venerdì 21 giugno 2019

danilo le tue sante offese



“LE TUE SANTE OFFESE”: DANILO DI FLORIO ALLA RISCOSSA CON LA QUOTIDIANITA’



Il ritmo trascinante di un pop tutto da canticchiare “Prima di andare via…ripenserò bene se davvero è colpa mia”
Tra i tanti linguaggi, dialettiche e strategie comunicative utilizzate a seconda dei contesti, quello che dovrebbe essere la più spontanea, ovvero quella tra due patner, diventa sicuramente la più complessa, tanto che Danilo la descrive come un film muto con sottotitoli da decodificare. E’ così ricca di sfumature, così densa di rimandi, di grovigli emotivi, che davvero, le parole diventano dei veri e propri codici enigmistici da decifrare. Questo perché non sono messi in gioco soltanto le parole pronunciante, anzi , forse queste sono proprio quelle ad aver meno peso, ma vi è tutto un insieme di gesti, di sguardi, che entrano a far parte di questo lungometraggio comunicativo. Per non parlare dell’umore, che nella chiave interpretativa del nostro linguaggio, ha un ruolo preponderante “Una botta di vita i nostri sbalzi d’umore c’è una nuova partita dentro questo ascensore”. Ecco che un luogo come l’ascensore, un contesto in cui si è a tu per tu con chi ci è vicino ma che nella sua ristrettezza è aperto a chiunque, diventa lo spazio per una partita, per una nuova scommessa di come i due si presenteranno nel momento in cui si apriranno le porte . ma veniamo  all’incipit del brano in cui curiosamente, Danilo fa appello ad un silenzio che vorrebbe fermare prima che “diventi il meno gradito degli ospiti trasparenti….”, siamo soliti ritenere il silenzio una componente neutrale del linguaggio, tuttavia, se ci pensiamo bene, il silenzio è in grado di parlare quanto pagine e pagine di libri. La giustapposizione stessa del silenzio con l’aggettivo “meno gradito” ci fa intuire che anche Danilo sia di quest’ idea e che tra varie figure incomprensibili, tra miriadi di frasi che si sovrappongono una sull’altra, quella battuta di silenzio può essere un valido aiuto nel decifrare i nostri codici linguistici . E il verso successivo ci dà una risposta di quanto la noia sia in fondo la diretta conseguenza di questo silenzio circondato da presenze anonime, perché non sia tratta della mancanza di qualcosa ma dell’inconsistenza. Da “ospiti trasparenti” Di Florio prende in esame un assurdo “vuoto nel cuore”, pur rimanendo nel vago, l’indeterminatezza ha ora acquisito una fisionomia, nel dubbio, siamo comunque certi che esiste un vuoto da riempire….


Sonia Bellin


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