mercoledì 25 settembre 2024

“SE CI SEI TU” E’ IL NUOVO SINGOLO DI VALENTINA MAZZA

 



“Hai camminato tanto in questo spazio immenso nei pendii del mio tempo…”

Si apre così il singolo che inaugura la collaborazione di Valentina Mazza con la Pms studio, dal titolo “Se ci sei tu”, una celebrazione della speranza racchiusa in un inno all’amore e al conforto che questo sentimento è capace di elargire  nel momento in cui viene vissuto e valorizzato. “Provaci tu” canta Valentina in questo brano dove lei stessa è autrice del testo.

Raffinata ed elegante, con posature ricercate nel testo e nelle sonorità, Valentina Mazza è una cantautrice proveniente da Orciano di Terre Roveresche, un paese nella provincia di Pesaro. Una passione per la musica che inizia molto presto, portandola a conseguire la laurea triennale in Canto Pop Rock al CPM Music Institute di Milano. Nel 2015 l’artista ottiene il primo posto al concorso “Giovani per la Musica” organizzato dall'Orchestra Sinfonica Rossini e, nello stesso anno, vince il premio “Bruno Lauzi”. Il brano con cui esordisce Valentina è “Ti amerò” che la porta, in pochissimo tempo a non mollare questa sua grande passione, concretizzando il suo sogno proprio quest’anno entrando a far parte della Pms studio, l’etichetta di Raffaele Montanari, con il quale registrata il brano “Se ci sei tu”, disponibile ormai da qualche  settimana in tutti i i digital store.

“Allora dimmi che tu  starai dalla mia parte, con le sconfitte e le vittorie di questa vita che danza. Io mi riprendo la speranza di sentirmi di nuovo a casa…” canta Valentina, soffermandosi sul  tempo trascorso, sul proprio passato, scrutando  le impronte che tracciano il nostro cammino e i pendii scoscesi, lì pronti a travolgere i nostri passi per farci poi risalire verso nuovi orizzonti.

Una richiesta d’aiuto…un tentativo di richiamare a sé qualcuno che sia in grado di stare “dalla sua parte”, ovvero di condividere le sensazioni e le emozioni provate, sapendo che chi ci è vicino ci ascolta… ci osserva… vive con noi quello che stiamo sperimentando e intuisce ogni nostro desiderio o esigenza.

Tuttavia quel senso di vicinanza, di comprensione, quel senso di amore, non è per forza l’amore inteso in senso terreno o l’amore come lo si intende comunemente. Il testo di Valentina lascia intuire quanto oltre queste parole ci sia qualcosa di molto più profondo a suggellare il contatto di cui ogni essere umano necessita.

“E proteggimi che da sola non lo so fare…”

Per quanto una persona possa essere forte e determinata, deve esserci Qualcuno o Qualcosa a tenerle vivo tutto questo ed ecco quindi, che diventa fondamentale la realizzazione di sé e dei propri limiti, oltre che  delle proprie capacità… Capacità soprattutto intellettive che ci permettono di indagare e di conoscere chi siamo e da dove veniamo e dove sia  quel tempo e quello spazio, che ci ha portati fino a qui, dov’è il senso della vita e del nostro essere.

 E allora ecco che di colpo capiamo di non essere soli, di provenire da quel luogo verso cui torneremo, visitando il mondo e perlustrandone  ogni angolo per comprendere che, nel momento in cui avvertiamo una smarrimento, quel senso di protezione di cui necessitiamo, diventa più forte che mai… Ed è li che tutte le paure e tutta la vergogna, svanisce per lasciare spazio soltanto ad uno sguardo umile verso l’Alto. Umile di chi si abbassa e lascia smorzare il proprio ego, per rivolgere lo sguardo lassù, incontrando la vera luce.: “Abbandonato l’ego, Alzo gli occhi al cielo”

Per riprendere le testuali parole di Valentina, capaci di evocare la vera forza ricercata nei momenti di sconforto, nei momenti dove il buio sembra immergerci in una abisso infinito e dove  l’attimo prima di precipitare - proprio quando tutto sembra perduto- ecco che immergendoci dentro questa penombra, risulta più facile vedere la luce. “Se ci sei tu” ci aiuta a capire quando l’umiltà diventa l’unica via per accedere alla salvezza, comprendendo che l’ego altro non è che un baluardo da superare per giungere a Qualcosa di più grande, come il Cielo sopra di noi.

 

Sonia Bellin

 

Link digital store:

 https://pmsstudio.lnk.to/valentinaseciseituEM

martedì 24 settembre 2024

“BLU PROFONDO” È L’ULTIMO SINGOLO DI JEI EN

 



Al secolo Giorgia Aquini, Jei En è una giovanissima artista bolognese che si avvicina alla musica da piccolissima. Classe 1996 Giorgia inizia a muovere i primi passi nella musica in tenera età, per poi entrare nel coro dei salesiani, portato poi avanti  Music Academy di Bologna. Qui ha l’occasione di conoscere Serenella Occhipinti (Sara6, ex cantante Taglia 42), con la quale inizia varie collaborazioni, che permettono a Jei En di farsi conoscere al pubblico e alla critica. Diverse sono anche le partecipazioni dell’artista a concorsi dove si fa notare per la coinvolgente presenza scenica ed il particolare timbro soul. Una timbrica che le permette di contraddistinguersi nel panorama musicale italiano, dove la sua vocalità risulta pressoché unica, in quanto capace di riverberare diverse inclinature vocali, sfoggiando chiaroscuri derivanti da vari stili musicali, tra cui anche il jazz.

Jei En comincia poi ad esibirsi anche in diversi locali,  come al Bravo Caffè di Bologna e a svariati eventi, anche fuori regione. Di lì a poco, sempre tenendo alta la sua passione per la musica e per il canto e dimostrando doti interpretative degne di nota, Jei En inizia a collaborare con la Pms Studio, l’etichetta di Raffaelle Montanari, produttore d’eccezione che le permette di valorizzare al massimo la sua vocalità, attraverso brani dove la sua timbrica risulta sempre in primo piano, facendo emergere significati profondi.  “Niente è stato inutile”- distribuito dalla Pms- esemplifica questo dato facendo scorgere per mezzo degli arrangiamenti curati nei dettagli, una tessitura vocale che tratteggia un quadro armonioso, atto a trasmettere tutta l’emotività presente.

Ed ecco che ancora una volta, con “Blu profondo”, pubblicato diverse settimane fa in tutti i digital store ma ancora presente tra i brani indipendenti più ascoltati nel web, emerge a partire dal titolo, il valore empatico del brano, il quale fa breccia nell’emotività più intensa dell’ascoltatore.

“Blu profondo “ è un pezzo che risveglia il carattere soul della timbrica di Jei En e che, come si addice a brani di questo genere, fa leva sul senso intimo dei sentimenti, individuandoli e cercando di razionalizzarli; non sempre ciò è possibile, perché il cuore non conosce schemi a cui la mente risponde… Il cuore di chi vive le emozioni di “Blu profondo “ sono paure recondite, che scaturiscono dal subconscio per poi muoversi a stento tra le pareti della coscienza.

L’incontenibilità  di una passione che arriva improvvisamente a travolgere la nostra vita e quella paura…Paura di non essere all’altezza… di non avere la risposta a tutte le domande… Di non avere le chiavi d’accesso per questo mondo sconosciuto e che quindi ci incute timore…. Ma non è buio…è blu… “Blu profondo”. E allora come non lasciare che questo colore inebri i nostri sensi, assecondando questo desiderio di lasciarsi andare…?

 

Sonia Bellin

 

Link digital store: 

https://pmsstudio.lnk.to/bluprofondo

martedì 17 settembre 2024

“SOGNI E VERITÀ”: MATTEO VENTURI CI IN-VITA A VIVERE I NOSTRI SOGNI

 


 


Si intitola “Sogni e verità” l’ultimo singolo di Matteo Venturi, cantautore che esordisce  nel  2016 con l'album "Tre minuti di canzone", prodotto da Roberto Priori, noto per le sue collaborazioni con 883 ed Eugenio Finardi. Dall'album sono stati estratti diversi singoli di successo, tra cui "Dentro ai ricordi", pubblicato su Rockit, "E noi due", apparso su TV Sorrisi e Canzoni, "Di quei giorni lì", trasmesso su Radio International, e "Scegli Me", rimasterizzato e prodotto da Barusso, che ha lavorato con artisti come Modà, Coldplay e Lacuna Coil. Venturi ha avuto l'opportunità di esibirsi dal vivo al Memo Live Club di Milano, selezionato da Antonio Vandoni, direttore artistico di Radio Italia, e ha aperto un concerto per il cantante Pago a Bologna presso il Let’s Go Now.

Notato anche da testate importanti come "La Repubblica" e "Il Resto del Carlino" Matteo  ha anche partecipato come busker al Festival di Sanremo, esibendosi all’esterno dell’Ariston. Nel 2023 registra i brani "Costruire un ricordo" e "Credere in un sogno" con il produttore Paolo La Ganga, noto per le sue collaborazioni con artisti come Fiordaliso, Povia, Luca Dirisio, Alan Sorrenti, Marcella Bella e Anna Oxa. Nel dicembre dello stesso, Venturi pubblica  "Costruire un Ricordo", il cui master è stato realizzato da Nicola Fantozzi, ingegnere del suono che ha collaborato con Laura Pausini, Cesare Cremonini, Luciano Ligabue e altri.

Attualmente, Matteo è impegnato nella registrazione del suo nuovo EP con Paolo La Ganga. Il 26 aprile 2024 è uscito "Credere in un sogno", prodotto appunto da La Ganga e distribuito da PMS Studio. Il video, diretto da Oscar Serio, è un omaggio agli artisti di Bologna e, il 4 maggio, ha avuto l’occasione di presentare il brano e altre canzoni al Teatro del Navile di Bologna, che ha fatto il tutto esaurito. Matteo continua a esibirsi come busker, sia in Spagna che in Italia. Di ritorno a Bologna, suona nelle strade, da solo o con altri artisti di strada. Il 5 giugno 2024 si è esibito a Monte Brullo, Faenza, in un evento omaggio ai grandi cantautori, dove parteciperà anche il MEI. "Sogni e Verità" è il titolo del nuovo singolo, ma anche del prossimo album di Matteo venturi, che uscirà ovviamente con l’etichetta Pms studio di Raffaele Montanari.

“Sogni e verità”  sembra continuare un racconto iniziato con “Credere in un sogno”, dove qualcosa è rimasto sospeso, senza tuttavia rinunciare ad un finale che desse una sorta di conclusione ad una storia iniziata dall’autore. Una storia che si inscrive nella vita di ognuno di noi, fatta di sogni e anche di verità: le nostre aspirazioni, i nostri desideri, ma anche la realtà che ogni giorno ci apprestiamo a vivere e con cui dobbiamo per forza fare i conti.

Il viaggio iniziato con “Credere in un sogno”, dove Matteo metteva davanti l’importanza di custodire un sogno nel cassetto e di preservarlo nonostante tutto, assume ora un connotato più realistico in quanto, questo sogno che riaffiora, incontra la dura realtà del mondo e dei fatti che lo dilaniano. Momenti di sconforto, muri che si innalzano, porte che si chiudono… Tutte immagini di un mondo che sembra opporsi ai nostri sogni e a quella fiducia su di essi che ci aveva portato a concepirli.

Tuttavia, proprio prescindendo da una realtà rarefatta ed esente dagli ostacoli, Matteo traspone il suo universo immaginifico in quello reale, proiettando nei nostri pensieri un film a colori dove ogni fotogramma racconta un estratto della nostra vita e delle difficoltà che possiamo incontrare nel corso di essa, ricordandoci di quanto sia importante, pur nella vastità immensa di avversità, mantenere vivi i nostri sogni, senza per questo cadere nell’illusione di vivere in una bolla di cristallo, in quanto proprio in questo connubio espresso dal titolo (sogni e verità) avremmo una percezione “reale” della realtà, senza dover rinunciare ad immaginarla più incline alle nostre ispirazioni.

Quello che ci insegna Matteo attraverso questo pezzo il cui sound sfiora il country folk esplorando il pop in tutta le sue coloriture più leggiadre e disincantate, è che i sogni sono la fonte vitale del nostro essere, della nostra identità e che, per mantenere i piedi ben saldi a terra imparando ad affrontare anche gli ostacoli più alti, è necessario saper volare attraverso questi   sogni che sono come la ali della nostra fantasia.

In bilicotra sogni e verità sogno forte, non mi fermo lascio che la vita sia una fantasia, guardo avanti non mi spengo” canta Matteo Venturi nel ritornello, in un pezzo  dove la speranza  si ravviva ogni giorno come fonte essenziale da cui attingere un nuovo slancio vitale e dove siamo in bilico tra lo  “stare fermi o cominciare a scegliere”…

 

Sonia Bellin

 

 

Link digital stores:

 https://pmsstudio.lnk.to/matteoventurisognieverita

 

 

 

 

lunedì 9 settembre 2024

NOMEDARTE IN “LOOP”: QUANDO LA ROUTINE DIVENTA UNA TRAPPOLA




Si intitola così l’ultimo singolo di Nomedarte, cantautore e compositore che, dopo il suo debutto discografico con “A volte penso”, ritorna nelle radio e in tutti i digital store, con un brano dal titolo "LOOP".

 Al secolo Francesco Golfari, Nomedarte è un giovanissimo artista di 19 anni che suona chitarra, pianoforte, canta e compone musica da circa 5 anni, collaborando anche con "Disputa", un rapper compaesano, per l'uscita di qualche album e live. Grazie a Valentina Rambelli, insegnante di canto, si è approcciato in modo più professionale al mondo della musica, fino ad entrare in contatto con la Pms Studio di Raffaele Montanari, con la quale ha firmato dapprima un contratto discografico, per poi iniziare a comporre il suo primo album.

Dopo il singolo d’esordio, con il quale Nomedarte ha potuto far conoscere il suo stile al grande pubblico, eccolo con un brano che si lega al precedente, ma al contempo si diversifica per il contenuto e l’intento comunicativo. Se in “A volte penso” Francesco affrontava una sorta di denuncia sociale, in "Loop", il rimando alla società è molto più vago, in quanto non è la società in sé o il sistema ad essere preso di mira, quanto una specifica categoria di persone inclini ad  adottare comportamenti discutibili e in totale disaccordo con una personalità forte ed energica. Si tratta di persone capaci di accontentarsi, ovvero di aggrapparsi alla routine quotidiana con tutte le sue contraddizioni, trovando in essa una sorta di comfort zone.

Quindi se nel primo singolo l’incertezza dell’artista era il punto di partenza per una riflessione interiore, amplificata poi ad ampio raggio verso la società presa nel suo insieme, qui l’inizio avviene invece al di fuori di sé, per colpire in modo diretto un modo di pensare e quindi di agire, per poi addentrarsi proprio in quel pensiero specifico con la volontà di scardinarlo.

Risulta facile infatti rifugiarsi nell’abitudine, e decidere che, anziché evolvere, è più comodo mantenere un quieto vivere lontano da sfide e prove di resistenza; tuttavia ciò non fa altro che appiattire le nostre vite, rendendole sterili e prive di significato e facendoci entrare in quello che appunto Francesco chiama LOOP, ossia una ripetizione che altro non fa che intrappolare il nostro pensiero, senza la possibilità che esso maturi od evolva, con l’aperta confessione, da parte dell’artista stesso, di quanto anche lui, in primis, si ritrovi imprigionato in questo loop infinito decentrato da ogni cambiamento.

Amante di tutto quello scenario d’autore di cui Fabrizio de Andrè  è stato il precursore, lo stile di Nomedarte risente di un amore smisurato per testi espressivi, e profondi, capaci di penetrare l’animo umano attraverso un’attenta riflessione  interiore.

 Sia in “A volte penso” che in "Loop", è presente quella necessità espressiva che esula da ogni stile o genere predefinito, per seguire una via tracciata soltanto da un flusso di pensiero continuo e in continua evoluzione: i suoni sono escursioni sui passi andanti di un ritmo alternativo a metà strada tra l’indie pop e il rock con qualche incursione dark e new wave, senza alcuna pretesa di far leva su uno stile piuttosto che su un altro, ma con il solo intento di leggere tra le righe di una società spenta e incerta che influenza il nostro Io.

 

Sonia Bellin




giovedì 5 settembre 2024

“TIK TAK”: L’ESTATE DI LANE CI PORTA DENTRO DI NOI

 



E anche quando fuori il sole brucia la pelle e scotta i nostri volti, non è tempo solo di bagni in piscina o di nuotate tra le  sponde del mare..! Anche in estate, possiamo pensare. E’ questo l’intento del nuovo singolo di Lane, al secolo Giorgia Tamburini, giovanissima artista che fin da bambina, dimostra una forte inclinazione musicale, portando avanti la sua passione che, passo dopo passo, diventa il sogno della sua vita , portandola a firmare nel 2019, il suo primo contratto discografico con la Pms studio.

Un debutto formidabile che le permette fin da subito un ottimo riscontro da parte della critica e delle radio, oltre che dal web, che passano il suo primo singolo "Stupido Cliché", scritto a quattro mani con la madre per quanto riguarda il testo, come tutti gli altri brani che da lì in poi, Lane pubblica con l’etichetta di Raffaele Montanari, il fondatore della Pms studio.

Un lavoro di squadra quello con la madre, che Lane ci ha descritto con entusiasmo durante l’intervista, spiegando come questo aneddoto le dia la forza necessaria per coinvolgere chi le  vuole bene nella sua passione, fino alla pubblicazione di “ Tik tak”, il suo ultimo singolo. Un brano rilasciato durante questa caldissima estate ma che, lungi dall’essere inteso come il classico tormentone da cantare e ballare sotto l’ombrellone, diventa un invito a riflettere e a guardarsi dentro.

Il tempo che scorre inesorabile: “ tik -tak “ e quel senso continuo di fugacità che plasma le nostre vite e, se in estate il tempo sembra allungarsi, come le giornate di sole che dispiegano le ore calde e di luce sulla nostra frenesia, ecco che - proprio la stagione estiva- diventa non solo un momento per divertirsi, ma anche per riflettere, per prendere anche solo un breve lasso di tempo utile ad analizzare questa nostra vita frenetica, valorizzandone ogni singolo istante: presente, passato e futuro.

Portati il passato dentro al futuro, goditi il presente momento per momento… tik tak.. un tempo che se na va…”

Con la sua vocalità  dai forti richiami soul, Lane in questo pezzo apporta una delicatezza unica, che soltanto l’immagine di una farfalla dalle ali flebili e fugaci potrebbero descriverne la peculiarità. Una voce capace di esprimere quei chiaroscuri che sopraggiungono sui toni più alti, alzando anche il senso profondo del brano, da cui emerge l’eleganza musicale, oltreché vocale.

Il tempo scorre ed è inevitabile…L’orologio converge con un ritmo che il mondo ha inciso anche sopra le nostre vite, ma sta a noi poter sconvolgere tutto questo, capendo quando è tempo di fermarci,…anche solo per un attimo… anche solo per respirare.

 

Sonia Bellin

 

 

Link digital store:

 https://pmsstudio.lnk.to/lanetiktok

“CAPPELLO MATTO” : REALTÀ E IMMAGINAZIONE NELL’ULTIMO SINGOLO DI SARA PIERESSA

 



 


E dopo lo straordinario successo di “Casinò”, ecco “Cappello matto”, il nuovo singolo di Sara Pieressa, giovanissima cantante veronese, innamorata della musica e di tutto ciò che gira intorno ad essa e che, nel corso degli anni, partecipa a vari concorsi e festival nazionali tra cui lo Zecchino d'Oro, Sanremo Lab2016, il Festival di Saint Vincent, e il  concerto Capodanno 2014 in piazza Bra.

Giorno per  giorno la sua passione per la musica e per il canto cresce, come la voglia di mettersi gioco e a confronto con un pubblico, ed eccola quindi impegnata in numerose serate live, dove si esibisce con il duo personale progetto "Sara Pieressa e il tributo MissMAGIC Amy Winehouse". Partecipa quindi a Casa Sanremo 2022 e, nel 2024 al programma Rai E VIVA IL VIDEO BOX. Il 2024 è un anno fortunato e ricco di sorprese per Sara, dal momento che entra a far parte del mondo della Pms studio, l’etichetta discografica di Raffaele Montanari, con la quale inizia una proficua collaborazione, il cui primo risultato è la pubblicazione del suo singolo di debutto intitolato "Casinò", un brano che Sara Pieressa interpreta con un’energia straordinaria, dimostrando a tutti quanto alle volte, si debba lottare e stringere i denti per farsi strada nel mondo, il mondo discografico in primis. Un mondo dove è facile rimanere inghiottiti senza nemmeno accorgersene, dove alle volte è necessario mostrare le unghie e andare avanti con tutte le forze a disposizione.

 In un continuum narrativo che da “Casinò” fa breccia nel nuovo singolo, Sara Pieressa esplora le sue fragilità in un brano puramente autobiografico, dove ogni verso della canzone rappresenta un passo verso la conoscenza di sé e verso la consapevolezza. Un risveglio personale che da “Casinò”, porta in questa nuova indagine alla scoperta di nuove prospettive verso cui porre lo sguardo, inseguendo con gli occhi momenti e presagi di un senso nuovo della verità, in una visione di sé profonda e distolta da qualsiasi voce esterna. A parlare solo il nostro Io con le più diverse sfaccettature che celano agli altri la nostra vera identità.

Un incontro fortuito ma di estrema pregnanza simbolica e che l’immagine del Cappello matto, riesce a trasmettere in tutta la sua immediatezza…. Le apparenze che intravediamo quotidianamente, capaci di confondere i nostri occhi, mentre la realtà diventa fantasia e viceversa, proprio come in una fabbrica di cioccolato, per citare un estratto del brano

 “ Diversa se la guardi da ogni lato. Giacca addosso, Rossetto rosso…La realtà è più profonda di un abisso”.

Dove finisce quindi quel gioco di ruolo dove noi siamo parte del tutto e, dove invece  inizia la vera sfida …?

Dov’è il confine tra un racconto che di giorno in giorno si arricchisce di nuove immagini trasponendo entro di sé altri racconti e dove sono i fatti realmente vissuti?

Forse non esiste o forse, esistono soltanto prospettive diverse entro cui osservare il mondo che ci sta attorno… Forse indossando un semplice cappello possiamo avvertire quel brivido di pazzia, provando a capire che a distorcere la realtà non è tanto un ordine delle cose che non sia tale, ma un diverso modo di porle una accanto all’altro e quindi di osservarle, scrutarle ed indagarle.

 

Sonia Bellin

 

Link digital store:

 https://pmsstudio.lnk.to/cappellomatto

mercoledì 4 settembre 2024

“DOVE IL CIELO E’ BLU”: JENNI GANDOLFI SFIORA LE NUVOLE CON I COLORI

 

 

 


 


Un quadro dipinto a mano ma anche una tela i cui colori rimandano a quelli dell’anima…Un’anima trafitta dal dolore, dalla sofferenza e presso cui, dietro le paure, soggiacciono insicurezze e aspirazioni ancora da coltivare.

Nel suo ultimo singolo Jenni Gandolfi ci fa ritrovare quella luce dentro di noi che appariva spenta ma che in realtà, era solo celata da ombre preposte ai nostri ideali…ai nostri sogni e a tutti quei momenti cancellati da uno stato d’animo mesto e rassegnato; ma oltre quel velo di solitudine interiore, dietro  quelle ombre e al di là delle nuvole… ecco un bagliore sfavillante di luce che avvolge quell’anima inquieta, pronta a chiedersi quale sia il vero colore dell’amore e quali siano le figure che ne delineano i diversi aspetti che lo raffigurano.

Jenni Gandolfi  non è soltanto un’artista la cui passione per la musica si esprime in una vasta gamma di professioni ad essa correlate- in primis il cantautorato- Jenni è anche un’attenta indagatrice dell’anima e dei suoi risvolti emotivi. Non a caso la cantautrice mantovana, oltre che essere autrice di tutte le sue canzoni, è anche vocal coach, musicoterapeuta, studentessa di psicologia e talent scout.

Jenni si avvicina al mondo musicale all'età di 12 anni studiando sax contralto, in seguito pianoforte, chitarra acustica e canto moderno.  Nel 2009 pubblica il suo primo album, "Crescere", con l'etichetta Maxy Sound, seguito da una serie di concerti live in piazze e teatri italiani, vince quindi numerosi contest nazionali ed internazionali con i suoi brani mentre, nel  2017 pubblica l’album “Come l’Acqua” con Cat Sound Records. Ed ecco quindi il fortunato  2021, l’anno nel quale Jenni  entra a far parte dell’etichetta discografica PMS Studio, con la quale pubblica i suoi nuovi album  e con la quale presenta appunto il singolo “Dove il cielo è blu”, un  brano tanto profondo quanto delicato, la cui melodia si sprigiona in maniera lieve e sussurrata, grazie alla vocalità chiaroscurale di Jenni, la quale soppesa ogni nota… ogni suono e o ogni parola che si lega alla musica e viceversa, creando rimandi continui tra il significato espresso dal testo, ma al contempo anche dalla musica. Due piani diversi ma un unico intento comunicativo: apportare speranza a  tutte quelle persone prese dallo sconforto e il cui cielo, appare ai loro occhi immerso in un grigiore indistinguibile.

 Attraverso un  sound moderno ma dal mood d’altri tempi, con pieghe vocali che emergono da un canto lontano, di sapore antico e che sembra sopraggiungere dalle memorie più antiche dei poeti cantori, ecco una canzone che ci invita a riflettere sull’importanza di guardare oltre le nuvole per scorgere il chiarore della luce del sole: “Anche il cielo ha le sue nuvole ma come cambia la prospettiva…” ; a volte basta così poco per essere felici… Basta guardare le cose da una diversa angolatura cogliendo accanto alle ombre, quella luce la cui presenza le rende tali. Un contrasto inaggirabile e che ci proietta direttamente nella nostra anima sempre in balia di concetti tra loro contraddittori, determinati dai momenti più difficili  che attraversiamo ogni giorno:

“Scaleremo le montagne come e aquile  nel vento dove l’aria è pura per la nostra anima”… Non è facile farsi forza e guardare avanti, tuttavia, una volta che si è trovato il coraggio e la volontà di proseguire, la strada non può che appianarsi e ogni salita, diventa motivo di rivalsa interiore in quanto, come canta amorevolmente e con estrema dolcezza Jenni, “Questa  vita qui con te vale molto di più di ogni difficoltà che un amore supererà”

 

Sonia Bellin

martedì 3 settembre 2024

MUSICANTI DI BRAMA: QUANDO LA MUSICA DIVENTA UNO SPETTACOLO

 




Presenti ai nostri microfoni e rappresentati niente meno che dalla voce del gruppo - la talentuosa Daniela Maurizi - abbiamo avuto modo di conoscere questo quartetto acustico che a partire dal nome stesso, ingloba dentro di sé tutta l’ironia e la creatività che soggiacciono ad un progetto originale e innovativo, degno di chiamarsi appunto Musicanti di Brama.

La brama di essere onnipresenti in questo cortocircuito di colori che riveste ogni lembo del loro abito musicale, dove brani inediti, rispondono ad esigenze espressive sempre nuove, capaci di incontrare la tradizione popolare e di coniugarla con il cantautorato teatrale italiano, di cui Giorgio Gaber è stato uno dei migliori esempi.

Suoni d’altri tempi e di altri luoghi, provenienti anche dalla chanson française e che attraversano ogni angolo dell’espressività teatrale, trovando nella musica il loro habitat ideale; dal jazz allo swing, dal sirtaki alla tammurriata, dal pop al rock progressive… Un connubio di generi fra loro anche contrapposti ma che qui trovano il loro equilibrio, sfidando il tempo e la  lingua, per affacciarsi in quelle viscosità sonore che contemplano suoni di diversa provenienza, dilatando i tempi, amplificando il ritmo, dove  la sperimentazione  incontra poi anche il testo del brano e con esso l’interpretazione che lo vivifica. Un’interpretazione brechtiana e circense, che risponde ad una versatilità unica della cantante, accompagnata dai suoi preziosi collaboratori- gli altri musicanti- i quali, ricordando la celebre fiaba dei fratelli Grimm, accordano con i loro strumenti impressioni mutevoli derivate da un’attenta analisi dell’uomo e della sua natura.

 

 La chitarra di Michael Wernli, il basso Antonio Abruzzese, la batteria e le percussioni Alex Barberis e, naturalmente la voce di Daniela Maurizi, che sprigiona tutta la sua carica , in un mantra emotivo che scandaglia ogni tratto dello scibile umano. La cultura popolare non è infatti l’unica componente presente in questo progetto musicale nato nel 2018, il quale attinge dalla tradizione letteraria e teatrale, tecniche e modalità comunicative, atte a rappresentare l’uomo e la sua identità, perlustrandone il lato più cupo e contradditorio, ma anche quello più ingenuo e spontaneo, ove ancora si distinguono reminiscenze fanciullesche, incontrando nel  teatro canzone dei Musicanti di Brama, la componente poetica di provenienza pascoliana.

Ma la poesia, con l’enfasi emotiva che accorda musica con la teatralità, non ha derivazioni soltanto introspettive, in quanto l’intento dei Musicanti è anche quello di proiettare nell’ascoltatore un’immagine diretta dell’attuale società, con i suoi limiti e potenziali. Prendendo ispirazione, questa volta dal teatro-poesia di Pirandello, Daniela e i suoi compagni hanno creato una corrispondenza biunivoca tra il nostro presente e la ricerca identitaria di Pirandello, adottando strutture espressive capaci di elargire un’immagine specifica, come quella della maschera o delle tante personalità espletate in una società che ormai,  ripiega su stessa. Ed ecco che, proprio per sopperire a tale lacuna identitaria, diventa fondamentale una ricerca continua dentro se stessi e un viaggio introspettivo che possa far emergere l’identità umana nella sua vera essenza. Un viaggio che i musicanti compiono attraverso un linguaggio diretto con un ritmo incalzate, facendo appello ad una sana ironia e ad un sarcasmo in grado di poter giocare con tutti gli  strumenti linguistici a disposizione, al pari di quelli musicali e che permetta una visione ad ampio spettro delle stesse strutture linguistiche tradizionali  e delle loro capacità comunicative.

 

Sonia Bellin