venerdì 17 febbraio 2023

“ELLE ELLE” : IL NUOVO PROGETTO DISCOGRAFICO DI STEFANO VIRGILLI

 


 

 

 

ELLE ELLE è il nuovo album di Stefano Virgilli, un Ep di 4 tracce, il quale, in sole poche canzoni, riesce a  raccontare una storia che attraversa una vita intera.

Il titolo prende ispirazione diretta da una curiosa vicenda che interessa tutt’ora l’autore, ovvero il fatto di vedere scritto e pronunciato il suo cognome con una “L” soltanto, anziché, come è giusto che sia, con due. Ecco quindi il perché di un titolo alquanto strano e la cui immagine di copertina, lascia trasparire una serie di domande a cui le canzoni rispondono solo in parte; perché come tutti gli artisti, anche Stefano Virgilli si è posto in questi ultimi tempi tante domande, scavando dentro di lui, nel suo passato e proiettandosi in un futuro incerto ma dietro l’angolo come ognuno di noi ogni giorno constata… Eppure tanto risposte rimangono li… sospese... in un limbo incognito che sfiora l’ignoto… “soffiano nel vento” come direbbe un certo Bob Dylan e sta a noi, cercare di afferrarle. Ma l’enigma talvolta rimane, in quanto dobbiamo poi interpretarle. In questo si può affermare unanimemente che Stefano Virgilli assume un ruolo non indifferente, proiettando in sé stesso molte delle domande, dei dubbi e delle incertezze che l’essere umano, giunto ad una certa maturità si pone. Ed eccoci allora a raccontare primo fra tutti l’amore, quel sentimento così controverso, così evanescente ma così intenso, che nessuno può e potrà mai spiegare in modo razionale.

Nella traccia di apertura di Elle Elle ritroviamo infatti L’amore visto e concepito in due piani temporali diversi: quello giovanile e quello della maturità in un continuum temporale che abbraccia emozioni, sentimenti e stati d’animo contraddittori. “Unbelievable delay” è un brano che, come altri, pur presentando un titolo e un ritornello in inglese, contiene strofe in italiano.Un arpeggio iniziale fa immergere l’ascoltatore in  pensieri che si sormontano e dove “il silenzio si fonde con il rumore e un bianco e nero che si mescola al colore…”

E improvvisamente ci accoglie un’aria mesta, malinconica, dove le parole si accavallano e mirano dritte all’anima, come se l’ascoltatore le dovesse inghiottire.

La timbrica inconfondibile di Virgilli si fonde perfettamente con l’atmosfera offuscata del  brano, e ci riporta direttamente a quel rock indie inglese, in particolare, la voce di Virgilli ci fa venire in mente quella di Matt Berniger dei National, dove troviamo anche alcune similitudini negli stessi frangenti musicali, così opachi da riverberare la coltre di nebbia di certi paesaggi affini a quelle sensazioni.

 Come ha poi spiegato lo stesso autore durante un’intervista -sorprendendo un po' anche la critica- “Unbelievable delay” rappresenta forse la migliore canzone dell’Ep, perché permea un significato che non si esaurisce in un solo argomento: Virgilli non narra qui soltanto la prospettiva disattesa di un amore irraggiungibile, ma affonda nel suo subconscio, proponendo a se stesso quelle domande che poi, non avranno risposta ma che interrogano il suo Io, a tu per tu con Qualcosa di più Grande, “Uno specchio che riflette un’immagine divina”… un’immagine diafana, impressa nella mente del protagonista inestinguibile per la sua rara bellezza e inconfondibile con il resto che resta sullo sfondo e da cui appare poi “Un ricordo… un segnale tangibile …”

E nonostante le tinte oscure che il brano riverbera, “Un miracolo di luce” appare poco prima dell’assolo finale, il quale sfuma in bagliore che risplende di luce propria, illuminando la risalita vocale del cantautore e sprigionando un’emotività trattenuta e rilasciata qui in tutta il suo incanto.

E quello specchio che riflette l’immagine divina, diventa poi in “Let’s start over ” “uno specchio d’acqua in cui morì Narciso”, una foto ricordo di un tempo passato e da dimenticare… un’immagine distorta di noi, che vediamo estinguersi. I sentimenti sono ormai sciolti come neve al sole e il pittore, può tornare a dipingere su tela un pensiero nuovo, irreale e fuggevole ma non più scomodo e ingombrante come quel senso apparente di appagamento che poi d’improvviso si rivela ingannevole…  come un sasso gettato sull’acqua, moltiplica le onde del suo lascito, senza fermarsi… fino alla perdita totale delle sue forze.

Ma restano poi sempre e comunque delle parole, delle parole non dette, perché l’amore comporta sacrifici: abitudini cambiate, tempi che si incontrano…e qualcosa rimane in bilico; e questo qualcosa, rimasto nel fondo di un mare d’amore sopeso a guardare le onde che lambiscono il litorale, con il senno di poi, riaffiora in superficie e quello che non è un addio diventa un “A bientôt”, perché le strade divise possono pur sempre incontrarsi di nuovo…Ed ecco quindi  affiorare “L’anarchico innamorato”, quella visione dell’amore così libera da ogni aspettativa… così intrisa di passione e così fuori dalle regole, che porta il protagonista del brano a sentirsi un immortale Piter Pan. Un amore che non teme confronti, ma che si confronta con un tempo che passa inesorabile, il cui contrasto crea un cortocircuito di pensieri e di ripensamenti, in un andirivieni temporale che lega inequivocabilmente il pezzo ad Unbelievable delay, dove a dialogare sono due aspetti del nostro Io: quello giovane e sognatore, inconsapevole delle ritorsioni che un sentimento come l’amore può creare, e quell’altro, più maturo, consapevole di che cosa possa suscitare l’amore nell’anima di chi lo prova.

 

 

Sonia Bellin

 

 

 

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