Un amore che non conosce confini, né limiti… un amore sconfinato che ha radici
forti nonostante i tanti venti che lo sconvolgono ogni giorno… Un amore universale
in ogni sua forma ed espressione. “Fiuru giallettu”, espressione tratta dal dialetto salentino e
tradotta come “fiore giallo” rappresenta in modo spontaneo e trasparente, così
come appare, quel legame profondo capace di unire le persone e che si riveste
dei sentimenti più autentici.
Il fiore è, il simbolo più classico che rappresenta
l'innamoramento, la passione, l'affetto, la purezza, l'eleganza e l'amore, in
ogni sua fase: dal nutrimento d’amore di cui un rapporto necessita fino allo sbocciare
del sentimento. Il giallo invece rompe gli schemi di ogni pregiudizio e
stereotipo, un colore pieno di significato che simboleggia ogni unione pura tra
esseri, un colore pieno di energia, gioia, ottimismo e suprema speranza in un
delicato senso di ricerca di felicità e armonia.
Un fiore e un colore...come meglio esprimere in modo semplice,
un messaggio così profondo e capace di coinvolgere l’intero universo…? Ebbene
ci sono riusciti gli Alla Bua, band i cui componenti sono forti di provenienze
musicali singolarmente disparate, che spaziano dai repertori classico e
contemporaneo, rock, antico, jazz, dance e etnico. Gli Alla Bua risultano
l’unione di tutto ciò che la musica salentina richiede per concretizzare al
massimo la sua espressività, e, nell’ultimo
singolo, la band ben evidenzia le sue qualità. Pubblicato dall’etichetta Music
Records Italy “Fiuru giallettu” delinea perfettamente l’ideale musicale degli
Alla Bua, formazione nata dalle esperienze più tradizionali della cultura
musicale salentina, gli Alla Bua si sono formati inizialmente tra le ronde
della storica festa di San Rocco a Torrepaduli, nelle notti itineranti del canto
pasquale di Santu Lazzaru, nelle tipiche feste delle curti fatte di vino, voci
spiegate e incessabili tamburelli. Tra questi suoni si sono uniti i sei
componenti del gruppo, provenienti da vari paesi del Salento, con la comune
coscienza di sentire propria l’eredità della musica popolare, appresa
direttamente nelle proprie case e con la grande passione di suonarla,
tramandarla e divulgarla. Il nome “Alla Bua” deriva da una locuzione utilizzata dagli anziani del Sud
Salento (nelle osterie di Alliste e dintorni) per accompagnare i canti di
lavoro o d’amore. Parola ripetuta insistentemente, come fosse un mantra,
costituiva una sorta di bordone e dunque di sostegno alla voce principale. Il
significato etimologico sembrerebbe provenire dalla lingua grica (dialetto
antico tutt'oggi parlato nella zona del Salento detta Grecìa, circoscritta ad
una decina di comuni e stranamente ben distante da Alliste).
“Alla Bua” starebbe dunque per altra via, altra cura, altra
malattia, medicina alternativa. E’ in questo concetto che si concretizzano lo
spirito e il suono del gruppo. La cura dai mali del passato, quelli provocati
dal morso velenoso della leggendaria taranta, i mali di una società stremata
dalle difficoltà e dalla povertà che diviene oggi, similmente, una cura contro
la frenesia e la piattezza della società moderna. Una cura dunque che ieri come
oggi avviene a suon di pizzica pizzica, danza forte, calda e liberatoria.
Sonia Belllin
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Facebook: @allabua
Instagram: @alla_bua_official
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