Siamo qui in compagnia di Andrea
Manocchio, cantautore originario di Civita Castellana, ma che ha avuto la
possibilità di esportare la sua musica all’estero, inclusa una tournèe in
Bulgaria…..
Ben ritrovato Andrea, ricordiamo
innanzitutto al pubblico il recente radio date del tuo nuovo singolo “VORREI
PORTARTI A CENA FUORI CON ME”…da cosa nasce l’idea del brano e cosa racconta?
I miei brani sono
tutti veritieri, storie e/o desideri del passato e del presente realmente
accaduti... e anche del futuro... Il brano “vorrei portarti a cena fuori con
me” però è un po’ diverso da tutti gli altri, sempre veritiero ma anche molto
molto surreale... e il surreale non si spiega... va sognato.
Si tratta di un brano prettamente
pop, il genere che più ti appartiene, complici anche le tue influenze
musicali…quali sono nello specifico i tuoi riferimenti nel cantautorato
italiano?
Si, prettamente
pop... il mio genere preferito, anche se svario e sperimento molto gettandomi
anche su altri generi musicali, il pop rimane il mio genere preferito... e
questo lo devo alla mia influenza musicale per eccellenza... Cesare Cremoni!
Era il 1999 quando i Lunapop lanciarono il loro primo singolo, avevo 11 anni,
fu amore a prima nota...
Il singolo è anche accompagnato da
un curioso videoclip che ben rappresenta il senso della canzone con una
presenza particolare….
Per una canzone
surreale non si poteva che fare un video altrettanto surreale, con una presenza
che lo è ancora di più, un vampiro. Si il protagonista del video è un vampiro a
tutti gli effetti... di quelli moderni, che possono stare anche alla luce del
giorno... Il finale è da vedere e scoprire, non svelo nient’altro.
“VORREI PORTARTI A CENA FUORI CON
ME” è uno dei tanti brani pubblicati da te negli ultimi anni e la cui più parte
sono finiti anche in classifiche internazionali…qual è la ricezione della musica
italiana emergente all’estero…come sono visti gli artisti italiani indipendenti
nelle varie capitali europee…?
La musica italiana
all’estero è apprezzata tantissimo, c’è proprio questa cultura, sopratutto
nell’est Europa, dell’artista italiano. È un bene immenso sia per noi artisti
indipendenti che per tutta la musica italiana in generale
La tua passione per la musica prende ha
inizio fin da piccolo…ma che cosa ti ha avvicinato alla scrittura e alla
composizione…?
Scrivo canzoni praticamente da
sempre, ero veramente piccolo. Sono quelle cose che hai dentro, che ci nasci,
non ho mai avuto dubbi su quello che avrei voluto fare da grande. Passavo tante
giornate ad ascoltare musica con mio padre in casa, Lucio Battisti, Fabrizio De
Andre, Vasco Rossi, Adriano Celentano, gli 883... Poi nel 2000 mio zio mi portò
a Roma, suonavano i Lunapop... Da lì in poi iniziai a sognare ad occhi aperti
dalla mattina alla sera!
Nel 2013 esci il primo singolo
"La Stanza"
..quanto è cambiato il tuo stile musicale da questo esordio…negli anni?
Luglio 2013, LA STANZA, il mio singolo di
debutto. Un’emozione unica. Un singolo tutt’altro che commerciale, molta
sperimentazione in esso. Diciamo che nel tempo, come ho detto prima, il mio
genere era ed è rimasto il Pop, ma senza tralasciare la sperimentazione e il
coraggio di gettarsi anche su altri generi musicali, con canzoni più leggere e
altre più mature... cercando di non essere mai ripetitivo.
Prima di salutarci…hai in serbo la
pubblicazione di un nuovo album...?
Sto lavorando a grandi cose, sia in studio
che live. Ma questa è una sorpresa...
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