Si intitola così l’ultimo singolo di Nomedarte, cantautore e compositore che, dopo il suo debutto discografico con “A volte penso”, ritorna nelle radio e in tutti i digital store, con un brano dal titolo "LOOP".
Al secolo Francesco Golfari, Nomedarte è un
giovanissimo artista di 19 anni che
suona chitarra, pianoforte, canta e compone musica da circa 5 anni,
collaborando anche con "Disputa", un rapper compaesano, per l'uscita
di qualche album e live. Grazie a Valentina Rambelli, insegnante di canto, si è
approcciato in modo più professionale al mondo della musica, fino ad entrare in
contatto con la Pms Studio di Raffaele Montanari, con la quale ha firmato
dapprima un contratto discografico, per poi iniziare a comporre il suo primo
album.
Dopo il singolo d’esordio,
con il quale Nomedarte ha potuto far conoscere il suo stile al grande pubblico,
eccolo con un brano che si lega al precedente, ma al contempo si diversifica
per il contenuto e l’intento comunicativo. Se in “A volte penso” Francesco affrontava
una sorta di denuncia sociale, in "Loop", il rimando alla società è molto più
vago, in quanto non è la società in sé o il sistema ad essere preso di mira,
quanto una specifica categoria di persone inclini ad adottare comportamenti discutibili e in totale
disaccordo con una personalità forte ed energica. Si tratta di persone capaci
di accontentarsi, ovvero di aggrapparsi alla routine quotidiana con tutte le
sue contraddizioni, trovando in essa una sorta di comfort zone.
Quindi se nel primo singolo
l’incertezza dell’artista era il punto di partenza per una riflessione interiore,
amplificata poi ad ampio raggio verso la società presa nel suo insieme, qui l’inizio
avviene invece al di fuori di sé, per colpire in modo diretto un modo di pensare
e quindi di agire, per poi addentrarsi proprio in quel pensiero specifico con la
volontà di scardinarlo.
Risulta facile infatti
rifugiarsi nell’abitudine, e decidere che, anziché evolvere, è più comodo
mantenere un quieto vivere lontano da sfide e prove di resistenza; tuttavia ciò
non fa altro che appiattire le nostre vite, rendendole sterili e prive di
significato e facendoci entrare in quello che appunto Francesco chiama LOOP,
ossia una ripetizione che altro non fa che intrappolare il nostro pensiero,
senza la possibilità che esso maturi od evolva, con l’aperta confessione, da
parte dell’artista stesso, di quanto anche lui, in primis, si ritrovi imprigionato
in questo loop infinito decentrato da ogni cambiamento.
Amante di tutto quello
scenario d’autore di cui Fabrizio de Andrè è stato il precursore, lo stile di Nomedarte
risente di un amore smisurato per testi espressivi, e profondi, capaci di
penetrare l’animo umano attraverso un’attenta riflessione interiore.
Sia in “A volte penso” che in "Loop", è presente
quella necessità espressiva che esula da ogni stile o genere predefinito, per seguire
una via tracciata soltanto da un flusso di pensiero continuo e in continua
evoluzione: i suoni sono escursioni sui passi andanti di un ritmo alternativo a
metà strada tra l’indie pop e il rock con qualche incursione dark e new wave,
senza alcuna pretesa di far leva su uno stile piuttosto che su un altro, ma con
il solo intento di leggere tra le righe di una società spenta e incerta che
influenza il nostro Io.
Sonia Bellin
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