Si fa
chiamare semplicemente Frankavilla l’autore di “banale” e prima ancora di
“Guanti di lattice”, l’artista che alla leggerezza e spensieratezza del pop, sa
sapientemente coniugare ironia e, profondità, come dimostra i suoi due ultimi
singoli... .
Ben ritrovato caro Raffaele,
Cominciamo
dal tuo singolo precedente, il brano “Guanti di lattice” dedicato a questi tempi
un po’ distorti e che sovvertono tutte le nostre certezze
Eh già, purtroppo abbiamo perso tutte le nostre
certezze, ci è mancato il terreno da sotto i piedi, come si suol dire.
Sinceramente Guanti di lattice, come ho già detto in
più occasioni, non era in programma. Dopo aver guardato alcune immagini
drammatiche, mi son messo al piano e me la son ritrovata davanti dopo 5 minuti.
E ho deciso di pubblicarla e donarla a tutti quanti
noi.
”Banale” è invece un brano con un tema del tutto diverso ma con un’atmosfera che sconfina ancora una volta nella profondità.
Banale è la canzone più semplice che abbia mai scritto. Anche questa non era prevista, un altro dono.
Un testo semplice che potesse arrivare a tutti.
Non è mai facile parlare dell’
amore, una parola che è ancora un tabù, seppur nel 2020. Io invece credo che l’amore
sia alla base di una ripartenza, di una rinascita.
D'altronde la vita di ognuno
di noi è frutto dell’ amore.
E amare, dare senza pensare di ricevere, volere bene,
fare del bene, sembrano cose scontate, banali, appunto, ma dovrebbero essere il
lietmotiv di tutti quanti noi.
Hai detto
di quanto il brano possa essere letto sotto varie forme inerenti l’amore e di
come in musica assomigli alla
colonna sonora di un film... .
Per capire che in musica assomigli a una colonna sonora di un film, credo che basti mettere due cuffiette, chiudere gli occhi e lasciarsi andare.
Per quanto riguarda invece la lettura del brano,
Banale è un inno all’amore. In tutte le sue forme.
L’amore è di tutti e per tutti.
Dobbiamo ritrovare quella voglia di voler bene, la
stessa di quando eravamo bambini. Nella nostra ingenua purezza, era nascosta
tutta quella voglia di affezionarci, relazionarci, condividere, c era un grande
bisogno di amare e sentirsi amati.
In questo momento storico non credo che ci possa
essere una lingua più universale di quella parlata dall’ amore.
Per quanto riguarda
il sound per la prima
volta nella mia discografia non è presente alcuna chitarra.
In Guanti di lattice
per esempio la chitarra acustica è la colonna
portante, con l aggiunta di
un solo finale.
Se andiamo a ritroso, in Un pianeta
che non c è troviamo il sax del grande Kasra. Diciamo che in ogni canzone provo
ad esaltare uno strumento.
Perché sono importanti tutti allo stesso modo e sta a noi dargli il
giusto valore.
Il brano è nato al piano ed ha un richiamo natalizio.
Ho preferito lasciarla così com’ è nata, proprio per questo.
Sarò luna in quelle notti in cui il buio fa paura, sarò il sole che riscalderà i tuoi invemi
e quando sarà dura
sai sarà uguale
per te non cambiare perché
sei speciale, l avranno detto
in tanti ma non è mai Banale..
Solo il piano poteva sposarsi
al meglio con queste parole, o almeno credo.
Voglio ringraziare sia il maestro Leonardo
Tamburrano per il suo arrangiamento al piano, che l'amico fraterno Rubino Francesco
che ha curato produzione e mixaggio.
Prima del secondo
ritornello un omaggio
al mio mito Vasco Rossi,
con un richiamo ad Albachiara.
Sonia Bellin
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