Lo abbiamo conosciuto qualche settimana fa in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo in radio, “La cartolina”, un brano che tratteggia le emozioni e i ricordi, incorniciandoli come sogni…ma chiediamo direttamente all’artista, cosa rappresenta e quali sono le figure che emergono da questo curioso disegno emotivo….
Benvenuto Michele, cominciamo dal titolo, essendo tu un emergente nel mondo della musica, questo ben si appresta a diventare il biglietto da visita per chi ti ascolta per la prima volta….
La cartolina, per alcuni aspetti una metafora, per altri ciò che vorrei fosse questo brano, e l’intero album che ne seguirà, per chi deciderà di farlo suo. Le cartoline, strumento ormai desueto, erano per quelli della mia generazione e delle precedenti lo strumento usato per fermare un ricordo. Ecco, potremmo vedere questo mio brano come il tentativo di lasciare una traccia, un ricordo di me.
Soprattutto diventa fondamentale il fatto che nel testo parli a cuore aperto delle tue emozioni, idi ricordi intessuti in sensazioni…di momenti che hanno lasciato in te degli strascichi che poi ti porti appresso
Le esperienze che ho vissuto, per me come per chiunque, sono generatrici di emozioni. E le emozioni sono il vero motore dei ricordi. La Cartolina è il racconto di una decisione. La presa di coscienza che una situazione che stavo vivendo non mi corrispondeva più. Mi soffocava. E la conseguente decisione di uscirne, con la speranza che il ricordo lasciato a chi è rimasto possa nel tempo essere motivo di gioia e conforto.
In particolare hai dichiarato quanto in questo brano si parli di rapporti umani e di come questi poi, rimbalzino nel nostro Io….
Credo che l’essere umano sia fatto per vivere di relazioni, confronti. I miei testi sono tutti frutto delle esperienze che ho vissuto, nel bene e nel male. Così come noi tutti siamo il risultato di ogni incontro vissuto nella nostra vita.
Nonostante come detto in apertura, tu sia un emergente, questo non è il tuo primo singolo, ricordiamo infatti come tu abbia di recente partecipato anche a MusiCultura, sia come autore che interprete
Ho avuto modo di confrontarmi con il festival di Recanati prima e Macerata poi qualche anno fa, sia come cantautore che come autore. Musicultura è stata la mia “prima” vera da cantautore. Un palco importante, una giuria trasparente, diretta e cruda. Ho capito che la musica che voglio vivere pretende rispetto. Ed è quello che ho deciso di darle.
Hai definito il tuo stile di scrittura personale, tuttavia emergono tante influenze derivanti in primis dal cantautorato, quanto questo ha plasmato il tuo approccio alla musica e quali sono i tuoi punti di riferimento musicali?
Niccolò Fabi e la scuola romana, Riccardo Sinigallia. Ho grande rispetto per la scrittura di Samuele Bersani, per il lavoro fatto negli anni da Jovanotti. Ma voglio citare anche De Gregori, che ha festeggiato il suo compleanno qualche giorno fa: quante meravigliose poesie.
Prima di salutarci, qualche aneddoto riguardo i progetti futuri e le tue aspirazioni….qual’è il tuo sogno nel cassetto che un giorno vorrai trascrivere e riporre in una cartolina…?
Resto su un futuro prossimo: il mio sogno è quello di realizzare un album capace di farmi vivere nel tempo. Oggi sono ad un passo dal realizzare questo sogno e tutto è così magico che fatico ancora a crederci.
Sonia Bellin
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