E dopo una piacevole intervista con Gibo, al secolo Giuseppe Bonaventura,
eccoci di nuovo qui a parlare de ERA IL TEMPO DELLE MELE, brano uscito parecchi
mesi fa, possiamo ormai dire “l’anno scorso”, dato che si tratta dell’agosto
2022, ma che, ha raggiunto numeri da capogiro, arrivando in cima ai brani indipendenti
più trasmessi dalle radio italiane e più ascoltati nella playlist Spotify dei
brani indie!
Un risultato e una soddisfazione indescrivibile per un artista come Gibo, cantautore
che, senza una major alle spalle è riuscito a farsi strada da solo nel mercato
discografico italiano, mantenendo con il pubblico un rapporto stretto e spontaneo.
Non è un caso poi, che il cantautore abbia assimilato una metodologia di lavoro
molto precisa, atta a rendere i suoi brani sempre impeccabili.
“Ogni canzone che viene composta necessità di
tempi adeguati per la preparazione, l’arrangiamento e la registrazione dei vari
strumenti, ogni fase deve essere trattata con attenzione…. ritengo che la
costruzione di un nuovo brano debba essere fruibile a tutti, anche per chi non
possiede competenze musicali specifiche e quindi lamia semplicità e ritmica
mirano a coinvolgere quanto più pubblico è possibile”.
Spiega infatti
Gibo, raccontando nel dettaglio come nasce una canzone, il processo evolutivo
che porta un’ispirazione a diventare un pezzo di noi, di chi ascolta quel brano
e lo fa suo perché ne condivide le emozioni, come è stato per il suo ultimo
singolo: “Ho preso spunto per ERA IL TEMPO DELLE MELE dalla
reunion fatta con i miei compagni/e del Liceo, dove ho cercato di riportare
l’atmosfera goliardica dell’epoca, quando io ero ironico e graffiante, facevo
le parodie delle canzoni, dedicandole a loro per prenderli in giro e venivo
richiamato all’ordine…” Insomma… anche un momento divertente, spassoso e gioioso
in tempi difficili e controversi come questi può essere il pretesto per
scrivere una canzone e Gibo, ancora una volta, lo ha dimostrato facendo centro!
Sonia Bellin
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