Per chi già lo conosceva, era indiscutibile la
sensibilità di cui si è sempre fatto portavoce Raffaele frankvilla, in arte
frankvilla, canatruore mooottoles, che in un primo maggio alternativo,
nell’ormai celebre evento collaterale che si svolge a Taranto, ha spresso tutta
la sua indignazione per l’emergenza ecologica cuasata dall’Ilva e dai danni
ricadute sul terriotio e sulla popolazone. Ora che un’altra emergenza sta
colpendo il nostro paese ormai da diversi mesi, con consegune ze anche sulle
nostre abitudini quotidiane, ma soprattutto sulla nostra psiche, compromessa e
disorientata, trovatasi a fare i conti con una situazione che ha trovato tutti
impreparati, ha colpito profondamente Frankavilla, tanto da voler trasmettere
tutta la sua incredulità , in una canzone pubblicata il giorno del suo
compleanno. Frankavilla ha infatti fatto uscire “Guanti di lattice” la mattina
del 3 giugno, una sorta di regalo che l’artista ha voluto fare ai suoi fans e
un modo per dare tutto il proprio appoggio morale in un momento delicato come
questo. Si tratta infatti di una condizione umana che ha dell’inverosimile e
che l’artista stesso ha voluto esprimere nelle parole di un brano toccante,
capace di risollevare quella sesazione di vuoto e di disperione vissuta
attualmente.
In pochi giorni il video del brano, ha superato
le 20 mila visualizzazioni su faceoob, grazie non solo al tematica, ma anche
alle efficaci immagini scelte per la sceneggiatura e cpaci di riportare
l’incertezza del nostro vivere, attraverserso la combinazione di colori e di
movimenti.
“il brano racconta frankvilla, “nasce nel corso
di una notte, smanettando sul web e facendo zapping in tv, mentre mi scorrevano
davanti le immagini di chi purtroppo non ce l'ha fatta, di chi lottava in prima
linea, ho preso un foglio di carta, così come si faceva una volta ed ho scritto
di getto. E' come se il testo e la melodia fossero ben impresse nella mia mente
e nel mio cuore: di lì a poco mi sono ritrovato davanti 'Guanti di
lattice'".
Una storia che quindi ne riassume tante altre,
quella delle persone che in un mondo già afflitto da tante tragedie, deve ora
fare i conti anche con la paura di una pandemia e con tutte le conseguenze
messe in atto per cercare di contenere la diffusione dei contagi. Il tanto
invocato “distanziamneto sociale” che i media hanno sbandierato come una nuova
moda, diventa un’abitudine a cui le persone non si abitueraano mai, in quanto
il contatto scociale, memori anche di riflessioni millenarie, è insito nell’essere
umano. Abbracci mancati, carezze sospese,
lo sentirsi estranei anhce a sé stessi
“lo sai che
mi attraversa un brivido, fuori ci sono tante vite in bilico, mette in
conto anche qualche livido, sono diventato anche un po’ più cinico” canta
Frankvilla. Anche la sensibilità delle pesone viene compromessa dalla
condizione che ci trivaimo a fronteggiare, ogni nostro setinemno sembra
rimanere sordo alle mille voci che si avvertono in lontananza. “L’urlo di un
addio vissuto nella solutidine di tnate anime” sono parole che descrivono senza
mezze misure il dramma della Pandemia nei suoi risvolti più tragici. Il tono
stesso con cui Frankavilla esprime tutto il dolore e il senso di fragilità che
non ha smesso di affliggerci nemmeno ora.tuttavia una peranza soggiace a tutto
questo e la coregrafia della protagonista del video di “gianti di lattice” né è
il simbolo chiave: sarà come uno risvegliarsi da un incubo, quando tutto sarà
finito…. A proposito del videoclip, ricorda Frankavilla, “ ho affidato la
rreealizzazione a Claudio Pugliese, che ha descritto il brano come meglio non
potesse. Ho sempre avuto fiducia nelle sue potenzialità e ci ho sempre visto giusto,
perché è un grande professionista. Ringrazio la maestra Debora Pugliese per le
coreografie, Federica Soranna e Salvatore Giglio per la disponibilità nel
prestarsi alle riprese di questo video". Un lavoro quindi di squasra per
un brano in pieno stile canzone d’autore dove la tonalità di frankvilla
rieccccheggia a tratti un introverso Antonello venditi, ma con toni nettamente più
sommessi.
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