Energia, senso del ritmo e un sound ribelle… Sono questi gli ingredienti principali che contraddistinguono gli Ynsanya, quattro ragazzi calabresi, Matteo Ferraro (voce e chitarra), Manuel De Rose (chitarra), Aurelio Pellicanó (batteria) Mario Saccomanno (basso), e tanta voglia di suonare, di sperimentare portando il loro mondo nel panorama musicale italiano.
Un suono originale contraddistinto da un punk grezzo e acuto, il quale però si interseca con il rock, sfiorando in alcuni momenti addirittura l’hard rock. Un suono che sprigiona rabbia, indignazione ma soprattutto ribellione e desiderio di emergere. Gli Ynsanya del resto, sono una band dove l'obiettivo principale è fare arrivare la loro musica a più persone, e allora ecco un sound originale e inconfondibile, dove l’idea di proporre brani freschi e dal ritmo sostenuto, incontra il bisogno di comunicare un messaggio concreto. L’approccio musicale degli Ynsanya è spontaneo e dettato soltanto dalla volontà di esprimere se stessi: complicità, passione ed immedesimazione, senza rinunciare a delle sonorità moderne, al passo con i tempi e che facciano sussultare il pubblico sia alla radio che nei live.
Il progetto nasce da Matteo Ferraro (voce e chitarra) e dal suo sogno di coinvolgere un numero sempre maggiore di persone nel suo universo musicale, ecco allora nascere gli Ynsaya: 4 ragazzi uniti dalla passione per la musica che, nell’estate del 2022 decidono di formare una band. Il loro percorso comincia con i live, dove muovono i primi passi e iniziano a suonare partendo dai locali presenti sulla costa Tirrenica del cosentino. Si esibiscono in poco tempo, in oltre cento concerti, partecipando inoltre ad eventi di spicco come il “Festival Euromediterraneo” di Altomonte e al “settembre Rendese”. Pubblicano quindi il loro primissimo singolo, il brano “Amore criminale” autoprodotto e vincono il festival Giovani Talenti firmando, successivamente per la label PMS Studio. Con la nuova etichetta fondata dal produttore Raffaele Montanari i ragazzi hanno modo di divulgare ancora di più la loro musica, realizzando ben presto anche un nuovo singolo che incidono con la Pms e pubblicano nei maggiori digital stores.
Il brano in questione, uscito nelle scorse settimane, si intitola provocatoriamente” Phunk” e parla di una tematica sociale molto sentita in questo periodo, ovvero di come la realtà, sia spesso confusa con la finzione a causa dei social network e di altri strumenti (come ad esempio photoshop), che impediscono una vera veritiera condizione reale. Quando si ha a che fare con i social o con altri metodi attraverso i quali possiamo modificare la realtà “a nostro piacimento” infatti, diventa facile nascondersi e inventare un nuovo “io”, una sorta di alter ego di ciò che siamo, al quale affibbiamo le migliori caratteristiche, senza poi tener conto della reale corrispondenza alla realtà, che viene quindi persa di vista, per lasciare spazio ad una nuova realtà definita comunemente virtuale, ma che, com’ è logico che sia, è solo un mondo camuffato, per nulla assimilabile al nostro modo di essere. Ciò che ne consegue è un’interpretazione distorta sia di noi stessi, che di ciò che ci circonda e dove risulta difficile, se non impossibile, distinguere poi la verità dalla finzione, ovvero ciò che è reale e ciò che non lo è. Quello che vediamo diventa l’apparenza delle cose, le quali, se osservate da vicino, sembrano vuote in quanto la loro apparenza è la sola natura con cui abbiamo imparato a conoscerle, senza esserci calati nella loro essenza.
“Phunk” è un grido di protesta contro tale visione distorta e questo concetto è ben espresso dalle chitarre, appositamente distorte a più non posso nel pezzo per rappresentare uno sguardo mai diretto, ma sempre distante, perso e confuso, uno sguardo mai profondo ma superficiale come lo è la società che viviamo oggi.
Sonia Bellin
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