lunedì 8 marzo 2021

L’INTERVISTA AI FIGLI DI EVA: RETROSCENA, ANEDDOTI E CURIOSITA’ SUL PROGETTO PARALLELO AI MONARKAOTIKA

 


Abbiamo con noi Marco Di Turo e Gianni Di Roma, per alcuni due nomi nuovi, per  molti due nomi già noti, si tratta infatti di due componenti della punk-rock band MONARKAOTIKA, ma che in questa occasione, hanno deciso di presentarsi in una veste leggermente diversa….

Ben ritrovati,

Cominciamo dal nome che avete scelto, giusto per ritornare alle origini di quando vi chiesi perché avevate scelto il nome Morkaotika, vi chiedo ora, perché I figli di Eva…?

 La decisione di chiamarci Figli di Eva è stata presa un pò per gioco, molti ci scambiano per fratelli e non lo siamo. Poi ci piaceva anche perché, nelle nostre canzoni, raccontiamo con si rapporta l’ uomo nei confronti della vita e i figli di Eva, Caino e Abele sono i primi uomini sulla terra, dopo Adamo ed Eva a scoprire che nella vita esiste il bene e il male che si manifestano anche in stati d’ animo. La competizione, l’ essere servili, la gelosia, l’ invidia e altro, loro, hanno vissuto queste sensazioni senza che nessuno le spiegasse, diventando così il primo martire, la prima vittima, il primo assassino sulla terra, le storie di vita sono conseguenze e a noi piace raccontarle…

 

 

Avete definito questo come un progetto parallelo nato durante il lockdown…un modo per esprimere nuove idee ed essenza musicali, dando libero sfogo all’immaginazione sonora….In particolare, cosa distingue questo nuovo progetto da quello precedente…sia dal punto di vista musicale che da quello dei testi e delle tematiche affrontate….

Definiamo questo progetto così, proprio perché esce praticamente insieme al secondo album dei monarkaotika, infatti "psicanalisi", uscito un paio di mesi fa ci sta dando molte soddisfazioni, abbiamo molta voglia di suonarlo dal vivo. La differenza dei due progetti è netto, dal punto di vista musicale, i figli di Eva è un progetto più casalingo, di confronti con l’ arrangiatore Giampiero Frulli, il fonico Galoppa, a differenza dei monarkaotika dove la musica fuoriesce da incontri on la band in sala prove. Fondamentalmente è spiritualmente diverso, per quanto riguarda i testi, la penna è sempre la stessa. Le musiche dei figli di Eva, nascono da Gianni di Roma arricchite dalla collaborazione di Giampiero Frulli, mentre ai monarkaotika le idee musicali possono nascere da Luca Palminteri alla chitarra e dallo stesso Gianni al basso e con la partecipazione immensa di Michele Marzulli alla batteria

 

A proposito delle tematiche, GALERA è il singolo con cui esordite come Figli di Eva, e qui, la tematica è molto forte e anche delicata per certi versi…

 

Galera è il primo singolo, nasce durante il periodo del lockdown, ma giriamo di non aver avuto nessun ispirazione dal periodo, che alla fine ci calza a pennello, anche se si parla di una galera più introspettiva, dove l’ uomo è vittima delle sue problematiche, lasciando le stesse, nel proprio segreto, creando una barriera verso gli altri. L'emancipazione è il desiderio crescita dell’ uomo, che  si forma intorno anche ai propri ostacoli, ma  gli errori si superano e si può migliorare; il gesso rappresenta il passato che non lascia il segno perché quello che scrivi sulla lavagna, che rappresenta in questo caso la propria vita è facilmente cancellabile …

 

Oltre ad un singolo che andrete a promuovere in radio, ci sara’ un videoclip del brano?  E se si …cosa avete scelto come idea per rendere ancora di più il senso del disagio derivato da uno sentirsi schiavo di un sistema spesso non condiviso…?

“Galera”, ha come nucleo una riflessione sul concetto della prigionia mentale e sociale. la detenzione è la condizione che ogni personaggio subisce ,è una vera e propria trappola che perlustra e scava nelle manie e nelle ossessioni di ciascun prigioniero. Non esistono sbarre o porte a delimitare gli spazi dei reclusi ma delle videocamere che riprendono in maniera costante ed opprimente i loro comportamenti, le loro ossessioni, una sorta di Grande Fratello violento e cinico. Il videoclip, pensato come un vero e proprio cortometraggio, racconta una storia divisa sommariamente in tre parti: la cattura, la detenzione e l'esecuzione; al tutto fa da sfondo la vicenda di due ragazze che trovando una videocassetta per curiosità decidono di vederla per poi trovarsi direttamente coinvolte nelle dinamiche degli eventi, finendo per essere intrappolate in una prigione senza via d'uscita. La visione è il tema centrale del video, lo spettatore, dunque, suo malgrado, si trova imprigionato, intrappolato nello stesso meccanismo “a matrioska” che lo inserisce nelle trame del film. Lo spettatore intrappolato, vittima della visione e dell'ascolto del brano ,diverrà esso stesso non solo fruitore ma vero e proprio protagonista del video. Svariati sono gli omaggi filmici e registici , da videodrome a the experiment. (solo per citarne alcuni). Un altro tema ( essenzialmente ne è anche il fulcro) è il concetto di libertà, cosa è davvero e cosa invece ci rende prigionieri. I protagonisti, i due musicisti, riescono a salvarsi per mezzo della musica, che rende l'uomo immune al tempo e alla morte; quasi una sorta di resurrezione. Il finale, carico di simbolismo, vuol rappresentare l'immortalità dell'arte e della musica , unico grado per elevare l'uomo ad essere immortale, qualcosa che può elevare il “recluso” ad “essere libero”

Avete in programma un album o un ep. Quali altri temi avete affrontato durante questi i mesi del lockdown?

L’ idea è quella di far uscire, per il momento, singoli con videoclip, le tematiche ci piacerebbe affrontarle ogni volta che uscirà il singolo. Più in là uscirà un album che raccoglierà tutti i singoli…

 

E per finire…in “Galera” parlate di un segreto che ogni essere umano serba dentro di sé…quanto è utile mantenere questo segreto tale, piuttosto che renderlo accessibile a tutti…?

 


Ci sono segreti che conviene non svelare, il messaggio del brano, non vuole invitare a svelarli tutti, anche perché, i segreti, li hanno tutti gli uomini, sono come gli scheletri nell’armadio, possono essere sogni o incubi e altro. È un invito più all’ altra parte a non cercare di entrare nei miei pensieri, perché saranno sempre diversi da persona a persona…

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