Si intitola così l’ultimo singolo di Cipriano, cantautore romano con all’attivo l’ep “Terra Madre", rilasciato nel 2021 con un ottimo riscontro da parte del pubblico.
Se già in questo disco l’autore prometteva un’analisi attenta e dettagliata sul mondo circostante, riflettendo anche sul futuro e sull’impatto dell’uomo nel mondo - con tutte le incrinature che ne conseguono - ecco che con il suo ultimo progetto, l’artista evolve pienamente nel senso critico prima solo accennato, invitando l’ascoltatore a riflettere sui tanti problemi che incombono nel nostro paese.
Del resto l’autore ha sempre cercato di coniugare musica ed impegno sociale per quanto possibile, traducendo in canzoni, pensieri rivolti a tematiche come la guerra, le discordie, i disordini sociali, il cambiamento climatico ecc…con un’attenzione notevole al testo, ma al contempo, ricercando sempre quel suono che desse valore alle parole e unicità al suo stile, in modo da essere riconoscibile sin dal primo ascolto…E possiamo ben dire che anche per questo nuovo lavoro, dal titolo “Come sono misero…”, l’impresa sia riuscita nel modo più assoluto!
Non solo infatti siamo di fronte ad un brano dove l’arrangiamento persegue perfettamente il testo, ma quello che più risalta, è la capacità di far risuonare il significato attraverso il significante, ovvero di trasmettere il senso di contraddittorietà e di ipocrisia- condizione attuale vissuta dall’umanità- per mezzo della scelta stessa delle parole e di come queste siano tra loro così ben incastrate, come fossero un puzzle, dando valore all’incontro valore dell’incontro e alla complementarietà.
Come meglio esprimere infatti, il contrasto sociale, se non attraverso le tante antitesi enunciate in soprassalto dal cantautore, concedendo all’ascoltatore uno scorrimento di immagini atte a descrivere l’attuale condizione sociale…? Il talento dell’artista si rivela proprio in questo: nel saper commisurare ogni parola, ogni frase, ogni costrutto linguistico per valorizzare al massimo il significato che si intende trasmettere. Non servono ulteriori spiegazioni, ne sottotitoli, solo una lettura attenta del testo che non risparmia nemmeno le pause perché anche lì… ecco che il silenzio parla.. o meglio è la musica a farlo...
Una musica che sembra inseguire, allo stesso modo delle parole, un senso di disagio, di disarmonia che stride con i pensieri e le azioni più oneste ma che non può fare altrimenti se non procedere con la sua presenza, per sfogarsi in tutta la sua ebrezza!
Ed ecco che in questo raffinato gioco linguistico, emergono ancora una volta i contrasti, anche nello stile stesso del brano, dove un apparente rap viene sorprendentemente e volutamente smussato da un rock che scalfisce con la sua durezza ogni immagine...Nudo e crudo proprio come la voce del cantante e anche qui, ecco il peso dei contrasti che non si alleggerisce nemmeno nel cantato perché è in questo gioco contraddittorio che viene evidenziato il vero senso del brano, un brano di denuncia, di critica…un brano che vuole scuotere gli animi e la mente per far discutere e parlare….
Sonia Bellin
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