martedì 5 marzo 2024

"L'AMORE AL TEMPO DELLA LIRA": IL NUOVO ALBUM DELLA BANDA VENTURI

 



 


Un compendio sull’amore e di come tale sentimento muova l’anima verso territori inesplorati, L'amore al tempo della Lira è l’ultimo album pubblicata della banda Venturi, una band che ama definirsi “diversamente giovane”, ironizzando su un tempo che scorre, lasciando le cicatrici evidenti della vita, un tempo che fu, ma anche un tempo che è e che sarà, come raccontano le dieci tracce che compongono questo disco, che affonda le sue radici in un passato mai dimenticato perché la memoria, custodisce chiavi interpretative che il tempo non sa cancellare e che permangono lì, disvelandosi poco a poco in quelli che sono i ricordi più lontani, serbati con cura tra gli affanni di una vita che appare sempre breve, specie se vissuta intensamente.


 


Un tempo che sopravvive alle burrasche che imperversano nel nostro cammino e che accresce il cuore, irrorandolo di un amore che assume varie forme, per rilasciare sempre emozioni nuove che non hanno età. Dieci brani che trattano in primis l’amore e il suo tempo infinito, ma anche frammenti di vita che si riflette in quell’anima gitana, che appare senza radici ma che viaggia sospesa, in una ricerca continua, in un viaggio che non ha una meta predefinita e dove ad ogni destinazione, ne esiste sempre un’altra da raggiungere…nuovi orizzonti da esplorare, nuovi luoghi da scoprire.


 


L’amore al tempo della lira è una fisarmonica che incontra il tango, la danza dell’amore per antonomasia, lasciando che il suono e il movimento del ballo, incontri quello del cuore e dell’amore che viaggia lontano.


Ad accompagnare in questo viaggio la banda, abbiamo Gigi Cavalli Cocchi, batterista storico di Ligabue, e dei CSI, nonché, Manuela Turrini che dalla balera, è arrivata al Tango navigando nel mare intenso della musica dell’anima.



 


“Tutto l’amore che ho dentro “ è la traccia di apertura del disco che saluta l’ascoltatore con un groviglio di maracas a scompigliare un’anima in cerca d’amore. Un amore che “entra nel cuore e che esplode tra le mani ”, mentre un tango dal ritmo fugace rincorre un tempo vissuto ma anche da rivivere, perché “ se capovolgi la clessidra, il tempo ricomincia a scorrere”…. Le note di blues raccordano momenti amorosi da incorniciare, mentre “l’amore continua a ballare alla ricerca di una goccia d’assoluto”. Il desiderio di ergere davanti a sé un altare, diventa il controcanto di un pensiero che non può esimersi dall’ideale di un amore perfetto, contradittorio, però con la propria esperienza, sempre troppo concreta e quindi inconciliabile con una visione onirica come quella che ravvede l’anima mentre è a tu per tu con se stessa.


 


Ci sono storie da raccontare, altre da ascoltare, come le “Carezze” che avvolgono la seconda traccia del disco, il racconto di un uomo, “L’uomo dentro allo specchio, la maschera di un cupo teatro”, “Carezze” è una confessione che l’artista poeta rivolge a se stesso contraddicendo anche il suo essere, questo suo calarsi dietro le apparenze per non mostrare del tutto il suo Io più profondo; una poesia in musica, perché solo così possono definirsi queste Carezze che tentano di trattenere una promessa che non ha compromessi, ma solo l’intenzione di porsi come una mera consapevolezza di sé, dei propri limiti e dei propri valori.


 


“Devi volerti bene” è un brano accompagnato da uno splendido videoclip pubblicato anche su You tube, il titolo è un monito, ma soprattutto un invito a credere in se stessi, ai propri sogni, cercando di sconfiggere ogni giorno le proprie paure: “Schegge di sogno quando la notte dell’anima mostra i suoi tentacoli… balla una musica che odora di tango …c’è un alba suntuosa nella radice del tuo cuore…”. L’inciso riscalda il cuore solo, come un raggio di sole può fare e la musica che accompagna tali parole, questo tango infinito, che soggiorna in ogni traccia dell’album, ripercorre i passi di un ballo leggiadro, di cui il tempo non ha cancellato i ricordi e di cui ricordiamo ogni minimo dettaglio. Il bisogno di non sentirsi mai soli, o insufficienti, fuori posto, perché qualunque luogo può essere il nostro habitat, e l’importanza di amare se stessi con una passione tale, che, come afferma testualmente Gianni Venturi nel brano, solo un amante può fare. Amare se stessi infatti, viene prima di qualunque amore verso l’altro e questo punto, dunque questa canzone, è il cardine fondamentale su cui si regge tale disamina dell’amore descritta poeticamente dalla band Venturi.


“Castelli di nebbia” raccoglie immagini custodite dal tempo… un tempo che si muove a ritmo di musica, mentre la storia di quest’uomo disegna il quadro di una vita e della sua casa, frammentando parole che rintoccano sensazioni da imprimere su carta, da far riecheggiare attraverso questo suono persistente della fisarmonica… Sensazioni da non perdere di vista per disegnare i contorni di un passato ancora nella memoria.


“Le rose di maggio”, il tempo del sogno che si vorrebbe rivivere, per ritornare a quel tempo, a quel momento, ad un’infanzia perduta e a tutto quello che ne può derivare, un tempo sospeso ma che ora solo i ricordi possono far riaffiorare…L’amore che si vorrebbe rivivere, nuvole sognanti che riverberano pensieri nostalgici… “Ricordi ora le nostre anime intrecciate”, anche queste si avvinghiano con i pensieri che scorrono come i giorni in modo inesorabile, “…La pioggia che scorre mentre il cuore è in ostaggio…”, un cuore avvinto dalla nostalgia ma non dalla volontà di ritornare a quel momento, a quelli abbracci a quelle carezze… Un corpo ancora innamorato che avanza nella nebbia di un futuro impossibile, mentre un respiro assente - il ricordo di lei - sfiora ogni fremito dell’anima assetata d’amore, e le lacrime, quelle hanno il sapore acre della pioggia e irrompono nel silenzio delle notte…


“Il suonatore e la ballerina” è una ballata dal ritmo impetuoso, una lettera aperta che risuona impetuosa, dedicata all’amore e alle sue contraddizioni; la voce di Venturi diventa stridente in certi punti, quasi a voler evidenziare anche con la timbrica un dolore che accresce dentro… Un senso di colpa difficile da estinguere,


“Non spetta ai figli fermare il dolore, i figli lo divorano, assorbono la tenebra”: un grido di indignazione che ammette quando sia difficile nascondere il dolore, la rabbia, il senso di vuoto che le persone accanto a noi poi assorbono incoscientemente, ritrovandosi ad espiare una colpa che accresce il suo peso. Ecco allora che il brano pone una domanda, ovvero, “Che colore ha il perdono? Quale colore scegliere per dipingere su un quadro frammentato, dove lo sfondo appare incerto… Quale figura porre in primo piano, quando accusiamo noi stessi di colpe irrimediabili…? Questo ricade anche su chi abbiamo intorno e perdonare se stessi prima di tutto, come amare se stessi, diventa davvero difficile e questo brano esprime il concetto, non soltanto con le parole a tratti poetiche ma dirette, ma anche attraverso il cantato stesso, non lasciando scelta all’ascoltatore, se non quella di arrivare sino alla fine per conoscere quel colore misterioso che avvolge il perdono.


“Lo spioncino della notte” è un brano dal ritmo cadenzato che non si lascia influenzare da quello che c’è la fuori, perché siamo da un’altra parte e posso osservare tutto lo spettacolo da uno spioncino… Un film a colori che siamo noi a dipingere perché possiamo scegliere dove guardare e capire che qualsiasi cosa accada, possiamo vedere le cose da un’altra prospettiva. Ritorna quindi il motivo della scelta, dei colori da porre in quel disegno … “Orizzonti perduti, tramonti infuocati, guardo il modo e non lo conosco … Vedo fiori di argento nel catrame della guerra...” La possibilità di vedere il buono anche quando tutto sembra tutt’altro che buono, “Lo spioncino della notte” è il poter vedere attraverso un’altra luce le cose e le persone che ci circondano… Poter vedere quello che in inglese è definito Silver lining, ovvero il lato positivo della cose, ed ecco quindi quei fiori d’argento che Venturi nomina nella canzone e che ad un tratto poi assumono persino il color oro.


La title track è cortocircuito d’amore dove la musica scorre come le note e la bellezza raccontata nei versi, memoria di un tempo di gioia scandito da un suono di un’altra epoca. “Ho scritto t’amo sulla sabbia...”: la sabbia che scorre nella clessidra e che non trattiene il tempo… Eppure, questa musica, risuona dal passato e ripercorre i ricordi di un amore ancora presente, un amore che il tempo non ha cancellato e lentamente riaffiora. La strumentazione che fa contraltare al brano, sembra rispondere alle domande perpetuate, come se musica e testo fossero indissolubilmente una cosa sola con una unica certezza “ E io lo so che ti voglio amare , respirare…”


“Salvami”, è una sorta di preghiera che avvolge l’anima nel tempo, scorrendo a ritroso nel passato: “Libero dal dolore ho scavato nella sabbia”, ecco ritornare il tempo dell’amore, della poesia… “Salvami dallo scivolare della sera, quando la notte e il buio avvolge il respiro senza lascarci intravedere un barlume di luce”.." Ma è ancora lì, che ritroviamo l’amore, quel suono perpetuo che non smette di suonate in un cuore solitario… un “silenzio assordante” in un deserto di voci, immagini di pura poesia e metafore di un sentimento che non può tacere. Un tango solitario che non ha fine e che batte come i rintocchi di un cuore pregno di un sentimento amoroso intenso.


E si chiude questo tango con “La mia famiglia”, un congedarsi attraverso un quadro dipinto a mano dove ogni figura ha un ruolo ben definito nel cuore e nell’anima del poeta cantore “ Ci sono io appeso ad un filo che osservo o gli anno scorrere”, il ritorno di un tempo sfuggevole e inarrestabile e che la vita porta lontano e viceversa...immagini vere e concrete atte a concretizzare anche


 


Le radici possenti della famiglia in contrasto con le incertezze, con quel filo da cui si osservano gli anni scorrere… Il passato, la memoria, un passato presente più del presente stesso e un futuro ancora più confuso di questo tempo appeso ad un filo che si aggira disorientato in cerca di una risposta, di un luogo dove posarsi, di un posto nel mondo dove trovare se stesso.


 


Sonia Bellin


 



Link digital store:

 https://fanlink.to/lamorealtempodellalira





 


 


 


Nessun commento:

Posta un commento