E’ appena stato pubblicato su tutte le piattaforme
digitali il loro nuovissimo singolo, stiamo parlando degli Alla Bua, band
salentina con una lunga storia fatta di musica, cultura e tradizione.
Formati inizialmente tra le ronde della storica festa
di San Rocco a Torrepaduli, gli Alla Bua sono sei elementi, provenienti da vari
paesi del Salento (Casarano, Torrepaduli, Collepasso, Supersano fino alla grica
Sternatia), con la coscienza condivisa di sentire propria l’eredità della musica
popolare e con la volontà di divulgarla alla gente. Il nome della band ha
un’origine molto antica: deriva infatti da una locuzione utilizzata dagli
anziani del Sud Salento per accompagnare
i canti di lavoro o d’amore. Il
significato etimologico di “Alla Bua” sembrerebbe
provenire dalla lingua grica (dialetto antico tutt'oggi parlato nella zona del
Salento detta Grecìa); Alla Bua starebbe dunque per altra via, altra cura,
altra malattia, medicina alternativa. E’ in questo concetto “catartico” che si
concretizzano lo spirito e il suono del gruppo: la cura dai mali del passato,
quelli provocati dal morso velenoso della leggendaria taranta, i mali di una
società stremata dalle difficoltà e dalla povertà che diviene oggi, similmente,
una cura contro la frenesia e la piattezza della società moderna. Una cura
dunque che, ieri come oggi avviene a suon della famosa pizzica, danza forte, calda e liberatoria.
Provenienti da mondi musicali diversificati, che
spaziano dai repertori classici a quelli contemporanei, passando per il rock,
il jazz, la dance e l’etnico, i
componenti apportano nell’insieme, una coloritura musicale davvero eterogenea a
cui il repertorio popolare aggiunge un tocco di originalità davvero magistrale.Sul
palco gli Alla Bua rivelano il loro carattere: musica dal ritmo forte, quasi
violento, del tamburello di Fiore; intrecci e cascate di note della fisarmonica
di Francesco; il vibrato delle armoniche melodie del violino di Emanuele, la
certezza della granitica chitarra di Dario; i graffi della voce di Gigi e la
contrastante dolcezza di quella di Irene e del suo oboe. Nati nel 1990 gli Alla
Bua vantano una carriera artistica invidiabile, il primo album, autoprodotto, viene
pubblicato nel 1999 con il titolo “Stella Lucente”, esperienza che porterà, nel
2002, al più maturo “Alla Bua”, nato dalla collaborazione con la società romana
Ethnosphere. Contemporaneamente viene realizzato il primo videoclip “Lu rusciu
de lu mare” per la regia di Silvia Morani e Angelo Cricchi, apprezzato e lanciato
in trasmissioni televisive musicali (il programma “Blob” di Rai 3 lo ha
omaggiato riproducendolo per intero). Infine viene anche selezionato per le
finali del Giffoni Film Festival e del Faenza Festival. Nel 2003 segue il videoclip del singolo “Pizzicarella”, mentre la’nno successivo è la
volta del secondo album “Limamo”, sotto
etichetta Sony – Etnosphere, dove la copertina del cd è una preziosa tavola omaggio
di Piero Pizzi Cannella. Il successivo lavoro discografico “Saratambula” risale
alla primavera del 2007, completo di sublimi momenti di creatività e originalità
ma senza mai perdere il contatto con la tradizione; in seguito, nel maggio 2010, gli alla Bua
pubblicano l'album “Scattuni”, che rappresenta
la loro evidente maturità artistica, dove si ritrovano brani di derivazione etno-popolare alternati a brani più ricercati, innovativi ed elaborati. Nel
2013 vengono raccolti momenti salienti degli spettacoli live nel disco "Alla Bua Live" ,seguito da
"Russu te sira" (2013) prodotto insieme all'innovativo videoclip
"Lu maremotu" per la regia di Fernando Lucer. Successivamente
presentano “Salenticidio” (2016) e, nel 2019, il cd "Aske" (2019) che
rimarca ancora una volta l'attuale problema sociale della desertificazione del
Salento dagli alberi di ulivo attaccati dalla xylella; un grido di allarme
dunque ma anche una sorta di speranza per una positiva ripresa degli ulivi del
Salento.
Fresco fresco invece…giusto per questa estate
caldissima, ecco pronto il nuovo singolo edito da Music Records Italy della band che ha fatto della musica
popolare un marchio di un’identità musicale originale e innovativa; il titolo è
FIURU GIALLETTU, ennesima conferma del tributo alla loro terra di origine, e
dove un fiore, diventa simbolo dell’amore universale. Un significato questo
che, unito a quello del colore giallo, invita alla gioia e all’amore inteso in
un senso molto più ampio di quello del rapporto di coppia e dove il vero leit
motiv rivela ciò che la stessa musica
degli Alla Bua rimanda, ovvero felicità e ottimismo e, naturalmente, speranza.
Sonia Bellin
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