Presenti ai nostri microfoni e rappresentati
niente meno che dalla voce del gruppo - la talentuosa Daniela Maurizi - abbiamo
avuto modo di conoscere questo quartetto acustico che a partire dal nome
stesso, ingloba dentro di sé tutta l’ironia e la creatività che soggiacciono ad
un progetto originale e innovativo, degno di chiamarsi appunto Musicanti di
Brama.
La brama di essere onnipresenti
in questo cortocircuito di colori che riveste ogni lembo del loro abito
musicale, dove brani inediti, rispondono ad esigenze espressive sempre nuove,
capaci di incontrare la tradizione popolare e di coniugarla con il cantautorato
teatrale italiano, di cui Giorgio Gaber è stato uno dei migliori esempi.
Suoni d’altri tempi e di altri luoghi, provenienti
anche dalla chanson française e che attraversano ogni angolo dell’espressività
teatrale, trovando nella musica il loro habitat ideale; dal jazz allo swing, dal
sirtaki alla tammurriata, dal pop al rock progressive… Un connubio di generi fra
loro anche contrapposti ma che qui trovano il loro equilibrio, sfidando il
tempo e la lingua, per affacciarsi in
quelle viscosità sonore che contemplano suoni di diversa provenienza, dilatando i
tempi, amplificando il ritmo, dove la
sperimentazione incontra poi anche il
testo del brano e con esso l’interpretazione che lo vivifica. Un’interpretazione
brechtiana e circense, che risponde ad una versatilità unica della cantante, accompagnata
dai suoi preziosi collaboratori- gli altri musicanti- i quali, ricordando la
celebre fiaba dei fratelli Grimm, accordano con i loro strumenti impressioni mutevoli
derivate da un’attenta analisi dell’uomo e della sua natura.
La chitarra di Michael Wernli, il basso
Antonio Abruzzese, la batteria e le percussioni Alex Barberis e, naturalmente
la voce di Daniela Maurizi, che sprigiona tutta la sua carica , in un mantra
emotivo che scandaglia ogni tratto dello scibile umano. La cultura popolare non
è infatti l’unica componente presente in questo progetto musicale nato nel
2018, il quale attinge dalla tradizione letteraria e teatrale, tecniche e
modalità comunicative, atte a rappresentare l’uomo e la sua identità, perlustrandone
il lato più cupo e contradditorio, ma anche quello più ingenuo e spontaneo, ove
ancora si distinguono reminiscenze fanciullesche, incontrando nel teatro canzone dei Musicanti di Brama, la componente
poetica di provenienza pascoliana.
Ma la poesia, con
l’enfasi emotiva che accorda musica con la teatralità, non ha derivazioni
soltanto introspettive, in quanto l’intento dei Musicanti è anche quello di
proiettare nell’ascoltatore un’immagine diretta dell’attuale società, con i
suoi limiti e potenziali. Prendendo ispirazione, questa volta dal teatro-poesia
di Pirandello, Daniela e i suoi compagni hanno creato una corrispondenza biunivoca
tra il nostro presente e la ricerca identitaria di Pirandello, adottando
strutture espressive capaci di elargire un’immagine specifica, come quella della
maschera o delle tante personalità espletate in una società che ormai, ripiega su stessa. Ed ecco che, proprio per
sopperire a tale lacuna identitaria, diventa fondamentale una ricerca continua
dentro se stessi e un viaggio introspettivo che possa
far emergere l’identità umana nella sua vera essenza. Un viaggio che i
musicanti compiono attraverso un linguaggio diretto con un ritmo incalzate, facendo
appello ad una sana ironia e ad un sarcasmo in grado di poter giocare con tutti
gli strumenti linguistici a
disposizione, al pari di quelli musicali e che permetta una visione ad ampio
spettro delle stesse strutture linguistiche tradizionali e delle loro capacità comunicative.
Sonia Bellin
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