mercoledì 13 maggio 2020

INTERVISTA A MARCO IANTOSCA





Ora più che mai, in un periodo martoriato da un’ emergenza sanitaria che sta travolgendo il sistema economico ma non solo,  potremmo dire con certezza che la musica unisce…il tuo progetto lo dimostra pienamente…ce ne vuoi parlare…?
Salve a tutti,
il mio è un progetto che parte da molto lontano...ovvero da una cameretta con tanti sogni nel cassetto!!!Dopo diversi anni e con molta fatica,qualcuno di questi è diventato realtà,dandomi così la possibilità di vivere sempre più esperienze in musica. Le canzoni pensate e poi scritte in quella stanza mi hanno accompagnato insieme alle nuove in un lavoro corale diviso tra Venezuela e Italia. Il disco si chiamerà "Tra Social e Realtà" e attualmente è ancora in lavorazione ma sono usciti  già ben due singoli per presentarlo : "La compagnia dell'indie" e Non". Di certo la musica ha unito i miei sogni con la realtà e la mia vita con tanti amici musicisti che hanno condiviso questa ed altre esperienze con me. Mi auguro che il progetto possa raggiungere e interessare quante più persone possibili,anche se la situazione attuale preoccupa e non poco ,da tutti i punti di vista.
Musica che unisce è appunto un ‘espressione che sta ultimamente spopolando su tutti i canali social..cosa secondo te, riesce veramente a trasmettere la musica, in momenti come questi…?
La Musica può certamente,emozionare e risvegliare le nostre coscienze,però fino a quando sarà vista soltanto come un prodotto dubito che le sarà permesso di farlo.L'industria discografica  è cambiata moltissimo,così come gli ascoltatori,ma al di là dei generi e delle mode,vedo sempre più spesso manifestarsi l' assenza di contenuto. Non a caso ultimamente sono stati rispolverati brani come "La Cura" e "Viva l'Italia",non esattamente "di primo pelo" ma adatti,molto più delle moderne hit a rappresentarci e ad unirci,Sono cresciuto nel secolo scorso e ho avuto la possibilità di comprendere l'importanza di esprimersi attraverso testi e note,quando puntavano dritti al cuore,al cervello,alla libertà e non alle playlist.

Focalizzandoci sul tuo ultimo singolo NON, spieghiamo quanto il titolo voglia celare un mistero, non scoprendo immediatamente l’argomento portante…? Dalla negazione per arrivare ad affermare però delle certezze….
"Non" è una canzone in cui parlo delle paure che distruggono i rapporti ed è un grido contro tutto ciò che ci allontana dalle persone importanti. Quello che inizialmente sembra una negazione è in realtà un  "Non voglio perderti!!! Non voglio perdermi" e un lottare appunto contro le paure.Il brano per quanto possa parlare d'amore,non lo fa in maniera classica. Trattare un argomento del genere è sempre complicato e il rischio di essere banali è dietro l'angolo,dunque l'idea di una "negazione positiva" mi è sembrata un ottima opportunità e da qui è nata "Non"
Si tratta di una storia d’amore, ma anche del racconto di un’amicizia..la stessa che ora ti lega con chi ha collaborato con te a questo progetto…
Diciamo che è una storia d'amore raccontata anche attraverso l'aiuto e la collaborazione di amici musicisti. Infatti sia in Venezuela dove ho iniziato a registrare il brano con Victor Paredes e Rolando Nunez sia qui in Italia dove sto ancora lavorando a tutto il disco,l'amicizia ci ha permesso di realizzare un lavoro ancora più interessante.Inutile dire che Hot Ice prima di essere un bravissimo rapper è un fratello e questo spiega il perchè sia la nostra terza collaborazione consecutiva.Tutti quelli che hanno collaborato sono legati a me da un rapporto sincero di amicizia e a tal proposito vi consiglio di dare un occhiata al "Making of di Non" sul mio canale Youtube.
L’incontro di culture, ma anche di significati dipanati nota dopo nota…ma qual è stata la vera ispirazione nella concezione del brano…?
A differenza di altri brani che abbiamo arrangiato quasi interamente in Venezuela,questo era quasi completo,ma ciò nonostante è stato davvero interessante ultimare  un progetto così "europeo" in america latina. Anche i piccoli dettagli a volte fanno grandi differenze e così è successo. In un progetto del genere è molto difficile stabilire quale sia stata la vera ispirazione,oltre alla sincera voglia di fare musica senza barriere e confini. Questa voglia ha fatto si che le energie si trasformassero passo dopo passo in canzone.

 Diversi sono i generi che ti appartengono, in quanto artista non rinneghi mai la contaminazione…quanto questo progetto in Venezuela, ha innescato in te, la voglia di intraprendere nuove strade stilistiche…?
Non cerco nuove strade,ma da quando ho iniziato a far musica seguo la mia,un viaggio nel tempo e nello spazio e nelle emozioni...dove tutto è in continua evoluzione.Di certo l'esperienza mi ha cambiato e continuerà a farlo,ma non nella coerenza. Credo molto in questo percorso e spero di migliorarmi sempre di più,l'obbiettivo è di condividere qualcosa che possa emozionare davvero.

Sonia Bellin


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