provare a mettere in rete questo concetto ed ad estenderlo al canto. Devo dire che è stato molto divertente e probabilmente la chiave dell’interazione è stata proprio il divertimento.

 

 A proposito del brano hai dichiarato, “Babilonia è il luogo in cui viviamo, avvolto da una fitta e bassa nebbia che permette di vedere a poco più di un palmo dal proprio naso. In questo luogo camminiamo ricurvi su noi stessi, ingobbiti dal cercare di vedere qualcosa in più ed in eterna competizione con il nostro vicino di sguardi…”  quale metafora assume tale nebbia in circostanze come quelle che ci troviamo ora ad affrontare?

 La nebbia fitta è un denso intreccio. Diciamo che è ciò che  ti blocca, ti fa aver paura di andare avanti, ti fa muovere lentamente ed in costante ricerca di un appoggio escludendoti da chi ti sta intorno per quanto vicino possa essere.

 

 Anche questo brano, come altri, è una prova di come profondità morale, ironia e leggerezza possono convivere assieme…come avviene  nel  tuo processo di scrittura tale sincronia?

 E’ il mio pensiero tradotto in musica, nessuna particolare formula :)

 

 Parlando del tema del brano hai anche spiegato di come il testo faccia riferimento anche ad una sorta di competizione con il nostro vicino di sguardi…quanto si è perso della propria essenza e della propria identità nel dar voce alla sola e vuota apparenza…?

 

Diciamo che spesso le abitudini, la paura e la non conoscenza mettono in competizione e rendono nemici chi nemmeno conosciamo.  Il lavoro su stessi, la curiosità e “l’esplorazione” potrebbero essere delle buone armi per le nostre menti

 

Nel testo canti “Sotto la lama della propria storia, nessuno si vergogna, quanto fa male un'attesa inconsapevole, chiusi in casa non importa, che fuori il mondo sia una fogna” non soltanto vuota apparenza dunque ma anche una dilagante indifferenza…

 

Egoismo e narcisismo difficilmente permetto di ammettere sbagli    

 

 

martedì 5 gennaio 2021

MOR CON LA UNIVERSAL MUSIC: L’INTERVISTA

 



 

E’ uscito l’11 dicembre il nuovo singolo di Stefano Mordenti intitolato “DOVE SONO LE TUE RISATE” e distribuito dalla UNIVERSAL MUSIC….

 

Ben ritrovato caro Stefano, 

allora iniziamo proprio con questa grande ed entusiasmante novità…la collaborazione con Universal Music….com’è  nato tutto?

 

Ciao Sonia e ben ritrovata. 

Questo anno così difficile per tutti noi, si sta finalmente concludendo e alle spalle mi lascia  a livello musicale, tante soddisfazioni e tante belle novità, per ultima appunto, la "collaborazione" con Universal Music. Questa grande major, è coinvolta nello specifico, nella distribuzione del mio ultimo brano "Dove sono le tue risate" che come anticipavi tu, è uscito sulle maggiori piattaforme musicali l'11 Dicembre grazie alla produzione musicale di Ettore Diliberto per ET-Team e all'etichetta discografica Lungomare. 

 

”Dove sono le tue risate che illuminavano tutte le strade, io le voglio sentire addosso e insieme a te sorridere”, dal testo del brano emerge un senso di conforto, a chi è dedicata la canzone?

 

Esatto Sonia, è proprio così. La canzone vuole trasmettere un messaggio di conforto e di speranza ed è dedicata a tutte quelle persone che soffrono e che si sentono sole, ma che troveranno la forza di rialzarsi anche grazie all'aiuto di chi vorrà tendere loro la mano. E in questo periodo storico di portata mondiale, c'è ancor più bisogno di tutto questo, c'è bisogno di solidarietà vera, quella fatta "sul campo" e non solo a parole. 

 

Un senso tra l’altro trasmesso con un linguaggio chiaro e diretto, com’è consuetudine nel tuo stile…

 

A me piace molto essere chiaro e diretto. 

Cerco di esserlo sempre sia quando voglio trasmettere un messaggio attraverso una  canzone, sia quando comunico sui social e nella vita di tutti i giorni. 

In effetti il mio stile è questo. 

Sono una persona che non ama molto usare giri di parole. La trasparenza e la chiarezza, cerco di farla mia per arrivare alla gente in modo diretto e sincero. 

 

 Hai ringraziato più volte il tuo produttore musicale Ettore Diliberto, com’è stato collaborare con lui?

 

Tutto è nato grazie alla finale di Sanremo Rock. 

È stata per me un'altra bellissima esperienza: non capita tutti i giorni di salire sul palco del Teatro dell'Ariston. Un'emozione unicaEd è in questa occasione che io ed Ettore ci siamo piaciuti musicalmente e come persone e così è nata la collaborazione. 

Ettore Diliberto è diventato il mio produttore discografico e grazie a lui e all'etichetta discografica Lungomare, per la prima volta, sono sotto contratto. 

Ad Ottobre con Ettore, abbiamo registrato il nuovo singolo nello studio ET-Team e nello studio Hukapan di Elio e le Storie Tese a Milano e a Gennaio del 2021 (Dpcm e pandemia permettendo), registreremo il video di questa canzone e partirà la promozione del brano. 

Insomma, mi aspettano delle belle novità per il 2021 che comprendono altre uscite.

 

Quanto ha contato in questo tuo percorso musicale la tua partecipazione a Sanremo rock…che cosa ti ha lascito questa esperienza?

 

Sicuramente Sanremo Rock mi ha fatto superare la paura e il timore di affrontare situazioni apparentemente più grandi di me. 

Infatti ero partito con  la difficoltà di formare una nuova band e dopo tanti anni, di rimettermi in gioco. 

Di far musica non ho mai smesso, ma suonare dal vivo è tutta un'altra storia. 

Diciamo che ero un po' arrugginito per i live. 

Difficoltà poi superata grazie a mesi di prove e a persone stupende e grandi musicisti che mi hanno accompagnato con serietà e professionalità, verso la finale di Sanremo, ma poi  ad un tratto per cause di forza maggiore, mi sono ritrovato ad affrontare la finale nazionale da solo e senza nessun supporter al mio seguito (maledetta pandemia…).

Fortunatamente c'era una superband di Sanremo (musicisti e insegnanti di Dimensione Musica) che mi aspettava e che mi ha accompagnato e trasmesso sicurezza. 

Adesso posso tornar più tranquillo al Teatro dell'Ariston (anche se la tensione che trasmette è tanta…) con la consapevolezza di non aver più paura e  mi piacerebbe poter sentire l'affetto del pubbblico. 

 

 Hai detto che verso Gennaio uscirà il video di “DOVE SONO LE TUE RISATE”, quale sarà il tema della sceneggiatura…?

 

La sceneggiatura del video di "Dove sono le tue risate" sarà...SORPRESA!

Be' a me piacciono le sorprese e spero che piacciano anche a te e al mio pubblico. 

Cara Sonia, ti ringrazio per l'intervista e voglio augurare a te, ai lettori e al mio pubblico, un 2021 (facile dire migliore del 2020…) che ci dia la forza si superare momenti brutti e che ci faccia gioire anche per le piccole cose.

 

Un abbraccio.