lunedì 16 dicembre 2024

“L'AMORE È IRREVERSIBILE” E L’ULTIMO SINGOLO DI LUCA LOMBINI

 


 


 

Una canzone che svela sentimenti e situazioni contrastanti… Un ritmo a tutto rock con striature che colorano il brano anche di tinte hard rock… Una timbrica unica che lenisce ogni nota, per alleggerire il suono in alcuni momenti, mentre in altri, al contrario per caricarli, dando libero sfogo al significato racchiuso nel testo.

 

Luca Lombini, nasce a Mantova il 25 luglio 1992 e la sua  passione per la musica inizia a manifestarsi fin da subito, quando ancora molto piccolo, incuriosito dalle colonne sonore dei film anni ‘80, comincia ad ascoltare  il rock di quel decennio. Inizia quindi  un percorso artistico, che lo porta a studiare  canto moderno con la cantautrice/vocal coach Jenni Gandolfi.

Successivamente, Luca calca  palchi importanti come il Teatro Bibiena, il Teatro di Mantova e il Teatro Olimpico di Sabbioneta, in cui interpreta brani di Fabrizio De Andrè negli spettacoli organizzati e diretti sempre dalla cantautrice mantovana e patrocinati dalla “Fondazione Fabrizio De Andrè”. Molti sono gli spettacoli canori ai quali Luca ha preso parte, interpretando brani di musical come Notre Dame de Paris e Phantom of the Opera. Tra i contest più importanti ai quali  ha preso parte, possiamo annoverare il concorso per cantautori, organizzato dal noto cantautore e produttore bolognese Marcello Romeo e il Festival del Garda, nel quale Luca ha vinto il primo posto con il suo primo brano inedito “C’era una volta” .

Nel 2022 esce il suo singolo di debutto “Fuoco e polvere” con l’ etichetta discografica PMS Studio di Raffaele Montanari e, nel Luglio 2023, esce sempre con PMS Studio, il singolo "Giulia”,

per arrivare poi all’ultimo singolo, uscito da qualche settimana nelle radio e nei digital store ed intitolato “l’amore è irreversibile”, un testo che rappresenta una presa di coscienza sull’amore e sulle svariate sfaccettature che tale sentimento acquisisce in chi lo vive nel tempo. Appena ci si innamora infatti, si ha la sensazione di essere travolti da un’ondata di gioia dove tutto è possibile, dove ogni cosa appare raggiungibile e dove il tempo, sembra come fermarsi; ma tale momento ovviamente non dura per sempre e, quel tempo ritorna a scorrere più veloce di prima, riavvolgendo anche il nastro del nostro passato e facendoci vedere gli scenari vissuti. Memori di alcuni ricordi di cui la musica ci aiuta ad immortalare, viviamo le nostre emozioni spesso proiettandole nel passato e chiedendoci se magari, tra le varie possibilità, ci sia anche quella di fare ritorno a quel tempo, a quel lieto vivere che dipingeva le nostre giornate con colori tersi. Ci si accorge però come poi, arrivati ad un certo punto, l’amore ci ponga delle scelte che corrispondono anche alla nostra vita e a come abbiamo intenzione di proseguirla, comprendendo che, in determinate situazioni, l’amore, diventi a senso unico. “L’amore è irreversibile “ tratta proprio di questo, riflettendo su quanto sia complicato, quanto meraviglioso, quel sentimento che da secoli affascina scrittori e musicisti. E Luca Lombini si inserisce tra questi e pone nero su bianco le immagini prima offuscate e ora nitide capaci di rivelare in modo univoco che cosa esse vogliono significare, rendendo chiaro quindi che, ad una certa maturità sentimentale, l’amore non ha più un doppio senso di marcia e che alcune scelte, diventano poi irrimediabili, trasformando chi lo vive e chi ci circonda. La canzone quindi, al di là del sound molto impetuoso e del genere che da sempre appassiona l’artista, vuole far riflettere su quanto sia importante capire le possibilità che abbiamo davanti per poi non rimpiangere una situazione che auspicavamo diversa da quella che ora stiamo vivendo. Si tratta di attimi e istanti talmente ravvicinati che alle volte, diventa difficile allinearli o dividerli per trovare quello giusto, ma con questo brano Luca Lombini svolge davvero un’analisi attenta e dettagliata delle dinamiche amorose e lo fa, ovviamente, con un ritmo serrato e del tutto in contrasto con la raffinatezza narrativa del testo e del suo significato, quasi a voler evidenziare la tensione soggiacente al significato steso del brano.

 

 

Sonia Bellin

 


Link Digital Stores:

 

https://pmsstudio.lnk.to/lombiniamoreirreversibile

 

domenica 8 dicembre 2024

ANDARE VIA E’ IL NUOVO SINGOLO DI LICAE

 



 

Il nome d’arte è un diminutivo artistico di Alice, con alcune reminiscenze verso la lingua latina, insomma…un’originalità che non si esprime soltanto in musica, ma anche nella scelta stessa della modalità con la quale presentarsi al pubblico.

Alice Mordenti, questo il vero nome della cantante, ha rilasciato da qualche settimana il suo ultimo singolo dal titolo “Andare via”, presente già in tutti i digital stores e in tutte le radio, dove sta riscuotendo un grande successo, grazie ovviamente la talento di questa giovane artista, che inizia prestissimo il suo percorso musicale, influenzata dalla famiglia, che vive da sempre di musica. Circondata da questo mondo che l’ha sempre fatta sentire a suo agio, dandole modo di rivelare la sua vera identità, Alice sviluppa ben presto una passione per la musica, che diventa esigenza espressiva e voglia di mettersi in gioco, ed ecco che, anno dopo anno, si cimenta nello studio e nell’esercizio, cantando e ascoltando quello che più fosse vicino alle sue inclinazioni, facendo emergere così, le sensazioni e le emozioni racchiuse dentro le note a lei più famigliari.

In concomitanza con uno studio costante e un ascolto assiduo di svariati generi, che trovano nell’indie pop italiano la chiave espressiva per svelare il suo mondo musicale, Alice inizia anche a partecipare a vari contest e festival, dove ha modo di farsi conoscere e di confrontarsi con un pubblico vero  e proprio e dove- di lì a poco- entra in contatto con l’etichetta musicale che poi pubblicherà il suo brano “Andare via”, ovvero la PMS studio di Raffaele Montanari. Un’opportunità davvero importante per la sua carriera che in poco tempo, trasforma i suoi sogni in realtà, dandole l’occasione di potersi esprimere liberamente, ma soprattutto, di valorizzare al massimo la sua passione, trovando il suono che meglio possa identificare il suo percorso autobiografico e le sue emozioni riversate poi in musica. “Andare via” è un chiaro esempio di questo grandioso lavoro avviato da poco ma destinato a produrre risultati strabilianti; il brano infatti, nonostante il significato profondo che sottende nel testo, ha un appeal e un sound molto moderno e travolgente e rispecchia la 100% il mood di Alice Mordenti. Freschezza, fluidità e ritmo…tre ingredienti amalgamati alla perfezione in mix davvero innovativo che arriva diretto all’ascoltatore .

Andare via è una canzone che tratta di una relazione complessa, dove i due protagonisti sono innamorati, tuttavia il loro sentimento sembra serbare delle contraddizioni che, non fermate sul nascere, hanno creato delle incomprensioni che con il tempo, si sono rivelate distruttive, come lo è la relazione stessa che loro a malincuore portano avanti, rendendosi conto di come sia comunque inutile perpetuare un legame che non ha alcun senso di sussistere…. Un legame che rischia di ledere l’identità di ognuno, perché incapace di essere vivido e trasparente, dove la felicità è solo apparente e dove il tempo sta solo procrastinando un addio…. Una di quella situazioni dove è facile ritrovarsi e dove ogni ascoltatore può intravedere se stesso, anche se non in riferimento ad una relazione sentimentale… Insomma un brano dove il testo riflette un senso di vacuità emotiva con l’esigenza di liberarsi dell’ipocrisia, per lasciare andare ciò che di più sincero è racchiuso nel cuore per sentirsi più liberi e più se stessi.

 

Sonia Bellin

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venerdì 29 novembre 2024

ESCE IN TUTTI I DIGITAL STORE IL NUOVO ALBUM DEI MUSICANTI DI BRAMA

 


 


Dopo la pubblicazione in tutte le radio del singolo “presunti onesti”, ecco il primo album della band, intitolato appunto “musicanti di brama”

Il progetto musicale inizia nel 2018, quando la cantautrice romana Daniela Maurizi e il chitarrista svizzero Michael Wernli, alias I due WerMau, autori dei brani, decidono poi  di ampliare la formazione  con il batterista Alberto Proietti Gaffi, diventando il trio “Musicanti di brama”. Nel 2022, si unisce al gruppo il bassista e arrangiatore Antonio Abruzzese, mentre Nel 2024, entra il nuovo batterista Luca Giudice.

 I brani, composti musicalmente da Wernli e Maurizi, autrice dei testi, attraversano diversi linguaggi popolari del mondo e della tradizione teatrale cantautorale italiana: dagli echi di Gaber, alla chanson française, dal jazz allo swing, dal sirtaki alla tammurriata, dal pop al rock progressive con tematiche che si soffermano in sull’uomo e sulla sua natura, in un viaggio attraverso gli stereotipi e di come questi possano ergersi a simbolo della nostra identità.

Questo viaggio nel linguaggio simbolico e ironico, dove il sarcasmo diventa una chiave interpretativa capace di svelare significati profondi inerenti la natura umana, comincia con il singolo apripista dell’album, ovvero “Presunti onesti”. Il brano è un’ironica rappresentazione dei modi di dire che impregnano il nostro linguaggio, condizionando il pensiero e i destini degli individui, con tutte le conseguenze sociali ed emotive che ne derivano. Lo stesso stile cadenzato che ricopre il testo, lo si ritrova poi nella composizione musicale, dove le dissonanze creano contrasti in gradi di proiettare immagini inedite, dando ritmo al linguaggio e ritmando lo stesso intercedere del suono che appare scomposto, accostato alle parole in maniera talvolta compulsiva, proprio  per creare un’esaltazione stilistica che metta in evidenza lo spessore espressionista tipico della band.

Una band la cui identità si manifesta nei suoni come appunto nel linguaggio, dove il registro comico si affianca ad accordi dissonanti, con uno stile unico, fatto di rimandi, di  proiezioni e di congetture linguistiche, degne di un vero spettacolo circense.

“Presunti onesti” è un brano che nasce dalla volontà di smascherare la falsità della società e di come la natura umana non possa minimizzarsi in modo univoca, data la sua complessità. Lo stesso approccio che la quotidianità ci porta a presentare, è in contrasto con il nostro essere: vario, sorprendente ed innovativo, rispetto ad un  modello pragmatico e anonimo che conforma ogni persona ad uno stereotipo. La natura umana è inconciliabile con tali pragmatismi ed ecco che, le canzoni dei Musicanti- attraverso questo stile decisamente fuori dagli schemi- vogliono proprio smascherare questo ripiego della società verso i luoghi comuni, per mostrare il vero volto dell’essere umano, fatto di imprevisti, di contrasti e  di chiaroscuri e mai uguale a se stesso.

In questo viaggio dei musicanti di Brama, dove il nome del gruppo fa capire quanto la passione, la brama appunto, sia lo spirito che pregna ogni lembo della loro opera, è un viaggio dove i  luoghi comuni diventano luoghi reali… Come se i personaggi e le loro storie- le storie dei musicanti- prendessero vita, divenendo dei frammenti di scene quotidiane, intervallate da momenti musicali dove i suoni rincorrono le parole. Parole che detengono un significato preciso, ma al contempo capace di assumere diversi significati, perché se è vero che ogni  termine ha una precisa connotazione semantica, è anche vero che le canzoni viaggiano come le parole stesse, e ognuno può poi interpretare tali significati in maniera personale.

I temi affrontati nell’album sono tanti ma con un denominatore comune, ovvero quello di spiegare la natura umana e la sua complessità. I diversi contenuti si sviluppano attraverso un linguaggio musicale che dal cantautorato italiano, arriva allo swing, per poi far breccia su generi che vanno al di là della canzone intesa come tale. Qui a parlare non è solo il testo o la musica, perché il protagonista è anche il teatro. Una “canzone- teatro” che fa leva su un linguaggio artistico raffinato ed elegante, capace di elargire significati altrimenti indicibili. Uno spettacolo scenografico, dove la scenografia è  data dall’azione scenica stessa… dalla presenza dei musicanti, che danno vita ed a questo spettacolo essenzialista ma allo stesso variopinto di colori e dove le armonie dei suoni, incontrano questi colori evidenziandone la luce.

 

Un gioco linguistico che diventa poi un gioco musicale, dal momento che,  Daniela scrive i testi e canta assieme al chitarrista che è il compositore oltre che il marito di Daniela.

C’è un accostamento culturale che impregna anche l’aspetto musicale dell’album e dove la tradizione prettamente italiana – primo fra tutti Gaber- trova un valido riferimento della band, incrociando poi quella francese e mitteleuropea.

Poliritmia, dissonanze, con  una melodia che diventa talvolta stridente, per contrastare e quindi stupire; sarcasmo ed ironia con parole che si rincorrono tra di loro, come il tempo stesso che irrompe. Un giocare con la tradizione mettendola in crisi, come lo stesso modo di vivere preso di mira nei testi e con uno spirito punk che trasuda nello stile e nell’approccio della band.

Uno spettacolo scenografico che affronta tante tematiche, che tocca diverse culture ma anche uno spettacolo “popolare”, con un gusto per l’ironia la quale crea, trasforma e solleva domande, lasciando in qualche modo intendere una risposta ma senza tradurla in modo letterale e lasciando quel senso di sospensione,  dove ognuno può intendere un significato, inscrivendolo all’interno di queste parole…Parole che sono rivelatrici continue e che non hanno un senso unico ma una pluralità di significati e significanti, in un gioco espressionista che apporta interattività all’opera della band.

Uno show che sfiora diverse tematiche grazie all’approccio stesso della cantante, che esige colori contrastanti in una frapposizione di suoni e culture, davvero ricca di spunti per riflettere, attraverso l’ironia, sul nostro tempo e sullo scorrere inesorabile delle parole.

 

Sonia Bellin


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domenica 10 novembre 2024

“TI REGALERO’” E’ L’ULTIMO SINGOLO DI SESHA

 



 

Eleganza, compostezza, senso di coinvolgimento, come se i nostri sensi venissero rapiti da questa voce fugace e dal suono che la trasporta …non vi è un posto preciso dove essa si dirige, perché le tonalità  di Sesha sono in grado di arrivare nei luoghi più remoti dell’anima, anche quando questa appare scissa.

 

“Che strano è il mio cuore ha voglia di parlare, di prendere un po' d'aria di respirare, ma non ti chiederà…Se ti rivedrà…”

Al secolo Serena Mosconi,  Sesha è cantante e musicista di diversi strumenti, le piace la musica e ne è appassionata fin da quando era piccola. Sesha ha iniziato alla giovane età di 6 anni i suoi primi studi musicali, strumentali e canori presso la scuola di musica "Cesare Roveroni" di Santa Sofia (FC), dove lei stessa vive. Attualmente nella scuola, studia canto moderno con l'insegnante Valentina Sacchetti, genere prettamente pop italiano e inglese da 12 anni. All'età di 17 anni Serena si è esibita per la prima volta in tv come ospite nel programma televisivo "A treb" sul canale Videoregione. I suoi studi musicali sono continuati presso il Liceo Musicale "Antonio Canova" di Forlì, che l'ha vista anche impegnata in un concerto assieme al Conservatorio "Bruno Maderna" di Cesena, andato in onda sul canale Teleromagna. Attualmente sta frequentando il terzo anno presso il Conservatorio "Bruno Maderna" di Cesena, nel corso principale di flauto traverso sotto la guida della docente Filomena de Pasquale. Serena, insieme ad altri allievi del Conservatorio, ha suonato l'inno di Mameli presso il Teatro Bonci per accogliere il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; è inoltre attiva come soprano solista, corista, flautista e ottavinista nel Coro Polifonico "Papa Raineri da Bleda-Aps" diretto dal M. Ezio Monti e come flautista jazz nella Big Band diretta dal M. Giancarlo Giannini. Serena ha realizzato alcuni brani registrati in studio, nati dalla collaborazione con l'autore e compositore Moreno Lombardi, tra cui due videoclip.

Con il brano "Amami qui" è iniziata la collaborazione con l'Etichetta discografica PMS Studio di Raffaele Montanari, e che sta tutt’ora proseguendo con il suo ultimo singolo "Ti regalerò", un brano  che racconta di un rapporto puramente fisico e dove i sensi vengono coinvolti in ogni singolo aspetto, creando un vortice sensoriale davvero unico.

 La voce di serena Mosconi,  rilascia lembi di passionalità dispersi tra le note di questo pezzo il cui incipit appare disteso e raccolto, così come la sua voce, calda e distesa ma pronta innalzarsi, non appena le emozioni sussultano, rilasciando quel senso di trasporto che ci porta lontano… un luogo senza una fissa dimora perché quello che conta è vivere il presente, in questo brano che narra degli istinti e di come questi guidino il nostro Io. I corpi nudi di questi due ragazzi che si muovono in modo sinuoso, mentre la mente e il cuore cerca di sfuggire ad una sorta di incanto, a questa magia dei sensi dove niente sembra resistere… Ma non è così… Se è vero che il cuore parla una lingua che la mente non può capire, è anche vero che i sensi talvolta inscrivono nell’anima qualcosa di indelebile… E allora ecco che queste sensazioni tattili diventano emozioni da vivere e da inscrivere dentro chi le prova, emozioni che hanno un significato legato a quel momento e che si raccordano poi con la mente, spiegandole dove finisce la fantasia e dove ha inizio la realtà. Un cerchio che si chiude ma anche due mondi che comunicano tramite il portale del cuore: mente ed anima unite dalla ragione, legando lembi emotivi con quelli sensitivi e dimostrando che non c’è un senso univoco nei sentimenti e che questi possono anche scaturire dalla passionalità pura, andando a ritroso attraverso un cuore che non rimane inerte di fronte ai sensi.

 

Sonia Bellin



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domenica 27 ottobre 2024

“CANZONI D’AMORE" E’ IL NUOVO ALBUM DI JENNY GANDOLFI

 



“Canzoni d’amore” è il titolo dell’ultimo album di Jenni Gandolfi, quarto album pubblicato dall’artista e secondo pubblicato con PMS Studio. Un album che rende ragione dell’identità di una cantautrice che, a discapito di ogni risvolto commerciale o di commisurarsi con l’attuale panorama musicale, mantiene vivo il bisogno di ancorarsi ad una resa espressiva coerente con se stessa e con la propria immagine. Le Canzoni di Jenni Gandolfi raccontano il suo vissuto e le esperienze provate in prima persona o comunque osservate e poi interiorizzate; non c’ è un bisogno di enfatizzare o renderle “adatto ai tempi”, perché il tempo della sua musica non conosce confini  e crea tratteggi temporali autoreferenziali. Ascoltando una canzone estratta dall’ultimo lavoro di Jenni, si ha come l’impressione che il tempo si fermi e che custodisca un qualche ricordo, come capita quando apriamo un carillon: quella musica comincia a diffondersi nell’aria ed è come se magicamente, le emozioni vissute riemergessero nella nostra mente, cullate da quel suono soave e rassicurante. “Intanto sogno”- uno dei due inediti assieme a “Vivi più che puoi” presenti nel nuovo album, riporta esattamente questa sensazione. E il sogno si accosta ai ricordi, così come le immagini di un giorno di ottobre, dove rimane un qualche calore una luce soffusa a scaldare il cuore. …

Un cuore che a tratti appare trafitto dal dolore e “pieno di lividi”… Un cuore che in uno dei pezzi contenuti nell’album viene accostato metaforicamente ad un bosco intriso di fiori, dove tra i rovi e gli alberi indistinguibili, quello che invece emerge in primo piano è il colore vivido di chi sperimenta  ed è consapevole delle proprie fragilità.  E l’analogia prosegue per mezzo dell’immagine della foglia caduca, restringendo il campo proprio come una videocamera che, dopo uno sguardo ampio dell’ambiente circostante (il bosco), si sofferma sui dettagli, confinando il suo raggio d’azione in un particolare. Ed ecco allora che la foglia diventa simbolo di una fragilità interiore, descrivendo pedissequamente lo stato d’animo di chi attraversa dei momenti bui, ma non si arrende perché ancora avverte dentro la forza di rialzarsi, di prendere il volo grazie ad un vento leggero, che sfiora i pensieri più tristi per alleviarli dal dolore, portandoli verso la luce del sole e rischiarandoli di speranza.

Ma in “canzoni d’amore” è d è anche presente l’ultimo singolo Jenni Gandolfi, il brano intitolato “Dove il cielo è blu”,  un quadro dipinto a mano, ma anche una tela i cui colori rimandano a quelli dell’anima…Un’anima trafitta dal dolore, dalla sofferenza e presso cui, dietro le paure, soggiacciono insicurezze e aspirazioni ancora da coltivare.

Un brano capace di farci  ritrovare quella luce dentro di noi che appariva spenta ma che in realtà, era solo celata da ombre preposte ai nostri ideali…ai nostri sogni e a tutti quei momenti cancellati da uno stato d’animo mesto e rassegnato; ma oltre quel velo di solitudine interiore, dietro  quelle ombre e al di là delle nuvole… ecco un bagliore sfavillante di luce che avvolge quell’anima inquieta, pronta a chiedersi quale sia il vero colore dell’amore e quali siano le figure che ne delineano i diversi aspetti che lo raffigurano.

Jenni Gandolfi  non è soltanto un’artista la cui passione per la musica si esprime in una vasta gamma di professioni ad essa correlate- in primis il cantautorato- Jenni è anche un’attenta indagatrice dell’anima e dei suoi risvolti emotivi. Non a caso la cantautrice mantovana, oltre che essere autrice di tutte le sue canzoni, è anche vocal coach, musicoterapeuta, studentessa di psicologia e talent scout.

 “Dove il cielo è blu”, un  brano tanto profondo quanto delicato, la cui melodia si sprigiona in maniera lieve e sussurrata, grazie alla vocalità chiaroscurale di Jenni, la quale soppesa ogni nota… ogni suono e o ogni parola che si lega alla musica e viceversa, creando rimandi continui tra il significato espresso dal testo, ma al contempo anche dalla musica. Due piani diversi ma un unico intento comunicativo: apportare speranza a  tutte quelle persone prese dallo sconforto e il cui cielo, appare ai loro occhi immerso in un grigiore indistinguibile.

 Attraverso un  sound moderno ma dal mood d’altri tempi, con pieghe vocali che emergono da un canto lontano, di sapore antico e che sembra sopraggiungere dalle memorie più antiche dei poeti cantori, ecco una canzone che ci invita a riflettere sull’importanza di guardare oltre le nuvole per scorgere il chiarore della luce del sole: Anche il cielo ha le sue nuvole ma come cambia la prospettiva…” ; a volte basta così poco per essere felici… Basta guardare le cose da una diversa angolatura cogliendo accanto alle ombre, quella luce la cui presenza le rende tali. Un contrasto inaggirabile e che ci proietta direttamente nella nostra anima sempre in balia di concetti tra loro contraddittori, determinati dai momenti più difficili  che attraversiamo ogni giorno:

“Scaleremo le montagne come e aquile  nel vento dove l’aria è pura per la nostra anima”… Non è facile farsi forza e guardare avanti, tuttavia, una volta che si è trovato il coraggio e la volontà di proseguire, la strada non può che appianarsi e ogni salita, diventa motivo di rivalsa interiore in quanto, come canta amorevolmente e con estrema dolcezza Jenni, “Questa  vita qui con te vale molto di più di ogni difficoltà che un amore supererà”

 

“Canzoni d'amore” è un compendio del lavoro di un artista, la cui necessità è in primis quella di esprimersi attraverso i testi e la musica e dove emerge il percorso riguardante la musicoterapia, intrapreso da diverso tempo dall’artista e con il quale si ispira per le sue canzoni e viceversa, creando idee a seguito di osservazioni e creando canzoni dalle stesse emozioni.

Curato per quanto riguarda gli arrangiamenti da Raffaele Montanari, “Canzoni d’amore” è un viaggio intrapreso dalla cantautrice attraverso il sentimento amoroso e l’identità femminile, che in alcuni brani, in particolare in “Cenerentola stasera non balla”, emerge in tutta la sua pregnanza, presentando un’ideale lontano da qualsiasi stereotipo e che valorizza appieno la donna e i suoi valori come figura umana in quadro emotivo che soppesa ogni tratto per rispettare la sensibilità di quanto descritto.

 

Sonia Bellin

giovedì 24 ottobre 2024

SAVINO VALERIO LANCIA IL SUO NUOVISSIMO SINGOLO “LET ME STEAL THE TIME”

 


“Vorrei rubare il tempo per plasmarlo come argilla...."

La Metafora del cambiamento come punto di svolta per porsi di fronte ad una sfida contro il tempo e contro le sue travolgenti onde. Passato presente e futuro si schierano contro l’amore in una danza eterna dove appare incontrovertibile la certezza della rinascita. E’ questo il tema dell’ultimo singolo di Savino Valerio e del suo Plaza de mundo project, pronto a lanciare un nuovo  brano in radio e in tutti i digital store.


Dopo il successo di “Spring of love”, ecco la nuova produzione dell’ingegnere del suono che sta facendo parlare di sé non solo l’Europa, ma anche i paesi Oltre oceano, dimostrando una versatilità unica che non conosce confini e capace di esprimere un’innata internazionalità.

La musica strumentale di Savino Valerio è infatti in grado di porsi come raccordo per immagini  e scenografie che solo un film potrebbero esprimere. Non è un caso infatti se il penultimo singolo -“Spring of love” uscito a  maggio- è da subito  entrato nelle classifiche dei brani più trasmessi, per non parlare poi degli ascolti su Spotify, dove si è posizionato nelle play list estive più ascoltate. E dopo settimane  di streaming e di graditi consensi, a distanza di sei mesi, “Spring  of love “ è nella top 3 delle radio nazionali e nella top 100 di quelle internazionali.

 Risultati sorprendenti che testimoniano una carriera e un percorso artistico davvero notevole, che valorizzano al massimo il talento di un artista capace di esprimere l’emotività attraverso il suono.

Il nuovo  singolo “Let me steal the time” ovvero l’ultima produzione di Savino Valerio, è l’ennesima conferma dell’operato di un artista che viaggia a doppio senso con le emozioni trascrivendole in musica e lasciandole risuonare con essa.  

 

Sonia Bellin

 

LINK SOCIAL:

 

https://youtu.be/8NpLCtDAVxg?si=d_E3D_7ApMsdkagF

 

 

Link in bio 

 

https://open.spotify.com/artist/7DGMxKnSC4L8kqmpiiHQmc?si=0hrL7yeFTSm0xI8jt7aMEg

 

https://www.facebook.com/plazademundoproject

 

Instagram come @pdm_plaza_de_mundo_project. 

 

https://music.youtube.com/channel/UCvpG2FqisIy64Mzo7kp19nQ?si=1PW2Fiux63Eu5Zmq

 

 

 

 

 

Feat : Elena Ortu al violoncello 

 

Regia- rprese - montaggio video : Mario Marco Farinato 

 

Coreografie Eleonora Gallizioli e Federica Morselli

 

Ballerini : Pietro Tortorici ed Eleonora Baldassari di Studio Danza la Fenice - Mantova -

 

Fondazione Palazzo Te 

Pierpaolo Consoli

Vitty 

Città di Mantova

 

https://youtu.be/8NpLCtDAVxg?si=d_E3D_7ApMsdkagF

 

 

Link in bio 

 

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E in tutti i digital store.

 

sabato 12 ottobre 2024

“ANIMA BIANCA”: IL VIAGGIO INTROSPETTIVO DI MAELI

 




Una nuova promessa del pop si affaccia nel mondo della Pms studio, l’etichetta con cui la giovane Elisa Marino, in arte  Maeli, ha cominciato a collaborare proprio in questi mesi, portandola alla pubblicazione del singolo “Anima Bianca”, uscito proprio in queste settimane nella radio e nei maggiori digital stores.

Elisa Marino si avvicina al canto da bambina, grazie a sua madre che le trasmette una forte passione per la musica e la supporta, incentivandola a coltivare il suo talento. Ben presto Elisa entra a far parte di diversi gruppi musicali, con i quali compie le prime esperienze sul palco: dai piano bar a Bologna e provincia, fino all’incontro con il musicista Maurizio Venturi che risulta decisivo. Con Maurizio Venturi infatti, Elisa intraprende un percorso di crescita professionale che la porta a studiare canto con la cantante Mary Boschi e a creare un progetto musicale con i musicisti Valerio Venturi, Alberto Zapparoli e Francesco Bossoli.

Ma non è tutto, in quanto di recente,  inizia anche a collaborare con il Maestro Giancarlo Di Maria di Parametri Musicali che, coinvolgendo la fisarmonicista Manuela Turrini, dà vita al progetto "Maeli" e produce brani, cover ed inediti, che andranno a comporre il primo album, di prossima uscita. Nel 2021 partecipa con il nuovo progetto al Tour Music Fest, arrivando fino alle Live audition, mentre l’anno successivo, nel  2022, arriva alla fase finale del Festival Musicale Je So Pazzo e, giusto per non farsi mancare nulla, in questo fortunato  2024 si classifica prima al festival di musica itinerante femminile di Onda Rosa Indipendente.

Una carriera in continua ascesa dunque per Maeli, la quale ha creato un progetto tutto suo e dove il suo mondo diventa parte integrante della sua musica. Una musica che la proietta a tu per tu con le emozioni, in un viaggio introspettivo che inizia proprio da qui, dal brano con cui si presenta alle radio e nel web, dal titolo “Anima bianca”.

Il sentimento vissuto nella sua essenzialità, scavando nel profondo fino a raggiungere uno stato primordiale, dove la nostra anima si purifica mostrandoci chi realmente “siamo”, ovvero persone vive che amano la vita, vivendola fino in fondo ed esperendola nella sua integrità. E mentre la voce possente e l’intensità melodica di Elisa ci riporta a percezioni sensoriali che non conoscono barriere temporali, in un confine immaginifico, la nostra anima appare rapita in questo cammino incessante verso un inizio ancora da scoprire. La stessa immagine della copertina del singolo ritrae della figure simboliche per il brano: un bambino teso a guardare una figura diafana di fronte a sé, ossia l’anima che si rispecchia nei suoi occhi, proiettando una luce infinita, i cui colori vogliono simboleggiare una rinascita. L’innocenza ritrovata quando compiamo un viaggio dentro noi stessi e l’anima più pura, capace di risvegliarsi e rinascere dalla ceneri come la fenice, in questa coloritura che dipinge i lati più nascosti della figura umana.

La comprensione di sé a partire da uno sguardo profondo che dagli altri, si trasferisce dentro di noi, per poi rispecchiarsi, di nuovo verso chi ci guarda. Un viaggio alla scoperta del nostro essere e del valore che soggiace a quello che la vita rappresenta nella sua essenza, volto a migliorare il rapporto con noi stessi e  con chi ci circonda, per sopperire alla vacuità interiore che questi tempi tentano di pubblicizzare, in un totale disarmo del nostro Io.

“Anima Bianca” è la proiezione di noi, del nostro passato e futuro, del sentimento che nutriamo verso la vita, lontano dalla mondanità a cui il materialismo odierno tenta di assuefarci.

 

Sonia Bellin

Label:

PMS Studio (www.pmsstudio.com)


Edizioni:

Parametri Musicali (www.parametrimusicali.com



Link Digital Stores:

 https://pmsstudio.lnk.to/maelianimabianca

 

domenica 6 ottobre 2024

NICOLA BONI, ELVIS NICK ED E.L.F.O. PRESENTANO DRIVE (INFERNO)

 


L’incertezza del futuro e una visone distorta della realtà, scommesse perse e promesse mancate…è questo l’inferno raccontato da Nicola Boni, Elvis Nick ed E. l.f.o., tre anime diverse, ma con un comune denominatore, ovvero quello di dissuadere l’ascoltatore dalla prefinizione di un genere- e quindi dalla stereotipizzazione di questo- per dare alla musica uno spazio ampio e illimitato, capace di comprendere e lanciarsi verso qualsiasi stile abbracciando suoni,  colori e immagini di varia provenienza. Ed ecco quindi il risultato realizzato dall’unione di questi tre artisti:  Drive(Inferno).

Un’anima irrequieta e sospinta da cromature oscure, come suggerisce quella vocalità profonda e abissale, che solo Nicola Boni riesce a sfoderare… Un movimento deciso in uno squarcio audace verso cavità inconoscibili alla scoperta di se stessi, verso insenature nascoste nei sotterranei della nostra coscienza. Il fragore delle corde vocali del cantautore sembra sussultare contro un vento invernale, gelido e tenebroso, scuotendo ogni lembo di terra, mentre questa trema, mettendo in evidenza le crepe di un’anima inquieta. Sonorità che scavano nell’ombra dei nostri pensieri, mettendo a nudo le incertezze per il futuro, e lasciando che le nostre paure escano allo scoperto… Ma in questo vuoto, in tutto questa oscurità dove si avvertono soltanto grida indistinguibili, c’è un suono che rimane lì, dentro di noi, a riscaldare quell’anima irrequieta in cerca del suo Io per scorgere quella luce in fondo al tunnel, sconfiggendo la paura e lasciandoci guidare dalla speranza. Speranza sospinta dal ritmo di ELFO, che prende spazio tra il caos di questo inferno per rimettere ordine ai nostri pensieri, troppo confusi dall’ipocrisia che la realtà ci scaraventa addosso. “Serve un’altra forza”  canta E.l.f.o. proprio all’interno del brano, ed ecco che quel miraggio diventa immagine ferma e precisa di un domani migliore, dove a lottare non siamo soli e dove, per ogni sfida, c’è un traguardo da raggiungere, presso cui ricominciare.  Le parole di Elfo trafiggono l’ascoltatore, sorprendendo ogni suo movimento…ogni passo che ora diventa fermo, deciso, convinto delle proprie capacità. Il suono si fa ora più lieve, ora più cadenzato, per poi sorvolare ogni dubbio…. Il colore si fa meno opaco e più nitido, per acquisire luminosità…Se tutto intorno brucia, arde anche il cuore, che non può smettere di cercare il senso del suo battere come il ritmo che sconvolge ogni piega sonora ad ogni parola emessa dal rapper.

Ma dal caos non c’è via d’uscita se non sconvolgendo un ordine che non è tale… Se quel senso di ribellione non fosse innato in questa ricerca di sé. L’anima irrequieta non può fare a meno del rock che persegue l’intero pezzo a partire dal titolo, “guidandola” verso questa consapevolezza… Elvis Nick con un’intensità vocale che fa da contro altare a quella di Nicola Boni- rispecchiandone i chiaroscuri ma trattenendo una maggiore neutralità- fonde la sua anima rock, con quella degli altri due protagonisti del pezzo, legando le due parti, come fossero una la prosecuzione dell’altra…come se la storia iniziata da Nicola Boni, evolvesse in modo naturale verso il risveglio promulgato da E.l.f.o. ma con l’obbligo di oltrepassare verso quel trait d’union rockeggiante. Proprio come nell’inferno dantesco è come se Elvis Nick rappresentasse Caronte con la barca tesa a scortare le anime al di là del fiume in un viaggio interiore tumultuoso, dove risulta impossibile non fare i conti con le incertezze, le paure e le nostre fragilità.

 

Sonia Bellin

 

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mercoledì 25 settembre 2024

“SE CI SEI TU” E’ IL NUOVO SINGOLO DI VALENTINA MAZZA

 



“Hai camminato tanto in questo spazio immenso nei pendii del mio tempo…”

Si apre così il singolo che inaugura la collaborazione di Valentina Mazza con la Pms studio, dal titolo “Se ci sei tu”, una celebrazione della speranza racchiusa in un inno all’amore e al conforto che questo sentimento è capace di elargire  nel momento in cui viene vissuto e valorizzato. “Provaci tu” canta Valentina in questo brano dove lei stessa è autrice del testo.

Raffinata ed elegante, con posature ricercate nel testo e nelle sonorità, Valentina Mazza è una cantautrice proveniente da Orciano di Terre Roveresche, un paese nella provincia di Pesaro. Una passione per la musica che inizia molto presto, portandola a conseguire la laurea triennale in Canto Pop Rock al CPM Music Institute di Milano. Nel 2015 l’artista ottiene il primo posto al concorso “Giovani per la Musica” organizzato dall'Orchestra Sinfonica Rossini e, nello stesso anno, vince il premio “Bruno Lauzi”. Il brano con cui esordisce Valentina è “Ti amerò” che la porta, in pochissimo tempo a non mollare questa sua grande passione, concretizzando il suo sogno proprio quest’anno entrando a far parte della Pms studio, l’etichetta di Raffaele Montanari, con il quale registrata il brano “Se ci sei tu”, disponibile ormai da qualche  settimana in tutti i i digital store.

“Allora dimmi che tu  starai dalla mia parte, con le sconfitte e le vittorie di questa vita che danza. Io mi riprendo la speranza di sentirmi di nuovo a casa…” canta Valentina, soffermandosi sul  tempo trascorso, sul proprio passato, scrutando  le impronte che tracciano il nostro cammino e i pendii scoscesi, lì pronti a travolgere i nostri passi per farci poi risalire verso nuovi orizzonti.

Una richiesta d’aiuto…un tentativo di richiamare a sé qualcuno che sia in grado di stare “dalla sua parte”, ovvero di condividere le sensazioni e le emozioni provate, sapendo che chi ci è vicino ci ascolta… ci osserva… vive con noi quello che stiamo sperimentando e intuisce ogni nostro desiderio o esigenza.

Tuttavia quel senso di vicinanza, di comprensione, quel senso di amore, non è per forza l’amore inteso in senso terreno o l’amore come lo si intende comunemente. Il testo di Valentina lascia intuire quanto oltre queste parole ci sia qualcosa di molto più profondo a suggellare il contatto di cui ogni essere umano necessita.

“E proteggimi che da sola non lo so fare…”

Per quanto una persona possa essere forte e determinata, deve esserci Qualcuno o Qualcosa a tenerle vivo tutto questo ed ecco quindi, che diventa fondamentale la realizzazione di sé e dei propri limiti, oltre che  delle proprie capacità… Capacità soprattutto intellettive che ci permettono di indagare e di conoscere chi siamo e da dove veniamo e dove sia  quel tempo e quello spazio, che ci ha portati fino a qui, dov’è il senso della vita e del nostro essere.

 E allora ecco che di colpo capiamo di non essere soli, di provenire da quel luogo verso cui torneremo, visitando il mondo e perlustrandone  ogni angolo per comprendere che, nel momento in cui avvertiamo una smarrimento, quel senso di protezione di cui necessitiamo, diventa più forte che mai… Ed è li che tutte le paure e tutta la vergogna, svanisce per lasciare spazio soltanto ad uno sguardo umile verso l’Alto. Umile di chi si abbassa e lascia smorzare il proprio ego, per rivolgere lo sguardo lassù, incontrando la vera luce.: “Abbandonato l’ego, Alzo gli occhi al cielo”

Per riprendere le testuali parole di Valentina, capaci di evocare la vera forza ricercata nei momenti di sconforto, nei momenti dove il buio sembra immergerci in una abisso infinito e dove  l’attimo prima di precipitare - proprio quando tutto sembra perduto- ecco che immergendoci dentro questa penombra, risulta più facile vedere la luce. “Se ci sei tu” ci aiuta a capire quando l’umiltà diventa l’unica via per accedere alla salvezza, comprendendo che l’ego altro non è che un baluardo da superare per giungere a Qualcosa di più grande, come il Cielo sopra di noi.

 

Sonia Bellin

 

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martedì 24 settembre 2024

“BLU PROFONDO” È L’ULTIMO SINGOLO DI JEI EN

 



Al secolo Giorgia Aquini, Jei En è una giovanissima artista bolognese che si avvicina alla musica da piccolissima. Classe 1996 Giorgia inizia a muovere i primi passi nella musica in tenera età, per poi entrare nel coro dei salesiani, portato poi avanti  Music Academy di Bologna. Qui ha l’occasione di conoscere Serenella Occhipinti (Sara6, ex cantante Taglia 42), con la quale inizia varie collaborazioni, che permettono a Jei En di farsi conoscere al pubblico e alla critica. Diverse sono anche le partecipazioni dell’artista a concorsi dove si fa notare per la coinvolgente presenza scenica ed il particolare timbro soul. Una timbrica che le permette di contraddistinguersi nel panorama musicale italiano, dove la sua vocalità risulta pressoché unica, in quanto capace di riverberare diverse inclinature vocali, sfoggiando chiaroscuri derivanti da vari stili musicali, tra cui anche il jazz.

Jei En comincia poi ad esibirsi anche in diversi locali,  come al Bravo Caffè di Bologna e a svariati eventi, anche fuori regione. Di lì a poco, sempre tenendo alta la sua passione per la musica e per il canto e dimostrando doti interpretative degne di nota, Jei En inizia a collaborare con la Pms Studio, l’etichetta di Raffaelle Montanari, produttore d’eccezione che le permette di valorizzare al massimo la sua vocalità, attraverso brani dove la sua timbrica risulta sempre in primo piano, facendo emergere significati profondi.  “Niente è stato inutile”- distribuito dalla Pms- esemplifica questo dato facendo scorgere per mezzo degli arrangiamenti curati nei dettagli, una tessitura vocale che tratteggia un quadro armonioso, atto a trasmettere tutta l’emotività presente.

Ed ecco che ancora una volta, con “Blu profondo”, pubblicato diverse settimane fa in tutti i digital store ma ancora presente tra i brani indipendenti più ascoltati nel web, emerge a partire dal titolo, il valore empatico del brano, il quale fa breccia nell’emotività più intensa dell’ascoltatore.

“Blu profondo “ è un pezzo che risveglia il carattere soul della timbrica di Jei En e che, come si addice a brani di questo genere, fa leva sul senso intimo dei sentimenti, individuandoli e cercando di razionalizzarli; non sempre ciò è possibile, perché il cuore non conosce schemi a cui la mente risponde… Il cuore di chi vive le emozioni di “Blu profondo “ sono paure recondite, che scaturiscono dal subconscio per poi muoversi a stento tra le pareti della coscienza.

L’incontenibilità  di una passione che arriva improvvisamente a travolgere la nostra vita e quella paura…Paura di non essere all’altezza… di non avere la risposta a tutte le domande… Di non avere le chiavi d’accesso per questo mondo sconosciuto e che quindi ci incute timore…. Ma non è buio…è blu… “Blu profondo”. E allora come non lasciare che questo colore inebri i nostri sensi, assecondando questo desiderio di lasciarsi andare…?

 

Sonia Bellin

 

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martedì 17 settembre 2024

“SOGNI E VERITÀ”: MATTEO VENTURI CI IN-VITA A VIVERE I NOSTRI SOGNI

 


 


Si intitola “Sogni e verità” l’ultimo singolo di Matteo Venturi, cantautore che esordisce  nel  2016 con l'album "Tre minuti di canzone", prodotto da Roberto Priori, noto per le sue collaborazioni con 883 ed Eugenio Finardi. Dall'album sono stati estratti diversi singoli di successo, tra cui "Dentro ai ricordi", pubblicato su Rockit, "E noi due", apparso su TV Sorrisi e Canzoni, "Di quei giorni lì", trasmesso su Radio International, e "Scegli Me", rimasterizzato e prodotto da Barusso, che ha lavorato con artisti come Modà, Coldplay e Lacuna Coil. Venturi ha avuto l'opportunità di esibirsi dal vivo al Memo Live Club di Milano, selezionato da Antonio Vandoni, direttore artistico di Radio Italia, e ha aperto un concerto per il cantante Pago a Bologna presso il Let’s Go Now.

Notato anche da testate importanti come "La Repubblica" e "Il Resto del Carlino" Matteo  ha anche partecipato come busker al Festival di Sanremo, esibendosi all’esterno dell’Ariston. Nel 2023 registra i brani "Costruire un ricordo" e "Credere in un sogno" con il produttore Paolo La Ganga, noto per le sue collaborazioni con artisti come Fiordaliso, Povia, Luca Dirisio, Alan Sorrenti, Marcella Bella e Anna Oxa. Nel dicembre dello stesso, Venturi pubblica  "Costruire un Ricordo", il cui master è stato realizzato da Nicola Fantozzi, ingegnere del suono che ha collaborato con Laura Pausini, Cesare Cremonini, Luciano Ligabue e altri.

Attualmente, Matteo è impegnato nella registrazione del suo nuovo EP con Paolo La Ganga. Il 26 aprile 2024 è uscito "Credere in un sogno", prodotto appunto da La Ganga e distribuito da PMS Studio. Il video, diretto da Oscar Serio, è un omaggio agli artisti di Bologna e, il 4 maggio, ha avuto l’occasione di presentare il brano e altre canzoni al Teatro del Navile di Bologna, che ha fatto il tutto esaurito. Matteo continua a esibirsi come busker, sia in Spagna che in Italia. Di ritorno a Bologna, suona nelle strade, da solo o con altri artisti di strada. Il 5 giugno 2024 si è esibito a Monte Brullo, Faenza, in un evento omaggio ai grandi cantautori, dove parteciperà anche il MEI. "Sogni e Verità" è il titolo del nuovo singolo, ma anche del prossimo album di Matteo venturi, che uscirà ovviamente con l’etichetta Pms studio di Raffaele Montanari.

“Sogni e verità”  sembra continuare un racconto iniziato con “Credere in un sogno”, dove qualcosa è rimasto sospeso, senza tuttavia rinunciare ad un finale che desse una sorta di conclusione ad una storia iniziata dall’autore. Una storia che si inscrive nella vita di ognuno di noi, fatta di sogni e anche di verità: le nostre aspirazioni, i nostri desideri, ma anche la realtà che ogni giorno ci apprestiamo a vivere e con cui dobbiamo per forza fare i conti.

Il viaggio iniziato con “Credere in un sogno”, dove Matteo metteva davanti l’importanza di custodire un sogno nel cassetto e di preservarlo nonostante tutto, assume ora un connotato più realistico in quanto, questo sogno che riaffiora, incontra la dura realtà del mondo e dei fatti che lo dilaniano. Momenti di sconforto, muri che si innalzano, porte che si chiudono… Tutte immagini di un mondo che sembra opporsi ai nostri sogni e a quella fiducia su di essi che ci aveva portato a concepirli.

Tuttavia, proprio prescindendo da una realtà rarefatta ed esente dagli ostacoli, Matteo traspone il suo universo immaginifico in quello reale, proiettando nei nostri pensieri un film a colori dove ogni fotogramma racconta un estratto della nostra vita e delle difficoltà che possiamo incontrare nel corso di essa, ricordandoci di quanto sia importante, pur nella vastità immensa di avversità, mantenere vivi i nostri sogni, senza per questo cadere nell’illusione di vivere in una bolla di cristallo, in quanto proprio in questo connubio espresso dal titolo (sogni e verità) avremmo una percezione “reale” della realtà, senza dover rinunciare ad immaginarla più incline alle nostre ispirazioni.

Quello che ci insegna Matteo attraverso questo pezzo il cui sound sfiora il country folk esplorando il pop in tutta le sue coloriture più leggiadre e disincantate, è che i sogni sono la fonte vitale del nostro essere, della nostra identità e che, per mantenere i piedi ben saldi a terra imparando ad affrontare anche gli ostacoli più alti, è necessario saper volare attraverso questi   sogni che sono come la ali della nostra fantasia.

In bilicotra sogni e verità sogno forte, non mi fermo lascio che la vita sia una fantasia, guardo avanti non mi spengo” canta Matteo Venturi nel ritornello, in un pezzo  dove la speranza  si ravviva ogni giorno come fonte essenziale da cui attingere un nuovo slancio vitale e dove siamo in bilico tra lo  “stare fermi o cominciare a scegliere”…

 

Sonia Bellin

 

 

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lunedì 9 settembre 2024

NOMEDARTE IN “LOOP”: QUANDO LA ROUTINE DIVENTA UNA TRAPPOLA




Si intitola così l’ultimo singolo di Nomedarte, cantautore e compositore che, dopo il suo debutto discografico con “A volte penso”, ritorna nelle radio e in tutti i digital store, con un brano dal titolo "LOOP".

 Al secolo Francesco Golfari, Nomedarte è un giovanissimo artista di 19 anni che suona chitarra, pianoforte, canta e compone musica da circa 5 anni, collaborando anche con "Disputa", un rapper compaesano, per l'uscita di qualche album e live. Grazie a Valentina Rambelli, insegnante di canto, si è approcciato in modo più professionale al mondo della musica, fino ad entrare in contatto con la Pms Studio di Raffaele Montanari, con la quale ha firmato dapprima un contratto discografico, per poi iniziare a comporre il suo primo album.

Dopo il singolo d’esordio, con il quale Nomedarte ha potuto far conoscere il suo stile al grande pubblico, eccolo con un brano che si lega al precedente, ma al contempo si diversifica per il contenuto e l’intento comunicativo. Se in “A volte penso” Francesco affrontava una sorta di denuncia sociale, in "Loop", il rimando alla società è molto più vago, in quanto non è la società in sé o il sistema ad essere preso di mira, quanto una specifica categoria di persone inclini ad  adottare comportamenti discutibili e in totale disaccordo con una personalità forte ed energica. Si tratta di persone capaci di accontentarsi, ovvero di aggrapparsi alla routine quotidiana con tutte le sue contraddizioni, trovando in essa una sorta di comfort zone.

Quindi se nel primo singolo l’incertezza dell’artista era il punto di partenza per una riflessione interiore, amplificata poi ad ampio raggio verso la società presa nel suo insieme, qui l’inizio avviene invece al di fuori di sé, per colpire in modo diretto un modo di pensare e quindi di agire, per poi addentrarsi proprio in quel pensiero specifico con la volontà di scardinarlo.

Risulta facile infatti rifugiarsi nell’abitudine, e decidere che, anziché evolvere, è più comodo mantenere un quieto vivere lontano da sfide e prove di resistenza; tuttavia ciò non fa altro che appiattire le nostre vite, rendendole sterili e prive di significato e facendoci entrare in quello che appunto Francesco chiama LOOP, ossia una ripetizione che altro non fa che intrappolare il nostro pensiero, senza la possibilità che esso maturi od evolva, con l’aperta confessione, da parte dell’artista stesso, di quanto anche lui, in primis, si ritrovi imprigionato in questo loop infinito decentrato da ogni cambiamento.

Amante di tutto quello scenario d’autore di cui Fabrizio de Andrè  è stato il precursore, lo stile di Nomedarte risente di un amore smisurato per testi espressivi, e profondi, capaci di penetrare l’animo umano attraverso un’attenta riflessione  interiore.

 Sia in “A volte penso” che in "Loop", è presente quella necessità espressiva che esula da ogni stile o genere predefinito, per seguire una via tracciata soltanto da un flusso di pensiero continuo e in continua evoluzione: i suoni sono escursioni sui passi andanti di un ritmo alternativo a metà strada tra l’indie pop e il rock con qualche incursione dark e new wave, senza alcuna pretesa di far leva su uno stile piuttosto che su un altro, ma con il solo intento di leggere tra le righe di una società spenta e incerta che influenza il nostro Io.

 

Sonia Bellin




giovedì 5 settembre 2024

“TIK TAK”: L’ESTATE DI LANE CI PORTA DENTRO DI NOI

 



E anche quando fuori il sole brucia la pelle e scotta i nostri volti, non è tempo solo di bagni in piscina o di nuotate tra le  sponde del mare..! Anche in estate, possiamo pensare. E’ questo l’intento del nuovo singolo di Lane, al secolo Giorgia Tamburini, giovanissima artista che fin da bambina, dimostra una forte inclinazione musicale, portando avanti la sua passione che, passo dopo passo, diventa il sogno della sua vita , portandola a firmare nel 2019, il suo primo contratto discografico con la Pms studio.

Un debutto formidabile che le permette fin da subito un ottimo riscontro da parte della critica e delle radio, oltre che dal web, che passano il suo primo singolo "Stupido Cliché", scritto a quattro mani con la madre per quanto riguarda il testo, come tutti gli altri brani che da lì in poi, Lane pubblica con l’etichetta di Raffaele Montanari, il fondatore della Pms studio.

Un lavoro di squadra quello con la madre, che Lane ci ha descritto con entusiasmo durante l’intervista, spiegando come questo aneddoto le dia la forza necessaria per coinvolgere chi le  vuole bene nella sua passione, fino alla pubblicazione di “ Tik tak”, il suo ultimo singolo. Un brano rilasciato durante questa caldissima estate ma che, lungi dall’essere inteso come il classico tormentone da cantare e ballare sotto l’ombrellone, diventa un invito a riflettere e a guardarsi dentro.

Il tempo che scorre inesorabile: “ tik -tak “ e quel senso continuo di fugacità che plasma le nostre vite e, se in estate il tempo sembra allungarsi, come le giornate di sole che dispiegano le ore calde e di luce sulla nostra frenesia, ecco che - proprio la stagione estiva- diventa non solo un momento per divertirsi, ma anche per riflettere, per prendere anche solo un breve lasso di tempo utile ad analizzare questa nostra vita frenetica, valorizzandone ogni singolo istante: presente, passato e futuro.

Portati il passato dentro al futuro, goditi il presente momento per momento… tik tak.. un tempo che se na va…”

Con la sua vocalità  dai forti richiami soul, Lane in questo pezzo apporta una delicatezza unica, che soltanto l’immagine di una farfalla dalle ali flebili e fugaci potrebbero descriverne la peculiarità. Una voce capace di esprimere quei chiaroscuri che sopraggiungono sui toni più alti, alzando anche il senso profondo del brano, da cui emerge l’eleganza musicale, oltreché vocale.

Il tempo scorre ed è inevitabile…L’orologio converge con un ritmo che il mondo ha inciso anche sopra le nostre vite, ma sta a noi poter sconvolgere tutto questo, capendo quando è tempo di fermarci,…anche solo per un attimo… anche solo per respirare.

 

Sonia Bellin

 

 

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“CAPPELLO MATTO” : REALTÀ E IMMAGINAZIONE NELL’ULTIMO SINGOLO DI SARA PIERESSA

 



 


E dopo lo straordinario successo di “Casinò”, ecco “Cappello matto”, il nuovo singolo di Sara Pieressa, giovanissima cantante veronese, innamorata della musica e di tutto ciò che gira intorno ad essa e che, nel corso degli anni, partecipa a vari concorsi e festival nazionali tra cui lo Zecchino d'Oro, Sanremo Lab2016, il Festival di Saint Vincent, e il  concerto Capodanno 2014 in piazza Bra.

Giorno per  giorno la sua passione per la musica e per il canto cresce, come la voglia di mettersi gioco e a confronto con un pubblico, ed eccola quindi impegnata in numerose serate live, dove si esibisce con il duo personale progetto "Sara Pieressa e il tributo MissMAGIC Amy Winehouse". Partecipa quindi a Casa Sanremo 2022 e, nel 2024 al programma Rai E VIVA IL VIDEO BOX. Il 2024 è un anno fortunato e ricco di sorprese per Sara, dal momento che entra a far parte del mondo della Pms studio, l’etichetta discografica di Raffaele Montanari, con la quale inizia una proficua collaborazione, il cui primo risultato è la pubblicazione del suo singolo di debutto intitolato "Casinò", un brano che Sara Pieressa interpreta con un’energia straordinaria, dimostrando a tutti quanto alle volte, si debba lottare e stringere i denti per farsi strada nel mondo, il mondo discografico in primis. Un mondo dove è facile rimanere inghiottiti senza nemmeno accorgersene, dove alle volte è necessario mostrare le unghie e andare avanti con tutte le forze a disposizione.

 In un continuum narrativo che da “Casinò” fa breccia nel nuovo singolo, Sara Pieressa esplora le sue fragilità in un brano puramente autobiografico, dove ogni verso della canzone rappresenta un passo verso la conoscenza di sé e verso la consapevolezza. Un risveglio personale che da “Casinò”, porta in questa nuova indagine alla scoperta di nuove prospettive verso cui porre lo sguardo, inseguendo con gli occhi momenti e presagi di un senso nuovo della verità, in una visione di sé profonda e distolta da qualsiasi voce esterna. A parlare solo il nostro Io con le più diverse sfaccettature che celano agli altri la nostra vera identità.

Un incontro fortuito ma di estrema pregnanza simbolica e che l’immagine del Cappello matto, riesce a trasmettere in tutta la sua immediatezza…. Le apparenze che intravediamo quotidianamente, capaci di confondere i nostri occhi, mentre la realtà diventa fantasia e viceversa, proprio come in una fabbrica di cioccolato, per citare un estratto del brano

 “ Diversa se la guardi da ogni lato. Giacca addosso, Rossetto rosso…La realtà è più profonda di un abisso”.

Dove finisce quindi quel gioco di ruolo dove noi siamo parte del tutto e, dove invece  inizia la vera sfida …?

Dov’è il confine tra un racconto che di giorno in giorno si arricchisce di nuove immagini trasponendo entro di sé altri racconti e dove sono i fatti realmente vissuti?

Forse non esiste o forse, esistono soltanto prospettive diverse entro cui osservare il mondo che ci sta attorno… Forse indossando un semplice cappello possiamo avvertire quel brivido di pazzia, provando a capire che a distorcere la realtà non è tanto un ordine delle cose che non sia tale, ma un diverso modo di porle una accanto all’altro e quindi di osservarle, scrutarle ed indagarle.

 

Sonia Bellin

 

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mercoledì 4 settembre 2024

“DOVE IL CIELO E’ BLU”: JENNI GANDOLFI SFIORA LE NUVOLE CON I COLORI

 

 

 


 


Un quadro dipinto a mano ma anche una tela i cui colori rimandano a quelli dell’anima…Un’anima trafitta dal dolore, dalla sofferenza e presso cui, dietro le paure, soggiacciono insicurezze e aspirazioni ancora da coltivare.

Nel suo ultimo singolo Jenni Gandolfi ci fa ritrovare quella luce dentro di noi che appariva spenta ma che in realtà, era solo celata da ombre preposte ai nostri ideali…ai nostri sogni e a tutti quei momenti cancellati da uno stato d’animo mesto e rassegnato; ma oltre quel velo di solitudine interiore, dietro  quelle ombre e al di là delle nuvole… ecco un bagliore sfavillante di luce che avvolge quell’anima inquieta, pronta a chiedersi quale sia il vero colore dell’amore e quali siano le figure che ne delineano i diversi aspetti che lo raffigurano.

Jenni Gandolfi  non è soltanto un’artista la cui passione per la musica si esprime in una vasta gamma di professioni ad essa correlate- in primis il cantautorato- Jenni è anche un’attenta indagatrice dell’anima e dei suoi risvolti emotivi. Non a caso la cantautrice mantovana, oltre che essere autrice di tutte le sue canzoni, è anche vocal coach, musicoterapeuta, studentessa di psicologia e talent scout.

Jenni si avvicina al mondo musicale all'età di 12 anni studiando sax contralto, in seguito pianoforte, chitarra acustica e canto moderno.  Nel 2009 pubblica il suo primo album, "Crescere", con l'etichetta Maxy Sound, seguito da una serie di concerti live in piazze e teatri italiani, vince quindi numerosi contest nazionali ed internazionali con i suoi brani mentre, nel  2017 pubblica l’album “Come l’Acqua” con Cat Sound Records. Ed ecco quindi il fortunato  2021, l’anno nel quale Jenni  entra a far parte dell’etichetta discografica PMS Studio, con la quale pubblica i suoi nuovi album  e con la quale presenta appunto il singolo “Dove il cielo è blu”, un  brano tanto profondo quanto delicato, la cui melodia si sprigiona in maniera lieve e sussurrata, grazie alla vocalità chiaroscurale di Jenni, la quale soppesa ogni nota… ogni suono e o ogni parola che si lega alla musica e viceversa, creando rimandi continui tra il significato espresso dal testo, ma al contempo anche dalla musica. Due piani diversi ma un unico intento comunicativo: apportare speranza a  tutte quelle persone prese dallo sconforto e il cui cielo, appare ai loro occhi immerso in un grigiore indistinguibile.

 Attraverso un  sound moderno ma dal mood d’altri tempi, con pieghe vocali che emergono da un canto lontano, di sapore antico e che sembra sopraggiungere dalle memorie più antiche dei poeti cantori, ecco una canzone che ci invita a riflettere sull’importanza di guardare oltre le nuvole per scorgere il chiarore della luce del sole: “Anche il cielo ha le sue nuvole ma come cambia la prospettiva…” ; a volte basta così poco per essere felici… Basta guardare le cose da una diversa angolatura cogliendo accanto alle ombre, quella luce la cui presenza le rende tali. Un contrasto inaggirabile e che ci proietta direttamente nella nostra anima sempre in balia di concetti tra loro contraddittori, determinati dai momenti più difficili  che attraversiamo ogni giorno:

“Scaleremo le montagne come e aquile  nel vento dove l’aria è pura per la nostra anima”… Non è facile farsi forza e guardare avanti, tuttavia, una volta che si è trovato il coraggio e la volontà di proseguire, la strada non può che appianarsi e ogni salita, diventa motivo di rivalsa interiore in quanto, come canta amorevolmente e con estrema dolcezza Jenni, “Questa  vita qui con te vale molto di più di ogni difficoltà che un amore supererà”

 

Sonia Bellin

martedì 3 settembre 2024

MUSICANTI DI BRAMA: QUANDO LA MUSICA DIVENTA UNO SPETTACOLO

 




Presenti ai nostri microfoni e rappresentati niente meno che dalla voce del gruppo - la talentuosa Daniela Maurizi - abbiamo avuto modo di conoscere questo quartetto acustico che a partire dal nome stesso, ingloba dentro di sé tutta l’ironia e la creatività che soggiacciono ad un progetto originale e innovativo, degno di chiamarsi appunto Musicanti di Brama.

La brama di essere onnipresenti in questo cortocircuito di colori che riveste ogni lembo del loro abito musicale, dove brani inediti, rispondono ad esigenze espressive sempre nuove, capaci di incontrare la tradizione popolare e di coniugarla con il cantautorato teatrale italiano, di cui Giorgio Gaber è stato uno dei migliori esempi.

Suoni d’altri tempi e di altri luoghi, provenienti anche dalla chanson française e che attraversano ogni angolo dell’espressività teatrale, trovando nella musica il loro habitat ideale; dal jazz allo swing, dal sirtaki alla tammurriata, dal pop al rock progressive… Un connubio di generi fra loro anche contrapposti ma che qui trovano il loro equilibrio, sfidando il tempo e la  lingua, per affacciarsi in quelle viscosità sonore che contemplano suoni di diversa provenienza, dilatando i tempi, amplificando il ritmo, dove  la sperimentazione  incontra poi anche il testo del brano e con esso l’interpretazione che lo vivifica. Un’interpretazione brechtiana e circense, che risponde ad una versatilità unica della cantante, accompagnata dai suoi preziosi collaboratori- gli altri musicanti- i quali, ricordando la celebre fiaba dei fratelli Grimm, accordano con i loro strumenti impressioni mutevoli derivate da un’attenta analisi dell’uomo e della sua natura.

 

 La chitarra di Michael Wernli, il basso Antonio Abruzzese, la batteria e le percussioni Alex Barberis e, naturalmente la voce di Daniela Maurizi, che sprigiona tutta la sua carica , in un mantra emotivo che scandaglia ogni tratto dello scibile umano. La cultura popolare non è infatti l’unica componente presente in questo progetto musicale nato nel 2018, il quale attinge dalla tradizione letteraria e teatrale, tecniche e modalità comunicative, atte a rappresentare l’uomo e la sua identità, perlustrandone il lato più cupo e contradditorio, ma anche quello più ingenuo e spontaneo, ove ancora si distinguono reminiscenze fanciullesche, incontrando nel  teatro canzone dei Musicanti di Brama, la componente poetica di provenienza pascoliana.

Ma la poesia, con l’enfasi emotiva che accorda musica con la teatralità, non ha derivazioni soltanto introspettive, in quanto l’intento dei Musicanti è anche quello di proiettare nell’ascoltatore un’immagine diretta dell’attuale società, con i suoi limiti e potenziali. Prendendo ispirazione, questa volta dal teatro-poesia di Pirandello, Daniela e i suoi compagni hanno creato una corrispondenza biunivoca tra il nostro presente e la ricerca identitaria di Pirandello, adottando strutture espressive capaci di elargire un’immagine specifica, come quella della maschera o delle tante personalità espletate in una società che ormai,  ripiega su stessa. Ed ecco che, proprio per sopperire a tale lacuna identitaria, diventa fondamentale una ricerca continua dentro se stessi e un viaggio introspettivo che possa far emergere l’identità umana nella sua vera essenza. Un viaggio che i musicanti compiono attraverso un linguaggio diretto con un ritmo incalzate, facendo appello ad una sana ironia e ad un sarcasmo in grado di poter giocare con tutti gli  strumenti linguistici a disposizione, al pari di quelli musicali e che permetta una visione ad ampio spettro delle stesse strutture linguistiche tradizionali  e delle loro capacità comunicative.

 

Sonia Bellin