domenica 27 ottobre 2024

“CANZONI D’AMORE" E’ IL NUOVO ALBUM DI JENNY GANDOLFI

 



“Canzoni d’amore” è il titolo dell’ultimo album di Jenni Gandolfi, quarto album pubblicato dall’artista e secondo pubblicato con PMS Studio. Un album che rende ragione dell’identità di una cantautrice che, a discapito di ogni risvolto commerciale o di commisurarsi con l’attuale panorama musicale, mantiene vivo il bisogno di ancorarsi ad una resa espressiva coerente con se stessa e con la propria immagine. Le Canzoni di Jenni Gandolfi raccontano il suo vissuto e le esperienze provate in prima persona o comunque osservate e poi interiorizzate; non c’ è un bisogno di enfatizzare o renderle “adatto ai tempi”, perché il tempo della sua musica non conosce confini  e crea tratteggi temporali autoreferenziali. Ascoltando una canzone estratta dall’ultimo lavoro di Jenni, si ha come l’impressione che il tempo si fermi e che custodisca un qualche ricordo, come capita quando apriamo un carillon: quella musica comincia a diffondersi nell’aria ed è come se magicamente, le emozioni vissute riemergessero nella nostra mente, cullate da quel suono soave e rassicurante. “Intanto sogno”- uno dei due inediti assieme a “Vivi più che puoi” presenti nel nuovo album, riporta esattamente questa sensazione. E il sogno si accosta ai ricordi, così come le immagini di un giorno di ottobre, dove rimane un qualche calore una luce soffusa a scaldare il cuore. …

Un cuore che a tratti appare trafitto dal dolore e “pieno di lividi”… Un cuore che in uno dei pezzi contenuti nell’album viene accostato metaforicamente ad un bosco intriso di fiori, dove tra i rovi e gli alberi indistinguibili, quello che invece emerge in primo piano è il colore vivido di chi sperimenta  ed è consapevole delle proprie fragilità.  E l’analogia prosegue per mezzo dell’immagine della foglia caduca, restringendo il campo proprio come una videocamera che, dopo uno sguardo ampio dell’ambiente circostante (il bosco), si sofferma sui dettagli, confinando il suo raggio d’azione in un particolare. Ed ecco allora che la foglia diventa simbolo di una fragilità interiore, descrivendo pedissequamente lo stato d’animo di chi attraversa dei momenti bui, ma non si arrende perché ancora avverte dentro la forza di rialzarsi, di prendere il volo grazie ad un vento leggero, che sfiora i pensieri più tristi per alleviarli dal dolore, portandoli verso la luce del sole e rischiarandoli di speranza.

Ma in “canzoni d’amore” è d è anche presente l’ultimo singolo Jenni Gandolfi, il brano intitolato “Dove il cielo è blu”,  un quadro dipinto a mano, ma anche una tela i cui colori rimandano a quelli dell’anima…Un’anima trafitta dal dolore, dalla sofferenza e presso cui, dietro le paure, soggiacciono insicurezze e aspirazioni ancora da coltivare.

Un brano capace di farci  ritrovare quella luce dentro di noi che appariva spenta ma che in realtà, era solo celata da ombre preposte ai nostri ideali…ai nostri sogni e a tutti quei momenti cancellati da uno stato d’animo mesto e rassegnato; ma oltre quel velo di solitudine interiore, dietro  quelle ombre e al di là delle nuvole… ecco un bagliore sfavillante di luce che avvolge quell’anima inquieta, pronta a chiedersi quale sia il vero colore dell’amore e quali siano le figure che ne delineano i diversi aspetti che lo raffigurano.

Jenni Gandolfi  non è soltanto un’artista la cui passione per la musica si esprime in una vasta gamma di professioni ad essa correlate- in primis il cantautorato- Jenni è anche un’attenta indagatrice dell’anima e dei suoi risvolti emotivi. Non a caso la cantautrice mantovana, oltre che essere autrice di tutte le sue canzoni, è anche vocal coach, musicoterapeuta, studentessa di psicologia e talent scout.

 “Dove il cielo è blu”, un  brano tanto profondo quanto delicato, la cui melodia si sprigiona in maniera lieve e sussurrata, grazie alla vocalità chiaroscurale di Jenni, la quale soppesa ogni nota… ogni suono e o ogni parola che si lega alla musica e viceversa, creando rimandi continui tra il significato espresso dal testo, ma al contempo anche dalla musica. Due piani diversi ma un unico intento comunicativo: apportare speranza a  tutte quelle persone prese dallo sconforto e il cui cielo, appare ai loro occhi immerso in un grigiore indistinguibile.

 Attraverso un  sound moderno ma dal mood d’altri tempi, con pieghe vocali che emergono da un canto lontano, di sapore antico e che sembra sopraggiungere dalle memorie più antiche dei poeti cantori, ecco una canzone che ci invita a riflettere sull’importanza di guardare oltre le nuvole per scorgere il chiarore della luce del sole: Anche il cielo ha le sue nuvole ma come cambia la prospettiva…” ; a volte basta così poco per essere felici… Basta guardare le cose da una diversa angolatura cogliendo accanto alle ombre, quella luce la cui presenza le rende tali. Un contrasto inaggirabile e che ci proietta direttamente nella nostra anima sempre in balia di concetti tra loro contraddittori, determinati dai momenti più difficili  che attraversiamo ogni giorno:

“Scaleremo le montagne come e aquile  nel vento dove l’aria è pura per la nostra anima”… Non è facile farsi forza e guardare avanti, tuttavia, una volta che si è trovato il coraggio e la volontà di proseguire, la strada non può che appianarsi e ogni salita, diventa motivo di rivalsa interiore in quanto, come canta amorevolmente e con estrema dolcezza Jenni, “Questa  vita qui con te vale molto di più di ogni difficoltà che un amore supererà”

 

“Canzoni d'amore” è un compendio del lavoro di un artista, la cui necessità è in primis quella di esprimersi attraverso i testi e la musica e dove emerge il percorso riguardante la musicoterapia, intrapreso da diverso tempo dall’artista e con il quale si ispira per le sue canzoni e viceversa, creando idee a seguito di osservazioni e creando canzoni dalle stesse emozioni.

Curato per quanto riguarda gli arrangiamenti da Raffaele Montanari, “Canzoni d’amore” è un viaggio intrapreso dalla cantautrice attraverso il sentimento amoroso e l’identità femminile, che in alcuni brani, in particolare in “Cenerentola stasera non balla”, emerge in tutta la sua pregnanza, presentando un’ideale lontano da qualsiasi stereotipo e che valorizza appieno la donna e i suoi valori come figura umana in quadro emotivo che soppesa ogni tratto per rispettare la sensibilità di quanto descritto.

 

Sonia Bellin

giovedì 24 ottobre 2024

SAVINO VALERIO LANCIA IL SUO NUOVISSIMO SINGOLO “LET ME STEAL THE TIME”

 


“Vorrei rubare il tempo per plasmarlo come argilla...."

La Metafora del cambiamento come punto di svolta per porsi di fronte ad una sfida contro il tempo e contro le sue travolgenti onde. Passato presente e futuro si schierano contro l’amore in una danza eterna dove appare incontrovertibile la certezza della rinascita. E’ questo il tema dell’ultimo singolo di Savino Valerio e del suo Plaza de mundo project, pronto a lanciare un nuovo  brano in radio e in tutti i digital store.


Dopo il successo di “Spring of love”, ecco la nuova produzione dell’ingegnere del suono che sta facendo parlare di sé non solo l’Europa, ma anche i paesi Oltre oceano, dimostrando una versatilità unica che non conosce confini e capace di esprimere un’innata internazionalità.

La musica strumentale di Savino Valerio è infatti in grado di porsi come raccordo per immagini  e scenografie che solo un film potrebbero esprimere. Non è un caso infatti se il penultimo singolo -“Spring of love” uscito a  maggio- è da subito  entrato nelle classifiche dei brani più trasmessi, per non parlare poi degli ascolti su Spotify, dove si è posizionato nelle play list estive più ascoltate. E dopo settimane  di streaming e di graditi consensi, a distanza di sei mesi, “Spring  of love “ è nella top 3 delle radio nazionali e nella top 100 di quelle internazionali.

 Risultati sorprendenti che testimoniano una carriera e un percorso artistico davvero notevole, che valorizzano al massimo il talento di un artista capace di esprimere l’emotività attraverso il suono.

Il nuovo  singolo “Let me steal the time” ovvero l’ultima produzione di Savino Valerio, è l’ennesima conferma dell’operato di un artista che viaggia a doppio senso con le emozioni trascrivendole in musica e lasciandole risuonare con essa.  

 

Sonia Bellin

 

LINK SOCIAL:

 

https://youtu.be/8NpLCtDAVxg?si=d_E3D_7ApMsdkagF

 

 

Link in bio 

 

https://open.spotify.com/artist/7DGMxKnSC4L8kqmpiiHQmc?si=0hrL7yeFTSm0xI8jt7aMEg

 

https://www.facebook.com/plazademundoproject

 

Instagram come @pdm_plaza_de_mundo_project. 

 

https://music.youtube.com/channel/UCvpG2FqisIy64Mzo7kp19nQ?si=1PW2Fiux63Eu5Zmq

 

 

 

 

 

Feat : Elena Ortu al violoncello 

 

Regia- rprese - montaggio video : Mario Marco Farinato 

 

Coreografie Eleonora Gallizioli e Federica Morselli

 

Ballerini : Pietro Tortorici ed Eleonora Baldassari di Studio Danza la Fenice - Mantova -

 

Fondazione Palazzo Te 

Pierpaolo Consoli

Vitty 

Città di Mantova

 

https://youtu.be/8NpLCtDAVxg?si=d_E3D_7ApMsdkagF

 

 

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E in tutti i digital store.

 

sabato 12 ottobre 2024

“ANIMA BIANCA”: IL VIAGGIO INTROSPETTIVO DI MAELI

 




Una nuova promessa del pop si affaccia nel mondo della Pms studio, l’etichetta con cui la giovane Elisa Marino, in arte  Maeli, ha cominciato a collaborare proprio in questi mesi, portandola alla pubblicazione del singolo “Anima Bianca”, uscito proprio in queste settimane nella radio e nei maggiori digital stores.

Elisa Marino si avvicina al canto da bambina, grazie a sua madre che le trasmette una forte passione per la musica e la supporta, incentivandola a coltivare il suo talento. Ben presto Elisa entra a far parte di diversi gruppi musicali, con i quali compie le prime esperienze sul palco: dai piano bar a Bologna e provincia, fino all’incontro con il musicista Maurizio Venturi che risulta decisivo. Con Maurizio Venturi infatti, Elisa intraprende un percorso di crescita professionale che la porta a studiare canto con la cantante Mary Boschi e a creare un progetto musicale con i musicisti Valerio Venturi, Alberto Zapparoli e Francesco Bossoli.

Ma non è tutto, in quanto di recente,  inizia anche a collaborare con il Maestro Giancarlo Di Maria di Parametri Musicali che, coinvolgendo la fisarmonicista Manuela Turrini, dà vita al progetto "Maeli" e produce brani, cover ed inediti, che andranno a comporre il primo album, di prossima uscita. Nel 2021 partecipa con il nuovo progetto al Tour Music Fest, arrivando fino alle Live audition, mentre l’anno successivo, nel  2022, arriva alla fase finale del Festival Musicale Je So Pazzo e, giusto per non farsi mancare nulla, in questo fortunato  2024 si classifica prima al festival di musica itinerante femminile di Onda Rosa Indipendente.

Una carriera in continua ascesa dunque per Maeli, la quale ha creato un progetto tutto suo e dove il suo mondo diventa parte integrante della sua musica. Una musica che la proietta a tu per tu con le emozioni, in un viaggio introspettivo che inizia proprio da qui, dal brano con cui si presenta alle radio e nel web, dal titolo “Anima bianca”.

Il sentimento vissuto nella sua essenzialità, scavando nel profondo fino a raggiungere uno stato primordiale, dove la nostra anima si purifica mostrandoci chi realmente “siamo”, ovvero persone vive che amano la vita, vivendola fino in fondo ed esperendola nella sua integrità. E mentre la voce possente e l’intensità melodica di Elisa ci riporta a percezioni sensoriali che non conoscono barriere temporali, in un confine immaginifico, la nostra anima appare rapita in questo cammino incessante verso un inizio ancora da scoprire. La stessa immagine della copertina del singolo ritrae della figure simboliche per il brano: un bambino teso a guardare una figura diafana di fronte a sé, ossia l’anima che si rispecchia nei suoi occhi, proiettando una luce infinita, i cui colori vogliono simboleggiare una rinascita. L’innocenza ritrovata quando compiamo un viaggio dentro noi stessi e l’anima più pura, capace di risvegliarsi e rinascere dalla ceneri come la fenice, in questa coloritura che dipinge i lati più nascosti della figura umana.

La comprensione di sé a partire da uno sguardo profondo che dagli altri, si trasferisce dentro di noi, per poi rispecchiarsi, di nuovo verso chi ci guarda. Un viaggio alla scoperta del nostro essere e del valore che soggiace a quello che la vita rappresenta nella sua essenza, volto a migliorare il rapporto con noi stessi e  con chi ci circonda, per sopperire alla vacuità interiore che questi tempi tentano di pubblicizzare, in un totale disarmo del nostro Io.

“Anima Bianca” è la proiezione di noi, del nostro passato e futuro, del sentimento che nutriamo verso la vita, lontano dalla mondanità a cui il materialismo odierno tenta di assuefarci.

 

Sonia Bellin

Label:

PMS Studio (www.pmsstudio.com)


Edizioni:

Parametri Musicali (www.parametrimusicali.com



Link Digital Stores:

 https://pmsstudio.lnk.to/maelianimabianca

 

domenica 6 ottobre 2024

NICOLA BONI, ELVIS NICK ED E.L.F.O. PRESENTANO DRIVE (INFERNO)

 


L’incertezza del futuro e una visone distorta della realtà, scommesse perse e promesse mancate…è questo l’inferno raccontato da Nicola Boni, Elvis Nick ed E. l.f.o., tre anime diverse, ma con un comune denominatore, ovvero quello di dissuadere l’ascoltatore dalla prefinizione di un genere- e quindi dalla stereotipizzazione di questo- per dare alla musica uno spazio ampio e illimitato, capace di comprendere e lanciarsi verso qualsiasi stile abbracciando suoni,  colori e immagini di varia provenienza. Ed ecco quindi il risultato realizzato dall’unione di questi tre artisti:  Drive(Inferno).

Un’anima irrequieta e sospinta da cromature oscure, come suggerisce quella vocalità profonda e abissale, che solo Nicola Boni riesce a sfoderare… Un movimento deciso in uno squarcio audace verso cavità inconoscibili alla scoperta di se stessi, verso insenature nascoste nei sotterranei della nostra coscienza. Il fragore delle corde vocali del cantautore sembra sussultare contro un vento invernale, gelido e tenebroso, scuotendo ogni lembo di terra, mentre questa trema, mettendo in evidenza le crepe di un’anima inquieta. Sonorità che scavano nell’ombra dei nostri pensieri, mettendo a nudo le incertezze per il futuro, e lasciando che le nostre paure escano allo scoperto… Ma in questo vuoto, in tutto questa oscurità dove si avvertono soltanto grida indistinguibili, c’è un suono che rimane lì, dentro di noi, a riscaldare quell’anima irrequieta in cerca del suo Io per scorgere quella luce in fondo al tunnel, sconfiggendo la paura e lasciandoci guidare dalla speranza. Speranza sospinta dal ritmo di ELFO, che prende spazio tra il caos di questo inferno per rimettere ordine ai nostri pensieri, troppo confusi dall’ipocrisia che la realtà ci scaraventa addosso. “Serve un’altra forza”  canta E.l.f.o. proprio all’interno del brano, ed ecco che quel miraggio diventa immagine ferma e precisa di un domani migliore, dove a lottare non siamo soli e dove, per ogni sfida, c’è un traguardo da raggiungere, presso cui ricominciare.  Le parole di Elfo trafiggono l’ascoltatore, sorprendendo ogni suo movimento…ogni passo che ora diventa fermo, deciso, convinto delle proprie capacità. Il suono si fa ora più lieve, ora più cadenzato, per poi sorvolare ogni dubbio…. Il colore si fa meno opaco e più nitido, per acquisire luminosità…Se tutto intorno brucia, arde anche il cuore, che non può smettere di cercare il senso del suo battere come il ritmo che sconvolge ogni piega sonora ad ogni parola emessa dal rapper.

Ma dal caos non c’è via d’uscita se non sconvolgendo un ordine che non è tale… Se quel senso di ribellione non fosse innato in questa ricerca di sé. L’anima irrequieta non può fare a meno del rock che persegue l’intero pezzo a partire dal titolo, “guidandola” verso questa consapevolezza… Elvis Nick con un’intensità vocale che fa da contro altare a quella di Nicola Boni- rispecchiandone i chiaroscuri ma trattenendo una maggiore neutralità- fonde la sua anima rock, con quella degli altri due protagonisti del pezzo, legando le due parti, come fossero una la prosecuzione dell’altra…come se la storia iniziata da Nicola Boni, evolvesse in modo naturale verso il risveglio promulgato da E.l.f.o. ma con l’obbligo di oltrepassare verso quel trait d’union rockeggiante. Proprio come nell’inferno dantesco è come se Elvis Nick rappresentasse Caronte con la barca tesa a scortare le anime al di là del fiume in un viaggio interiore tumultuoso, dove risulta impossibile non fare i conti con le incertezze, le paure e le nostre fragilità.

 

Sonia Bellin

 

Link digital store: 

https://pmsstudio.lnk.to/nicolabonidriveFA

mercoledì 25 settembre 2024

“SE CI SEI TU” E’ IL NUOVO SINGOLO DI VALENTINA MAZZA

 



“Hai camminato tanto in questo spazio immenso nei pendii del mio tempo…”

Si apre così il singolo che inaugura la collaborazione di Valentina Mazza con la Pms studio, dal titolo “Se ci sei tu”, una celebrazione della speranza racchiusa in un inno all’amore e al conforto che questo sentimento è capace di elargire  nel momento in cui viene vissuto e valorizzato. “Provaci tu” canta Valentina in questo brano dove lei stessa è autrice del testo.

Raffinata ed elegante, con posature ricercate nel testo e nelle sonorità, Valentina Mazza è una cantautrice proveniente da Orciano di Terre Roveresche, un paese nella provincia di Pesaro. Una passione per la musica che inizia molto presto, portandola a conseguire la laurea triennale in Canto Pop Rock al CPM Music Institute di Milano. Nel 2015 l’artista ottiene il primo posto al concorso “Giovani per la Musica” organizzato dall'Orchestra Sinfonica Rossini e, nello stesso anno, vince il premio “Bruno Lauzi”. Il brano con cui esordisce Valentina è “Ti amerò” che la porta, in pochissimo tempo a non mollare questa sua grande passione, concretizzando il suo sogno proprio quest’anno entrando a far parte della Pms studio, l’etichetta di Raffaele Montanari, con il quale registrata il brano “Se ci sei tu”, disponibile ormai da qualche  settimana in tutti i i digital store.

“Allora dimmi che tu  starai dalla mia parte, con le sconfitte e le vittorie di questa vita che danza. Io mi riprendo la speranza di sentirmi di nuovo a casa…” canta Valentina, soffermandosi sul  tempo trascorso, sul proprio passato, scrutando  le impronte che tracciano il nostro cammino e i pendii scoscesi, lì pronti a travolgere i nostri passi per farci poi risalire verso nuovi orizzonti.

Una richiesta d’aiuto…un tentativo di richiamare a sé qualcuno che sia in grado di stare “dalla sua parte”, ovvero di condividere le sensazioni e le emozioni provate, sapendo che chi ci è vicino ci ascolta… ci osserva… vive con noi quello che stiamo sperimentando e intuisce ogni nostro desiderio o esigenza.

Tuttavia quel senso di vicinanza, di comprensione, quel senso di amore, non è per forza l’amore inteso in senso terreno o l’amore come lo si intende comunemente. Il testo di Valentina lascia intuire quanto oltre queste parole ci sia qualcosa di molto più profondo a suggellare il contatto di cui ogni essere umano necessita.

“E proteggimi che da sola non lo so fare…”

Per quanto una persona possa essere forte e determinata, deve esserci Qualcuno o Qualcosa a tenerle vivo tutto questo ed ecco quindi, che diventa fondamentale la realizzazione di sé e dei propri limiti, oltre che  delle proprie capacità… Capacità soprattutto intellettive che ci permettono di indagare e di conoscere chi siamo e da dove veniamo e dove sia  quel tempo e quello spazio, che ci ha portati fino a qui, dov’è il senso della vita e del nostro essere.

 E allora ecco che di colpo capiamo di non essere soli, di provenire da quel luogo verso cui torneremo, visitando il mondo e perlustrandone  ogni angolo per comprendere che, nel momento in cui avvertiamo una smarrimento, quel senso di protezione di cui necessitiamo, diventa più forte che mai… Ed è li che tutte le paure e tutta la vergogna, svanisce per lasciare spazio soltanto ad uno sguardo umile verso l’Alto. Umile di chi si abbassa e lascia smorzare il proprio ego, per rivolgere lo sguardo lassù, incontrando la vera luce.: “Abbandonato l’ego, Alzo gli occhi al cielo”

Per riprendere le testuali parole di Valentina, capaci di evocare la vera forza ricercata nei momenti di sconforto, nei momenti dove il buio sembra immergerci in una abisso infinito e dove  l’attimo prima di precipitare - proprio quando tutto sembra perduto- ecco che immergendoci dentro questa penombra, risulta più facile vedere la luce. “Se ci sei tu” ci aiuta a capire quando l’umiltà diventa l’unica via per accedere alla salvezza, comprendendo che l’ego altro non è che un baluardo da superare per giungere a Qualcosa di più grande, come il Cielo sopra di noi.

 

Sonia Bellin

 

Link digital store:

 https://pmsstudio.lnk.to/valentinaseciseituEM

martedì 24 settembre 2024

“BLU PROFONDO” È L’ULTIMO SINGOLO DI JEI EN

 



Al secolo Giorgia Aquini, Jei En è una giovanissima artista bolognese che si avvicina alla musica da piccolissima. Classe 1996 Giorgia inizia a muovere i primi passi nella musica in tenera età, per poi entrare nel coro dei salesiani, portato poi avanti  Music Academy di Bologna. Qui ha l’occasione di conoscere Serenella Occhipinti (Sara6, ex cantante Taglia 42), con la quale inizia varie collaborazioni, che permettono a Jei En di farsi conoscere al pubblico e alla critica. Diverse sono anche le partecipazioni dell’artista a concorsi dove si fa notare per la coinvolgente presenza scenica ed il particolare timbro soul. Una timbrica che le permette di contraddistinguersi nel panorama musicale italiano, dove la sua vocalità risulta pressoché unica, in quanto capace di riverberare diverse inclinature vocali, sfoggiando chiaroscuri derivanti da vari stili musicali, tra cui anche il jazz.

Jei En comincia poi ad esibirsi anche in diversi locali,  come al Bravo Caffè di Bologna e a svariati eventi, anche fuori regione. Di lì a poco, sempre tenendo alta la sua passione per la musica e per il canto e dimostrando doti interpretative degne di nota, Jei En inizia a collaborare con la Pms Studio, l’etichetta di Raffaelle Montanari, produttore d’eccezione che le permette di valorizzare al massimo la sua vocalità, attraverso brani dove la sua timbrica risulta sempre in primo piano, facendo emergere significati profondi.  “Niente è stato inutile”- distribuito dalla Pms- esemplifica questo dato facendo scorgere per mezzo degli arrangiamenti curati nei dettagli, una tessitura vocale che tratteggia un quadro armonioso, atto a trasmettere tutta l’emotività presente.

Ed ecco che ancora una volta, con “Blu profondo”, pubblicato diverse settimane fa in tutti i digital store ma ancora presente tra i brani indipendenti più ascoltati nel web, emerge a partire dal titolo, il valore empatico del brano, il quale fa breccia nell’emotività più intensa dell’ascoltatore.

“Blu profondo “ è un pezzo che risveglia il carattere soul della timbrica di Jei En e che, come si addice a brani di questo genere, fa leva sul senso intimo dei sentimenti, individuandoli e cercando di razionalizzarli; non sempre ciò è possibile, perché il cuore non conosce schemi a cui la mente risponde… Il cuore di chi vive le emozioni di “Blu profondo “ sono paure recondite, che scaturiscono dal subconscio per poi muoversi a stento tra le pareti della coscienza.

L’incontenibilità  di una passione che arriva improvvisamente a travolgere la nostra vita e quella paura…Paura di non essere all’altezza… di non avere la risposta a tutte le domande… Di non avere le chiavi d’accesso per questo mondo sconosciuto e che quindi ci incute timore…. Ma non è buio…è blu… “Blu profondo”. E allora come non lasciare che questo colore inebri i nostri sensi, assecondando questo desiderio di lasciarsi andare…?

 

Sonia Bellin

 

Link digital store: 

https://pmsstudio.lnk.to/bluprofondo

martedì 17 settembre 2024

“SOGNI E VERITÀ”: MATTEO VENTURI CI IN-VITA A VIVERE I NOSTRI SOGNI

 


 


Si intitola “Sogni e verità” l’ultimo singolo di Matteo Venturi, cantautore che esordisce  nel  2016 con l'album "Tre minuti di canzone", prodotto da Roberto Priori, noto per le sue collaborazioni con 883 ed Eugenio Finardi. Dall'album sono stati estratti diversi singoli di successo, tra cui "Dentro ai ricordi", pubblicato su Rockit, "E noi due", apparso su TV Sorrisi e Canzoni, "Di quei giorni lì", trasmesso su Radio International, e "Scegli Me", rimasterizzato e prodotto da Barusso, che ha lavorato con artisti come Modà, Coldplay e Lacuna Coil. Venturi ha avuto l'opportunità di esibirsi dal vivo al Memo Live Club di Milano, selezionato da Antonio Vandoni, direttore artistico di Radio Italia, e ha aperto un concerto per il cantante Pago a Bologna presso il Let’s Go Now.

Notato anche da testate importanti come "La Repubblica" e "Il Resto del Carlino" Matteo  ha anche partecipato come busker al Festival di Sanremo, esibendosi all’esterno dell’Ariston. Nel 2023 registra i brani "Costruire un ricordo" e "Credere in un sogno" con il produttore Paolo La Ganga, noto per le sue collaborazioni con artisti come Fiordaliso, Povia, Luca Dirisio, Alan Sorrenti, Marcella Bella e Anna Oxa. Nel dicembre dello stesso, Venturi pubblica  "Costruire un Ricordo", il cui master è stato realizzato da Nicola Fantozzi, ingegnere del suono che ha collaborato con Laura Pausini, Cesare Cremonini, Luciano Ligabue e altri.

Attualmente, Matteo è impegnato nella registrazione del suo nuovo EP con Paolo La Ganga. Il 26 aprile 2024 è uscito "Credere in un sogno", prodotto appunto da La Ganga e distribuito da PMS Studio. Il video, diretto da Oscar Serio, è un omaggio agli artisti di Bologna e, il 4 maggio, ha avuto l’occasione di presentare il brano e altre canzoni al Teatro del Navile di Bologna, che ha fatto il tutto esaurito. Matteo continua a esibirsi come busker, sia in Spagna che in Italia. Di ritorno a Bologna, suona nelle strade, da solo o con altri artisti di strada. Il 5 giugno 2024 si è esibito a Monte Brullo, Faenza, in un evento omaggio ai grandi cantautori, dove parteciperà anche il MEI. "Sogni e Verità" è il titolo del nuovo singolo, ma anche del prossimo album di Matteo venturi, che uscirà ovviamente con l’etichetta Pms studio di Raffaele Montanari.

“Sogni e verità”  sembra continuare un racconto iniziato con “Credere in un sogno”, dove qualcosa è rimasto sospeso, senza tuttavia rinunciare ad un finale che desse una sorta di conclusione ad una storia iniziata dall’autore. Una storia che si inscrive nella vita di ognuno di noi, fatta di sogni e anche di verità: le nostre aspirazioni, i nostri desideri, ma anche la realtà che ogni giorno ci apprestiamo a vivere e con cui dobbiamo per forza fare i conti.

Il viaggio iniziato con “Credere in un sogno”, dove Matteo metteva davanti l’importanza di custodire un sogno nel cassetto e di preservarlo nonostante tutto, assume ora un connotato più realistico in quanto, questo sogno che riaffiora, incontra la dura realtà del mondo e dei fatti che lo dilaniano. Momenti di sconforto, muri che si innalzano, porte che si chiudono… Tutte immagini di un mondo che sembra opporsi ai nostri sogni e a quella fiducia su di essi che ci aveva portato a concepirli.

Tuttavia, proprio prescindendo da una realtà rarefatta ed esente dagli ostacoli, Matteo traspone il suo universo immaginifico in quello reale, proiettando nei nostri pensieri un film a colori dove ogni fotogramma racconta un estratto della nostra vita e delle difficoltà che possiamo incontrare nel corso di essa, ricordandoci di quanto sia importante, pur nella vastità immensa di avversità, mantenere vivi i nostri sogni, senza per questo cadere nell’illusione di vivere in una bolla di cristallo, in quanto proprio in questo connubio espresso dal titolo (sogni e verità) avremmo una percezione “reale” della realtà, senza dover rinunciare ad immaginarla più incline alle nostre ispirazioni.

Quello che ci insegna Matteo attraverso questo pezzo il cui sound sfiora il country folk esplorando il pop in tutta le sue coloriture più leggiadre e disincantate, è che i sogni sono la fonte vitale del nostro essere, della nostra identità e che, per mantenere i piedi ben saldi a terra imparando ad affrontare anche gli ostacoli più alti, è necessario saper volare attraverso questi   sogni che sono come la ali della nostra fantasia.

In bilicotra sogni e verità sogno forte, non mi fermo lascio che la vita sia una fantasia, guardo avanti non mi spengo” canta Matteo Venturi nel ritornello, in un pezzo  dove la speranza  si ravviva ogni giorno come fonte essenziale da cui attingere un nuovo slancio vitale e dove siamo in bilico tra lo  “stare fermi o cominciare a scegliere”…

 

Sonia Bellin

 

 

Link digital stores:

 https://pmsstudio.lnk.to/matteoventurisognieverita

 

 

 

 

lunedì 9 settembre 2024

NOMEDARTE IN “LOOP”: QUANDO LA ROUTINE DIVENTA UNA TRAPPOLA




Si intitola così l’ultimo singolo di Nomedarte, cantautore e compositore che, dopo il suo debutto discografico con “A volte penso”, ritorna nelle radio e in tutti i digital store, con un brano dal titolo "LOOP".

 Al secolo Francesco Golfari, Nomedarte è un giovanissimo artista di 19 anni che suona chitarra, pianoforte, canta e compone musica da circa 5 anni, collaborando anche con "Disputa", un rapper compaesano, per l'uscita di qualche album e live. Grazie a Valentina Rambelli, insegnante di canto, si è approcciato in modo più professionale al mondo della musica, fino ad entrare in contatto con la Pms Studio di Raffaele Montanari, con la quale ha firmato dapprima un contratto discografico, per poi iniziare a comporre il suo primo album.

Dopo il singolo d’esordio, con il quale Nomedarte ha potuto far conoscere il suo stile al grande pubblico, eccolo con un brano che si lega al precedente, ma al contempo si diversifica per il contenuto e l’intento comunicativo. Se in “A volte penso” Francesco affrontava una sorta di denuncia sociale, in "Loop", il rimando alla società è molto più vago, in quanto non è la società in sé o il sistema ad essere preso di mira, quanto una specifica categoria di persone inclini ad  adottare comportamenti discutibili e in totale disaccordo con una personalità forte ed energica. Si tratta di persone capaci di accontentarsi, ovvero di aggrapparsi alla routine quotidiana con tutte le sue contraddizioni, trovando in essa una sorta di comfort zone.

Quindi se nel primo singolo l’incertezza dell’artista era il punto di partenza per una riflessione interiore, amplificata poi ad ampio raggio verso la società presa nel suo insieme, qui l’inizio avviene invece al di fuori di sé, per colpire in modo diretto un modo di pensare e quindi di agire, per poi addentrarsi proprio in quel pensiero specifico con la volontà di scardinarlo.

Risulta facile infatti rifugiarsi nell’abitudine, e decidere che, anziché evolvere, è più comodo mantenere un quieto vivere lontano da sfide e prove di resistenza; tuttavia ciò non fa altro che appiattire le nostre vite, rendendole sterili e prive di significato e facendoci entrare in quello che appunto Francesco chiama LOOP, ossia una ripetizione che altro non fa che intrappolare il nostro pensiero, senza la possibilità che esso maturi od evolva, con l’aperta confessione, da parte dell’artista stesso, di quanto anche lui, in primis, si ritrovi imprigionato in questo loop infinito decentrato da ogni cambiamento.

Amante di tutto quello scenario d’autore di cui Fabrizio de Andrè  è stato il precursore, lo stile di Nomedarte risente di un amore smisurato per testi espressivi, e profondi, capaci di penetrare l’animo umano attraverso un’attenta riflessione  interiore.

 Sia in “A volte penso” che in "Loop", è presente quella necessità espressiva che esula da ogni stile o genere predefinito, per seguire una via tracciata soltanto da un flusso di pensiero continuo e in continua evoluzione: i suoni sono escursioni sui passi andanti di un ritmo alternativo a metà strada tra l’indie pop e il rock con qualche incursione dark e new wave, senza alcuna pretesa di far leva su uno stile piuttosto che su un altro, ma con il solo intento di leggere tra le righe di una società spenta e incerta che influenza il nostro Io.

 

Sonia Bellin




giovedì 5 settembre 2024

“TIK TAK”: L’ESTATE DI LANE CI PORTA DENTRO DI NOI

 



E anche quando fuori il sole brucia la pelle e scotta i nostri volti, non è tempo solo di bagni in piscina o di nuotate tra le  sponde del mare..! Anche in estate, possiamo pensare. E’ questo l’intento del nuovo singolo di Lane, al secolo Giorgia Tamburini, giovanissima artista che fin da bambina, dimostra una forte inclinazione musicale, portando avanti la sua passione che, passo dopo passo, diventa il sogno della sua vita , portandola a firmare nel 2019, il suo primo contratto discografico con la Pms studio.

Un debutto formidabile che le permette fin da subito un ottimo riscontro da parte della critica e delle radio, oltre che dal web, che passano il suo primo singolo "Stupido Cliché", scritto a quattro mani con la madre per quanto riguarda il testo, come tutti gli altri brani che da lì in poi, Lane pubblica con l’etichetta di Raffaele Montanari, il fondatore della Pms studio.

Un lavoro di squadra quello con la madre, che Lane ci ha descritto con entusiasmo durante l’intervista, spiegando come questo aneddoto le dia la forza necessaria per coinvolgere chi le  vuole bene nella sua passione, fino alla pubblicazione di “ Tik tak”, il suo ultimo singolo. Un brano rilasciato durante questa caldissima estate ma che, lungi dall’essere inteso come il classico tormentone da cantare e ballare sotto l’ombrellone, diventa un invito a riflettere e a guardarsi dentro.

Il tempo che scorre inesorabile: “ tik -tak “ e quel senso continuo di fugacità che plasma le nostre vite e, se in estate il tempo sembra allungarsi, come le giornate di sole che dispiegano le ore calde e di luce sulla nostra frenesia, ecco che - proprio la stagione estiva- diventa non solo un momento per divertirsi, ma anche per riflettere, per prendere anche solo un breve lasso di tempo utile ad analizzare questa nostra vita frenetica, valorizzandone ogni singolo istante: presente, passato e futuro.

Portati il passato dentro al futuro, goditi il presente momento per momento… tik tak.. un tempo che se na va…”

Con la sua vocalità  dai forti richiami soul, Lane in questo pezzo apporta una delicatezza unica, che soltanto l’immagine di una farfalla dalle ali flebili e fugaci potrebbero descriverne la peculiarità. Una voce capace di esprimere quei chiaroscuri che sopraggiungono sui toni più alti, alzando anche il senso profondo del brano, da cui emerge l’eleganza musicale, oltreché vocale.

Il tempo scorre ed è inevitabile…L’orologio converge con un ritmo che il mondo ha inciso anche sopra le nostre vite, ma sta a noi poter sconvolgere tutto questo, capendo quando è tempo di fermarci,…anche solo per un attimo… anche solo per respirare.

 

Sonia Bellin

 

 

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“CAPPELLO MATTO” : REALTÀ E IMMAGINAZIONE NELL’ULTIMO SINGOLO DI SARA PIERESSA

 



 


E dopo lo straordinario successo di “Casinò”, ecco “Cappello matto”, il nuovo singolo di Sara Pieressa, giovanissima cantante veronese, innamorata della musica e di tutto ciò che gira intorno ad essa e che, nel corso degli anni, partecipa a vari concorsi e festival nazionali tra cui lo Zecchino d'Oro, Sanremo Lab2016, il Festival di Saint Vincent, e il  concerto Capodanno 2014 in piazza Bra.

Giorno per  giorno la sua passione per la musica e per il canto cresce, come la voglia di mettersi gioco e a confronto con un pubblico, ed eccola quindi impegnata in numerose serate live, dove si esibisce con il duo personale progetto "Sara Pieressa e il tributo MissMAGIC Amy Winehouse". Partecipa quindi a Casa Sanremo 2022 e, nel 2024 al programma Rai E VIVA IL VIDEO BOX. Il 2024 è un anno fortunato e ricco di sorprese per Sara, dal momento che entra a far parte del mondo della Pms studio, l’etichetta discografica di Raffaele Montanari, con la quale inizia una proficua collaborazione, il cui primo risultato è la pubblicazione del suo singolo di debutto intitolato "Casinò", un brano che Sara Pieressa interpreta con un’energia straordinaria, dimostrando a tutti quanto alle volte, si debba lottare e stringere i denti per farsi strada nel mondo, il mondo discografico in primis. Un mondo dove è facile rimanere inghiottiti senza nemmeno accorgersene, dove alle volte è necessario mostrare le unghie e andare avanti con tutte le forze a disposizione.

 In un continuum narrativo che da “Casinò” fa breccia nel nuovo singolo, Sara Pieressa esplora le sue fragilità in un brano puramente autobiografico, dove ogni verso della canzone rappresenta un passo verso la conoscenza di sé e verso la consapevolezza. Un risveglio personale che da “Casinò”, porta in questa nuova indagine alla scoperta di nuove prospettive verso cui porre lo sguardo, inseguendo con gli occhi momenti e presagi di un senso nuovo della verità, in una visione di sé profonda e distolta da qualsiasi voce esterna. A parlare solo il nostro Io con le più diverse sfaccettature che celano agli altri la nostra vera identità.

Un incontro fortuito ma di estrema pregnanza simbolica e che l’immagine del Cappello matto, riesce a trasmettere in tutta la sua immediatezza…. Le apparenze che intravediamo quotidianamente, capaci di confondere i nostri occhi, mentre la realtà diventa fantasia e viceversa, proprio come in una fabbrica di cioccolato, per citare un estratto del brano

 “ Diversa se la guardi da ogni lato. Giacca addosso, Rossetto rosso…La realtà è più profonda di un abisso”.

Dove finisce quindi quel gioco di ruolo dove noi siamo parte del tutto e, dove invece  inizia la vera sfida …?

Dov’è il confine tra un racconto che di giorno in giorno si arricchisce di nuove immagini trasponendo entro di sé altri racconti e dove sono i fatti realmente vissuti?

Forse non esiste o forse, esistono soltanto prospettive diverse entro cui osservare il mondo che ci sta attorno… Forse indossando un semplice cappello possiamo avvertire quel brivido di pazzia, provando a capire che a distorcere la realtà non è tanto un ordine delle cose che non sia tale, ma un diverso modo di porle una accanto all’altro e quindi di osservarle, scrutarle ed indagarle.

 

Sonia Bellin

 

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mercoledì 4 settembre 2024

“DOVE IL CIELO E’ BLU”: JENNI GANDOLFI SFIORA LE NUVOLE CON I COLORI

 

 

 


 


Un quadro dipinto a mano ma anche una tela i cui colori rimandano a quelli dell’anima…Un’anima trafitta dal dolore, dalla sofferenza e presso cui, dietro le paure, soggiacciono insicurezze e aspirazioni ancora da coltivare.

Nel suo ultimo singolo Jenni Gandolfi ci fa ritrovare quella luce dentro di noi che appariva spenta ma che in realtà, era solo celata da ombre preposte ai nostri ideali…ai nostri sogni e a tutti quei momenti cancellati da uno stato d’animo mesto e rassegnato; ma oltre quel velo di solitudine interiore, dietro  quelle ombre e al di là delle nuvole… ecco un bagliore sfavillante di luce che avvolge quell’anima inquieta, pronta a chiedersi quale sia il vero colore dell’amore e quali siano le figure che ne delineano i diversi aspetti che lo raffigurano.

Jenni Gandolfi  non è soltanto un’artista la cui passione per la musica si esprime in una vasta gamma di professioni ad essa correlate- in primis il cantautorato- Jenni è anche un’attenta indagatrice dell’anima e dei suoi risvolti emotivi. Non a caso la cantautrice mantovana, oltre che essere autrice di tutte le sue canzoni, è anche vocal coach, musicoterapeuta, studentessa di psicologia e talent scout.

Jenni si avvicina al mondo musicale all'età di 12 anni studiando sax contralto, in seguito pianoforte, chitarra acustica e canto moderno.  Nel 2009 pubblica il suo primo album, "Crescere", con l'etichetta Maxy Sound, seguito da una serie di concerti live in piazze e teatri italiani, vince quindi numerosi contest nazionali ed internazionali con i suoi brani mentre, nel  2017 pubblica l’album “Come l’Acqua” con Cat Sound Records. Ed ecco quindi il fortunato  2021, l’anno nel quale Jenni  entra a far parte dell’etichetta discografica PMS Studio, con la quale pubblica i suoi nuovi album  e con la quale presenta appunto il singolo “Dove il cielo è blu”, un  brano tanto profondo quanto delicato, la cui melodia si sprigiona in maniera lieve e sussurrata, grazie alla vocalità chiaroscurale di Jenni, la quale soppesa ogni nota… ogni suono e o ogni parola che si lega alla musica e viceversa, creando rimandi continui tra il significato espresso dal testo, ma al contempo anche dalla musica. Due piani diversi ma un unico intento comunicativo: apportare speranza a  tutte quelle persone prese dallo sconforto e il cui cielo, appare ai loro occhi immerso in un grigiore indistinguibile.

 Attraverso un  sound moderno ma dal mood d’altri tempi, con pieghe vocali che emergono da un canto lontano, di sapore antico e che sembra sopraggiungere dalle memorie più antiche dei poeti cantori, ecco una canzone che ci invita a riflettere sull’importanza di guardare oltre le nuvole per scorgere il chiarore della luce del sole: “Anche il cielo ha le sue nuvole ma come cambia la prospettiva…” ; a volte basta così poco per essere felici… Basta guardare le cose da una diversa angolatura cogliendo accanto alle ombre, quella luce la cui presenza le rende tali. Un contrasto inaggirabile e che ci proietta direttamente nella nostra anima sempre in balia di concetti tra loro contraddittori, determinati dai momenti più difficili  che attraversiamo ogni giorno:

“Scaleremo le montagne come e aquile  nel vento dove l’aria è pura per la nostra anima”… Non è facile farsi forza e guardare avanti, tuttavia, una volta che si è trovato il coraggio e la volontà di proseguire, la strada non può che appianarsi e ogni salita, diventa motivo di rivalsa interiore in quanto, come canta amorevolmente e con estrema dolcezza Jenni, “Questa  vita qui con te vale molto di più di ogni difficoltà che un amore supererà”

 

Sonia Bellin

martedì 3 settembre 2024

MUSICANTI DI BRAMA: QUANDO LA MUSICA DIVENTA UNO SPETTACOLO

 




Presenti ai nostri microfoni e rappresentati niente meno che dalla voce del gruppo - la talentuosa Daniela Maurizi - abbiamo avuto modo di conoscere questo quartetto acustico che a partire dal nome stesso, ingloba dentro di sé tutta l’ironia e la creatività che soggiacciono ad un progetto originale e innovativo, degno di chiamarsi appunto Musicanti di Brama.

La brama di essere onnipresenti in questo cortocircuito di colori che riveste ogni lembo del loro abito musicale, dove brani inediti, rispondono ad esigenze espressive sempre nuove, capaci di incontrare la tradizione popolare e di coniugarla con il cantautorato teatrale italiano, di cui Giorgio Gaber è stato uno dei migliori esempi.

Suoni d’altri tempi e di altri luoghi, provenienti anche dalla chanson française e che attraversano ogni angolo dell’espressività teatrale, trovando nella musica il loro habitat ideale; dal jazz allo swing, dal sirtaki alla tammurriata, dal pop al rock progressive… Un connubio di generi fra loro anche contrapposti ma che qui trovano il loro equilibrio, sfidando il tempo e la  lingua, per affacciarsi in quelle viscosità sonore che contemplano suoni di diversa provenienza, dilatando i tempi, amplificando il ritmo, dove  la sperimentazione  incontra poi anche il testo del brano e con esso l’interpretazione che lo vivifica. Un’interpretazione brechtiana e circense, che risponde ad una versatilità unica della cantante, accompagnata dai suoi preziosi collaboratori- gli altri musicanti- i quali, ricordando la celebre fiaba dei fratelli Grimm, accordano con i loro strumenti impressioni mutevoli derivate da un’attenta analisi dell’uomo e della sua natura.

 

 La chitarra di Michael Wernli, il basso Antonio Abruzzese, la batteria e le percussioni Alex Barberis e, naturalmente la voce di Daniela Maurizi, che sprigiona tutta la sua carica , in un mantra emotivo che scandaglia ogni tratto dello scibile umano. La cultura popolare non è infatti l’unica componente presente in questo progetto musicale nato nel 2018, il quale attinge dalla tradizione letteraria e teatrale, tecniche e modalità comunicative, atte a rappresentare l’uomo e la sua identità, perlustrandone il lato più cupo e contradditorio, ma anche quello più ingenuo e spontaneo, ove ancora si distinguono reminiscenze fanciullesche, incontrando nel  teatro canzone dei Musicanti di Brama, la componente poetica di provenienza pascoliana.

Ma la poesia, con l’enfasi emotiva che accorda musica con la teatralità, non ha derivazioni soltanto introspettive, in quanto l’intento dei Musicanti è anche quello di proiettare nell’ascoltatore un’immagine diretta dell’attuale società, con i suoi limiti e potenziali. Prendendo ispirazione, questa volta dal teatro-poesia di Pirandello, Daniela e i suoi compagni hanno creato una corrispondenza biunivoca tra il nostro presente e la ricerca identitaria di Pirandello, adottando strutture espressive capaci di elargire un’immagine specifica, come quella della maschera o delle tante personalità espletate in una società che ormai,  ripiega su stessa. Ed ecco che, proprio per sopperire a tale lacuna identitaria, diventa fondamentale una ricerca continua dentro se stessi e un viaggio introspettivo che possa far emergere l’identità umana nella sua vera essenza. Un viaggio che i musicanti compiono attraverso un linguaggio diretto con un ritmo incalzate, facendo appello ad una sana ironia e ad un sarcasmo in grado di poter giocare con tutti gli  strumenti linguistici a disposizione, al pari di quelli musicali e che permetta una visione ad ampio spettro delle stesse strutture linguistiche tradizionali  e delle loro capacità comunicative.

 

Sonia Bellin

 


martedì 13 agosto 2024

IN TUTTI I DIGITAL STORE È DISPONIBILE “PENSAVO A LUI”: IL SINGOLO DI RECIDIVO FEAT. JEI EN


 


Ormai da diverse settimane ci tiene compagnia nelle radio e nelle principali piattaforme digitali, l’ultimo singolo targato Recidivo che, per l’occasione, ha deciso di ospitare la splendida voce di Jei En.

All’anagrafe Riccardo Rota, Recidivo è un giovane artista che deve il suo nome all’illustre capacità di mettersi in gioco e di voler fare qualsiasi cosa per amore. Un nome che rispecchia perfettamente la sua indole e che in primis, vuole cancellare ogni riferimento o accezione negativa del termine “recidivo”, per dare a questo una forma e un richiamo positivo, basato sulla forza e la capacità di non arrendersi di fronte alle difficoltà.

Riccardo si avvicina alla musica attraverso il rap, un genere che ha sempre visto e sentito nelle sue corde e in quelle di altri stili affini o anche diversi, ma che comunque, potessero essere accostati al rap per creare qualcosa di nuovo. Giocare con la musica, con i suoni… Arricchire….Sperimentare… E’ questo l’intento dietro al lavoro di un artista  capace di assemblare generi fra loro molto differenti, come dimostra il suo ultimo singolo, “pensavo a lui”, dove la scelta di duettare con Jei En rappresenta l’ideale della sua musica: poter comunicare attraverso suoni inediti, accostati in maniera sempre nuova e giocando con le voci e i loro accostamenti.
Accompagnato da SM Production, composta da Andrea Zerillo, Francesco Bellini, Andrea Parimbelli, e con la consulenza artistica di Quelli Come Noi, diretta da Simona Ubbiali, inizia la sua avventura musicale nel 2020, quando pubblica i primi singoli: “Braccio 19” e “Cascasse il mondo”;  sempre nel 2020, insieme ai singoli “Gioia Amore & Cenere” e “Tu Sei”. Con “Braccio 19”, Recidivo  partecipa alla compilation “Music Angels”, la musica solidale insieme ad artisti Big del panorama musicale italiano.
"Ue e” (feat. G Saint) esce nel 2021, raggiungendo ad oggi, oltre trecentomila stream su tutte le piattaforme. Dal 2022, con il singolo “Maschera”, inizia la collaborazione con la label PMS Studio e l'editore BMRG uscendo poi con "Que Rico" in feat. con G Saint e con il brano appunto duettato con Jei En, nome d’arte di  Giorgia Aquini, classe 1996 la quale, dopo diversi concorsi e partecipazioni a svariati programmi televisivi, inizia  anche lei la collaborazione con l'etichetta PMS, dando il via ad un percorso discografico, dapprima in inglese, con il singolo 'Hold on', per poi cimentarsi con l’italiano con il singolo “Respirare” e il recentissimo  “Niente è stato inutile” .

“Pensavo a lui” è un brano dove Recidivo ha colto le possibilità vocali che il talento di Jei En potevano apportare ad un pezzo il cui dualismo è rappresentato dalla forma stessa del brano. Un duetto che funziona perfettamente, in quanto il dialogo del ritornello diventa il punto centrale del pezzo, imprimendosi nella mente dell’ascoltatore fin dalle prime note. Una dualità resa concreta dall’interlocutore in modo pressoché libero e fuori dagli schemi delle due voci che a momenti, sembrano dialogare… Altri rispondersi a tono, altri giocare con le parole, come le parole stesse, giocano con i suoni….”.

"Pensavo a lui” parla di un intreccio amoroso, dove l’illusione del denaro domina sul vero amore; un tema attuale e spesso affrontato ma non abbastanza approfondito, in particolare dalla nuova generazione musicale, dove tematiche come questa vengono volentieri tralasciate, in nome di testi più diretti e con un linguaggio tutt’altro che ricercato. In questo nuovo brano invece, la ricercatezza oltreché sonora, giunge proprio a livello lirico, dove la trama intessuta dalle parole, concorre con il significato a creare un senso profondo alla canzone. Si parla di una società spenta e attenta solo al benessere materiale, che porta le persone ad amare se stesse e il proprio ego, più di ogni altra cosa.

In questa canzone si racconta la stria di una ragazza la quale, dopo un dormiveglia circondata dal fascino di una ricchezza esteriore ma solo apparente, si risveglia e  aprendo gli occhi, scorge di fronte a sé un mondo lontano dal vero bene, ovvero dagli affetti, i sentimenti, i valori umani.

 Quell’abbaglio nei confronti di una società soggiogata dal denaro e dalla fama inconsistente di voler primeggiare sempre e ovunque, diventa luce irradiante nel cuore della ragazza che vuole uscire da questa realtà corrotta per  ritrovare se stessa e la sua vera essenza. Ecco quindi il lato umano interiore, quello nascosto o meglio, celato dal sistema stesso che viviamo  e che soggiace a tutto quello che le apparenze vogliono farci vedere. Due lati umani capaci di scontarsi e di porsi uno di fronte all’altro in una sfida, proprio come Recidivo fa con Jei En in questo duetto e dove permane la consapevolezza di quanto tale sistema corrotto, inquini il nostro essere e di come questa ragazza si trovi vincolata ad un uomo che fa solamente parte del suo passato, legato al mondo dell'ostentazione e della superficialità. Chi avrà la meglio?

 

Sonia Bellin

 

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martedì 6 agosto 2024

ALESSANDRO D’ANDREA CALANDRA: AL PRIMO POSTO DELLA SUMMER INDIE CHART CON “QUARTU SAVONA QUINNICI”

 



Non poteva esserci un’estate più intensa per Alessandro D’Andrea Calandra, cantautore, musicista, ma soprattutto poeta del mondo e interprete di emozioni.

 

Dopo il successo del suo album di debutto infatti,  intitolato “Sicilia vacanti”, il cantautore agrigentino  ha pubblicato in tutte le radio e nei maggiori digital store, QUARTU SAVONA QUINNICI, un brano dal chiaro e forte riferimento sociale, dedicato alla strage  di Capaci.

Un messaggio forte, quello proposto dall’artista, che senza tanti giri di parole, ma con un sentimento che scava nel profondo del cuore, vuole invitare l’ascoltatore a riflettere sulle conseguenze della tragedia, spiegando come possa essere possibile imparare dal passato, celebrando la memoria, così da serbare un insegnamento per il futuro, evitando tragedie simili, che colpiscono le persone e chi attorno a loro gli è caro. Una speranza che soggiace negli angoli più bui della nostra società, anche quando tutto sembra perduto: è lì che dirige la sua attenzione, Alessandro con una perizia emotiva davvero unica, in grado di alleviare la pesantezza e la tristezza di avvenimenti come quelli raccontati in questo brano ma che la sua musica, riesce ad alleggerire, portando il tema verso la riflessione e l’analisi concreta di ciò che ne deriva. Parole dirette ma bilanciate, per portare speranza e mai rassegnazione, per portare un sorriso dove c’è solo il pianto… Il talento di Alessandro Calandra si deduce da come le sue storie diventano vere, perché raccontano delle persone e della loro forza, scardinando ogni pregiudizio e arrivando dentro all’anima dei gesti più semplici.

“Quartu Savona Quinnici” è uscito a maggio di quest’anno, proprio per ricordare la ferita indelebile che uccise Giovanni Falcone e che ancora oggi riviviamo con dolore al pensiero di come le persone possano arrivare a tanto. Un’incursione dentro le lacrime di chi disperde il dolore senza emettere grida ma lo vive e lo sperimenta nel suo profondo.

Come nel suo album d’esordio, anche qui, il cantautore ha voluto celebrare il testo e l’accaduto nella sua lingua e quindi in dialetto, rendendo ancora più viva la presenza del ricordo e quindi della memoria. Una lingua che è anche un simbolo perché è quella impressa nel cuore dell’artista di origine siciliane che anche con questo suo ultimo singolo vuole celebrare la Sicilia, terra di amore e di gioia, ma anche di contraddizioni. Contraddizioni che andrebbero estirpate guardando lo sguardo della gente che la abita e che celebra ogni giorno la tradizione  di un territorio che ha fatto la storia della nostra civiltà.

Un messaggio, quello di QUARTU SAVONA QUINNICI, raccontato anche attraverso i colori e le immagini di quella terra, quando nel maggio del 1992 a Capaci, vicino Palermo, persero la vita persone che stavano lottando per questa stessa terra. Un atto criminale contro l’umanità intera che va oltre la Sicilia ma anche oltre l’Italia, ripregando sull’essere umano e sulla sua ipocrisia. “Quarto Savona Quindici” è il nome in codice dell’auto blindata che, per prima, saltò in aria in quel terribile sabato 23.

«Ho scritto questa canzone per onorare la memoria dei servitori della nostra Comunità civile.» spiega l’artista «Un brano nel quale metto in evidenza la quotidianità fatta di piccole cose. Una camicia d’ordinanza giudicata poco adatta al clima caldo del maggio siciliano dalla mamma di un agente della scorta. Una giovane donna che si augura il marito possa tornare dal servizio in tempo per poter cenare con i loro bambini. La quotidianità che viene spezzata è la tragedia più grande e spesso la più sottovalutata e dimenticata. Nessuno potrà mai lenire il dolore dei familiari delle vittime. Ma di certo il silenzio allarga le ferite e questo, i siciliani perbene, non devono assolutamente permetterlo.»


Racconta Alessandro parlando di una storia che non è altro che la Nostra Storia, la storia di esseri umani e di una criminalità organizzata, che imprime violenza e sfregia senza ritengo i muri di una società corruttibile. Tuttavia un cambiamento è possibile, e il brano di Alessandro vuole proprio comunicarci questo: finché ci sarà la memoria, ci sarà anche la speranza e con questa,  la possibilità di estirpare sciagure umane come quella di Capaci.  La sua canzone vuole essere un tributo al dono estremo dei giudici Giovanni Falcone e Francesca Laura Morvillo e degli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro e, i risultati ottenuti in termini di ascolti e di streaming, giustificano la straordinaria bellezza di questa canzone, arrivata prima nella classifica dei brai indie più trasmessi dalle radio.

 

Sonia Bellin

 

 


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“UNA MILLENNIAL": L'INCONTRO GENERAZIONALE NEL NUOVO SINGOLO DI MARTINA CORCIONE

 






"Una millennial", ovvero una ragazza che vive il suo tempo, incontrando quello delle nuove generazioni. Una ragazza giovane, classe 1996, il cui vissuto e la cui esperienza incontra quello dei giovanissimi e di tutta quella generazione nata con i social e con l'uso del web a portata dl click. Un mondo simile, ma comunque diverso, uno sguardo comunicante ma comunque lontano rispetto a chi guarda e vede. Una prospettiva diversa rispetto a quella a cui le nuove generazioni e la schiera di giovanissimi concepiscono e, ancora diverse rispetto a quella precedente, dei nostri genitori e dei nostri nonni.
Un incontro che non è uno scontro ma un dialogo: un voler perlustrare il modo diverso di interpretare e vivere ciò che si ha intorno. Prima di tutto il modo in cui viviamo le nostre relazioni sociali: in "Una millenial" Martina Corcione sorvola sopra le congetture, smontando ogni pregiudizio e spianando la strada verso un'attenta analisi della società attuale e del suo modo di vivere i rapporti sociali. "Una millenial" è come un'isola in mezzo ad una mare le cui onde, sono onde generazionali trasportate ognuna da una corrente diversa, ma dove ognuna di essa, lambisce la stessa spiaggia: quello del tempo che viviamo, quella dell'era di internet e dei social network, quella di un distacco dalla realtà autentica, tralasciata al largo per approdare in qualche lembo di terra virtuale.

Ma è lo stesso mondo visto e vissuto da ognuno di noi qui e ora: il bambino, l'adolescente, l'adulto…Ognuno con un pezzo di storia da raccontare e ognuno con un modo diverso di leggere la stessa storia.
C’è chi  getta uno sguardo ingenuo e ancora inconsapevole perché nato in questa era digitale, chi come la protagonista, come “Una millennial” scorge le differenze con la propria generazione e si appropinqua a quella più giovane, ma prendendone le dovute  distanze:  le chat come canale predefinito e preferenziale nei momenti di dialogo, il postare momenti della propria vita per sentirsi accettati dagli altri e simili a loro, l'essere social ma allo stesso tempo lontano dell'autenticità delle cose e dalla loro essenza.

Nata a Torre del Greco in  provincia di Napoli, trascorre i primi undici anni della sua vita a Caserta per poi trasferirsi a Schio, in Veneto. Frequenta l'università a Verona, laureandosi in Scienze dell'Educazione, per poi continuare gli studi a Padova dove consegue la laurea in Pedagogia. Fin da quando ha sei anni, coltiva il sogno nel cassetto di diventare una cantante e di scrivere testi che esprimessero la sua arte e creatività. Inizia, così, a partecipare a concorsi canori fin dall'infanzia e, a diciotto anni, prende parte al "Tour Music Fest". Nel 2019 frequenta l'Accademia Doppiaggio a Padova sotto la guida degli insegnanti Christian Iansante e Roberto Pedicini. Partecipa al "Venix Talent Show" negli studi televisivi di Rubano e pubblica il suo primo singolo inedito "Solar Lunatic", di cui scrive testo e melodia. Dal 2023 invece, inizia a collaborare con l'etichetta discografica PMS Studio, dando vita all'inedito "Una Millennial" e realizzando una seconda versione del singolo "Solar Lunatic".
In “Una millenial”, Martina spiega la nostalgia per quegli attimi di pura intensità emotiva, quali ad esempio una dichiarazione d'amore fatta attraverso una serenata e apprezzata nei gesti più semplici ma vivi e presenti.
Con il progredire di internet sono cambiate molte cose e tutto è diventato più veloce ma alle volte, occorre rallentare per capire quanto sia importante vivere una vita reale e respirare ogni singolo istante di essa.

 

Sonia Bellin

 


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“YELLOW CREAM” : E’ IL SINGOLO DI ESORDIO DI E-ASY CARTACIO

 



Un colore che diventa lo specchio armonico della nostra anima, “Yellow Cream” è il brano di debutto della giovanissima Isabel Cartacio, conosciuta artisticamente come Isy Cartacio.  21 anni, di origini italo-dominicane e tanta… Tanta voglia di sperimentare con la voce ma anche con le immagini. Studentessa presso il Creative Hub di Bologna, dove segue percorsi individuali di canto, Isabel è  appassionata di musica, scrive le proprie canzoni e trae ispirazione da artisti come Ariana Grande e Billie Eilish. Ha conseguito il diploma in grafica presso il liceo artistico F. Arcangeli di Bologna.

In “Yellow Cream”, il suo album di debutto, Isabel affronta un dolore profondo che l’ha colpita intimamente, gettando su di lei un’ombra indistinta, presso la quale appare difficile scorgere una luce, comunque presente.

Una luce capace di colpire nel profondo l'anima di chi è stato trafitto dal dolore.... Un senso di pace derivato da un' armonia interiore che trova nella musica la sua espressione più completa.  Un colore chiaro e brillante come il giallo che possa illuminare il tratto incerto che, dal cuore, prosegue verso la mente per convincerla che il buio non è altro che l'assenza di luce. Una luce indistinta ma presente che echeggia tra i ricordi sussurrando all'anima che è tempo di guardarsi dentro.

 Nel suo brano di debutto E-asy si insinua nei territori di un'anima frastagliata dalla sofferenza ma che, seppur a stento, ritrova se stessa affacciandosi in quella luce invisibile, in gradi di rischiarare i passi incerti di chi procede verso la felicità.
Attraverso immagini che affiorano ispirate dai suoni eterei del brano, ma attraverso soprattutto la sua voce armonica e intrisa di dolcezza, Easy esprime questo senso di pace interiore ritrovato dopo l'ennesima sofferenza. Un lutto derivato da un' esperienza realmente vissuta e interiorizzata, tralasciando i momenti peggiori e tenendo soltanto i fili di un legame indissolubile. Una luce che assomiglia a quella intravista in punto di morte e che qui, in “Yellow Cream”, assume i colori di Van Gogh, quando soleva si dice, mangiare tubetti di colore giallo per assaporare la felicità.
Ed ecco quindi il trait d'unione che lega il brano di E-asy con il celebre pittore e con l'idea che un colore possa in qualche modo divenire uno stato d'animo.

 

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sabato 27 luglio 2024

IN RADIO ARRIVANO I THE GONADIES!!!!

 

 

 


Goliardia, sarcasmo e tanta, tanta ironia…Sono questi gli ingredienti che compongono i The Gonadies, duo formato da Fabrizio Schepis,  48 anni chitarrista  e cantante di Torino ed Enrico Destro,  42  anni, DJ anche lui di Torino, entrambi padri di famiglia e­_- come amano puntualizzare in modo nettamente autocelebrativo- con figli a carico , i quali hanno deciso di unire la loro passione per la musica dedicandoci il tempo libero a loro disposizione e arrivando a comporre brani originali, carichi di spirito autoironico e di sano divertimento da elargire agli ascoltatori  e a quanti di essi vogliano in qualche modo partecipare al loro banchetto fatto di suon variopinti, carichi di energia, con testi provocatori a partire dal nome stesso della band.

 

Un nome nato quasi per gioco e che apporta fin da subito, come biglietto da visita essenziale, quel senso ambivalente che è la fonte primaria del sarcasmo, in un gioco a ruoli tra artista e spettatore, pronto ad irrorare di spunti ogni acuta ispirazione.

 

Il nome nasce “malamente”- raccontano con un sorriso i due ragazzi-  per via di un commento volgare fatto nei riguardi di una foto alquanto particolare, divenuta poi simbolo chiave del gruppo, nonchè del loro intento autoironico: due  teste pelate vicine che sembrano appunto due gonadi; l’esempio lampante di come alla volte, la fame di essere al centro dell’attenzione e di voler sempre e comunque dare un giudizio sulle cose, trovando ogni volta un corrispettivo fattivo, non sia soltanto un pretesto per attaccar briga, ma anche motivo di svago e, anzi, liet motiv per creare un qualcosa e dare spazio all’immaginazione. A proposito di questa, scopriamo quanto il duo abbia saputo esorcizzare il proprio passato, trasponendolo in musica e ottenendo da essa l’espressività necessaria a sfogare i loro istinti creativi, lanciando un messaggio ben preciso al pubblico ma, prima di tutto a se stessi.

 

“Aurora”, il brano che a breve vedrà la luce nelle radio nonché in tutti i digital stores e nelle principali piattaforme digitali, è un esempio concreto di questa loro indole “creativa”, atta a dare un’impronta ben precisa ai testi ma anche alle musiche, ai suoni che si impadroniscono di schemi surreali, in grado di suggerire una via di fuga dalla realtà, verso le porte immaginifiche di mondi paralleli, dove il linguaggio stesso è fautore di una realtà diversa.

Un linguaggio che si crea in modo autonomo a partire dalle parole utilizzate e scelte e dai loro diversi accostamenti. “L’aurora” intesa come nascita e quindi come inizio…L’inizio di una storia d’amore, di un sentimento nuovo capace di smuovere i mari (the sea) e di calarsi dentro gli sguardi più intensi, per rovesciare un punto di vista o per leggere da una diversa prospettiva quella stessa parola.

 

 

Sonia Bellin

 

 

 

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